Sono considerati luoghi di culto e di religione, ma potrebbero essere piccole imprese. Quello dei templi in Thailandia sta diventando un vero e proprio Business. In particolare sull’isola di Phuket, dove sacro e profano convivono amabilmente.
La Thailandia ha conosciuto negli ultimi venti anni un processo di industrializzazione intenso e rapido, seguendo l’onda di modernizzazione si è adattata a nuove forme di marketing e business.
E’ un paese che fonda la propria economia sul turismo e che, come molti paesi asiatici, ha profonde radici religiose. La religione buddhista ha una tradizione millenaria, con i riti che ne scandiscono la pratica ed è una tra le religioni più affascinanti.
Templi e monumenti religiosi sono alcune delle attrazioni turistiche del paese, architetture maestose e preziose che attirano l’attenzione dei viaggiatori forse perché divergono da quelle occidentali. La maggior parte dei templi sono impreziositi da pietre quali zaffiri e rubini, proprio perchè la Thailandia è uno dei maggiori produttori al pari dell’India.
Se si guarda un po’ più in là, in particolare sulle isole, si può notare come a questa sacralità si affianchi il mondo del marketing religioso. La fede e la religione, proprio come in occidente, stanno diventando prodotti di consumo, per nulla diversi da altri venduti sul mercato. La costruzione di templi e luoghi di culto è diventata il prodotto, un marketing rivolto alla fede per attirare i turisti. Sull’isola di Phuket, meta turistica per eccellenza, sono concentrati ben 29 monasteri buddhisti, i quali durante tutto l’anno, accolgono milioni di turisti. Spesso l’ingresso ai templi non è a pagamento, ma un’offerta è ben accettata, magari in cambio di un augurio di vita eterna o della felicità. Un popolo che è alla ricerca costante della pietra filosofale, attraverso doni a Buddha e offerte sacre, concede questa possibilità anche ai turisti moltiplicando i templi, costruendone di nuovi.
Il Wat Chalong è il tempio più importante sull’isola di Phuket, la sua origine non è certa, ma si pensa che sia stato costruito durante il regno di Rama II durante la prima metà dell’ ‘800. Mostra lo sfarzo di un epoca passata, con preziose facciate, un senso di profondissimo rispetto verso il proprio dio e di una sacralità profonda. Di fianco alla “struttura madre”, il tempio più antico, c’è un tempio moderno, vero e proprio gioiello turistico che di sacro ha ben poco.
Oltre ai templi, sono presenti mausolei e statue dedicate a simboli e divinità, nel 2007 iniziò la costruzione di un Grande Buddha, un enorme statua che raffigura la divinità seduta, posizionato sulla cima delle colline Nakkerd tra Kata-Karon e Chalong. Il costo complessivo della statua è stimato in oltre 100 milioni di baht secondo Suporn Vanichkul, presidente del comitato Mingmongkol Faith 45, che ha raccolto i fondi per il progetto. Le donazioni per la costruzione del Grande Buddha sono arrivate sia dai connazionali, che lo percepivano come un luogo sacro, sia dai milioni di turisti.
Oltre a donazioni di turisti, l’ economia “gira” attraverso i doni che i credenti e non, portano ai mausolei sparsi per l’isola, sostenendo il commercio religioso e turistico.
Questo nuovo business ha creato un flusso turistico continuo con centinaia di visitatori al giorno come lo sono le donazioni. Ha favorito la meta come luogo di vacanza anche per famiglie che possono godere del territorio e delle attrazioni turistiche.
Testo di Sara Nuzzo
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