Fijii, promessa mantenuta…

Dedicato a Shaula, una bambina fijiana che con il suo sorriso e i suoi splendidi occhi ha illuminato il nostro arrivo in queste meravigliose isole.

Arcipelago delle Yasawa, Yasawa-i-rara . Fijii
Arcipelago delle Yasawa, Yasawa-i-rara . Fijii

Sarà accaduto a molti appassionati viaggiatori di restare un po’ delusi dalla località di viaggio scelta, memori delle notizie carpite dal web, da libri, riviste e depliants sfogliati prima di partire. Questo angolo dei Mari del Sud supera, invece, le aspettative della partenza. Tradurre in parole le emozioni che si provano visitando questi luoghi è, sinceramente, molto difficile; vuoi perché si è costretti ad abusare di termini spesso ridondanti nel descrivere ciò che gli occhi hanno la fortuna di osservare, vuoi perché sono talmente tanti e meravigliosi gli scenari che, oggettivamente, spesso ci si chiede, se si è all’altezza della situazione davanti a isole così perfette. Si passa dal turchese delle lagune al verde della vegetazione, dal bianco delle spiagge al nero delle rocce laviche, dalla

I fondali delle Fijii
I fondali delle Fijii

trasparenza dell’acqua, che in alcuni casi appare quasi irreale, al perfetto mix di cromie dato dai rilievi montuosi che degradano a strapiombo in un mare dalle mille sfumature del blu. I Fijiani, che fino a cento anni fa rappresentavano quanto di peggio si potesse trovare tra le etnie in giro per il mondo (ferocissimi cannibali che costringevano i malcapitati ad assaggiare parte del proprio corpo prima che esalassero l’ultimo respiro), adesso sono diventati uno dei popoli più gentili che si possa incontrare, tanto che parecchi viaggiatori spendono parole entusiastiche per descrivere il trattamento ricevuto. Chi è interessato agli aspetti rudi e antropologici di questi melanesiani, deve necessariamente trascorrere qualche ora presso il museo di Suva, umidissima capitale dell’arcipelago. Anche in queste isole, il tanto utile e vilipeso turismo, che porta nelle tasche dei locali valuta pregiata, ha un po’ stravolto i ritmi di vita che fino agli anni ’70 erano più lenti e rilassati: le tipiche canoe a bilanciere, sono state sostituite da motoscafi rumorosi e inquinanti e le semplici pensioni che davano ospitalità ai primi viaggiatori sono diventate, in certe zone, complessi turistici degni della più moderna Disneyland. Nonostante tutto la struggente e oggettiva bellezza di questo angolo di mondo rimane, comunque, inalterata. Questo arcipelago fino a qualche millennio fa faceva parte, geograficamente parlando, del vasto triangolo Polinesiano, ma successivamente fu invaso dagli abitanti delle isole limitrofe, Papua Nuova Guinea e Nuove Ebridi su tutte, e diventò Melanesiano. I luoghi da visitare sono molti: dalle lontane e remote Lau a est, nelle cui acque navigò nel 1774 James Cook, alle sviluppate Mamanuca a ovest, passando per Viti Levu, una delle terre emerse più vaste del sud Pacifico, le cui dimensioni di circa 10.000 Kmq corrispondono, più o meno, a quelle di Cipro.

Le isole Yasawa

Gli esperti di località tropicali, quando sentono parlare dell’arcipelago delle Yasawa, non possono rimanere indifferenti, perché si tratta probabilmente della più numerosa concentrazione di belle isole tropicali del nostro pianeta, che sorgono nei 100 chilometri rappresentati dal Mare di Blight: fu proprio il Capitano di Vascello di Sua Maestà, William Blight, ad aver dato il nome a queste lagune paradisiache, le prime da lui raggiunte nell’autunno del 1778, subito dopo aver subito l’ammutinamento del Bounty per mano di Fletcher Christian…ma questa è un’altra storia.

Arcipelago delle Yasawa, baia sull'isola di Naviti. Fijii
Arcipelago delle Yasawa, baia sull'isola di Naviti. Fijii

La montuosa zona di Waya, l’isola maggiore del gruppo delle meridionali, possiede interessantissimi scorci paesaggistici: lembi di sabbia che la congiungono alla gemella più piccola Waya Lai Lai, profonde baie immacolate, tratti di reef dove fare splendide immersioni subacquee e la Ghost Hill, la collina fantasma, un’enorme roccia colma di caverne che fa da cornice ad un arenile bianchissimo presso la minuscola isola di Kuata. A Waya si trova inoltre la “Baia del Tramonto” Liku Liku Bay, definita dagli esperti una delle dieci spiagge più belle del mondo. Ci si trova davanti a più di un chilometro di pallida sabbia dorata con le palme che sembrano messe lì in ordine sparso, tanto sono perfette, rigogliose e alte, massi di lava solidificati e erosi dal tempo e tratti di mare che, nelle ore in cui è presente la bassa marea, lasciano scoperti coralli intatti, perfetti e coloratissimi. Si fa diving a cielo aperto respirando l’aria senza l’ausilio di bombole, semplicemente passeggiando e stando attenti a non calpestare tutta quella meraviglia, tanto si è immersi in quei fondali da sogno: veramente incredibile. Ma Waya non è solo mare: c’è un percorso da trekking di circa un paio d’ore che raggiunge picchi altissimi dai quali si godono panorami tali e quali ai poster che troviamo nei nostri centri commerciali. E’ necessario farsi accompagnare da una guida locale in quanto si tratta di un’esperienza entusiasmante, ma non certo priva di rischi, alla luce del fatto che bisogna quasi scalare pendenze del 50%. Il primo tratto della passeggiata conduce a tre arenili occupati per intero dal villaggio dei locali, anche per questo è fondamentale essere condotti da un Fijiano che chieda loro il permesso, sempre concesso, di poter attraversare la zona. Si incontrano bambini con sguardi trasognati e pieni di dolcezza, con quella ingenuità, purtroppo, oramai smarrita dalle nostre parti. Risulta davvero difficile non abbracciare, parlare e giocare con quelle creature così dolci e spontanee. La salita inizia dopo aver camminato su queste spiagge, il cui colpo d’occhio, dato dalle palme, dalle lagune e dallo sfondo dei monti maestosi, rappresenta il sud-Pacifico tout court. Arrivati in cima ci si trova di fronte ad una meravigliosa vista: l’arcipelago delle Yasawa a nord e Waya che si prostra al di sotto dello sguardo in tutta la sua incomparabile bellezza. A Kuata si trova una baia nascosta e piuttosto piccola dove è necessario mettere la testa sott’acqua per effettuare, probabilmente, uno degli snorkelling più belli che si possa mai fare, con avvistamenti di squali leopardo, razze, barracuda e coralli da sogno. Ci sono località marine parecchio frequentate dai sub nel nostro pianeta che, se avessero nei loro pressi quello che è presente nel mare che lambisce Narara, Naukacuvu, Nanuya Balavu e Drawaqa, sarebbero sold out 365 giorni l’anno. Circa 20 minuti a nord di Waya si incontrano quattro isolette che sono il naturale ponte tra le Yasawa meridionali e le centrali; tra queste c’è, appunto, Drawaqa con la sua pass in cui stazionano, tutto l’anno, le mante! I nativi che organizzano le escursioni sono così sicuri di avvistarle che, qualora

Gli occi di Shaula - Fijii
Gli occi di Shaula - Fijii

i turisti non le dovessero vedere, garantiscono ai partecipanti il rimborso della quota. La zona è davvero una manna per gli amanti delle spiagge, delle lagune e delle passeggiate, perché è splendido camminare sulle coste e trovarsi dinanzi a un arenile tutto nuovo, con lagune sempre diverse e tramonti struggenti. Da qui si parte alla volta di Tavewa, vero centro nevralgico dell’arcipelago, e si incrociano le acque che lambiscono le isole di Naviti, Yaqeta e Matakawalevu. In breve ci si trova di fronte a un’isola sonnolenta con un vasto palmeto, la cui peculiarità sta nella collina dalla quale si osserva uno dei panorami più belli di tutte le Fiji e forse dell’intero sud Pacifico: la veduta spazia su coralli che dipingono il mare di tutte le tonalità dell’azzurro e su isole spettacolari. Non per niente la zona che si osserva è la Laguna Blu, quella vera, il cui fulcro è la carissima Turtle Island, (Nanuya Levu), con i suoi 12 arenili privati, set del film Blu Lagoon dei primi anni ’80. Nei dintorni troviamo Matakawalevu e la sua Long Beach, il cui mare in certe ore del giorno appare di un verde cangiante; Nanuya Lailai e le sue plurifotografate spiagge bianche orlate di palme, tali e quali a quelle delle cartoline e Oarsman’s Bay a Nacula, dalla struggente bellezza, nei cui fondali marini trovano ricovero incubatrici per la crescita dei polipi corallini. Ma non si possono fare quasi 24 ore di volo senza visitare Muanakuasi Point, località sconosciuta ai più, ma il vero must dell’intero arcipelago. E’ necessario un potente motoscafo per coprire rapidamente le 30 miglia marine che separano Tavewa dall’estremo nord dell’arcipelago. Ci si trova davanti a uno dei paesaggi marini, in assoluto, più belli del nostro pianeta, ovvero un tratto di spiaggia rosa che unisce Yasawa all’isolotto di Yawini. A nord l’Oceano Pacifico nel pieno fragore della sua potenza, agitato e sorvolato da sterne che, sfruttando la forza del vento, compiono volteggi strepitosi; a sud-ovest una spettacolare placida laguna, con acqua calda dai mille colori, che si inabissa immediatamente. Impossibile rimanere insensibili di fronte a tanta bellezza. E’ un luogo deserto: la rappresentazione perfetta dell’Eden. A qualche centinaio di metri più a levante si estende una serie di lunghissime spiagge, tra cui è da annoverare la meravigliosa Yasawa i ra-ra, la cui sabbia bianca e sottile pare avere la consistenza del gelato alla vaniglia tanto è evanescente e delicata.

Taveuni

Dopo settimane trascorse nelle solatie Yasawa, bisogna assolutamente non perdere l’umida isola di Taveuni, l’altra faccia della medaglia delle Fiji, sia perché nel limitrofo stretto di Somo Somo si compiono le più belle immersioni subacquee del mondo tra i coralli molli, sia in quanto è l’unica terra emersa del vastissimo Oceano Pacifico ad essere attraversata dall’Interantional Date Line, la linea di cambiamento di data. Si tratta di una terra rigogliosissima, colma di piante e fiori tropicali di specie

Costa delle Fijii
Costa delle Fijii

tra le più rare dell’emisfero meridionale della Terra, che ne fanno il giardino dell’Oceano Pacifico: cascate meravigliose, distese di palme da cocco altissime, sonnacchiosi villaggi coloratissimi e parchi nazionali tenuti come boutique. Nel Bouma National Heritage Park sono presenti le tre Tavoro falls, cascate che si raggiungono con facilità attraverso ordinati e ben segnalati sentieri di corallo morto. Un altro luogo dalla sorprendente bellezza è il Lavena Coastal Walk, ovvero una passeggiata di circa quattro ore andata e ritorno, che si compie attraverso un incontaminato paesaggio: rocce dalle forme più stravaganti che emergono dal mare, coltivazioni di taro, fiumi che sfociano su spiagge incantate e soprattutto le Lavena falls, due cascate che si raggiungono con una nuotata di cinque minuti e che si gettano in un piccolo laghetto con pareti a strapiombo. Dopo aver trascorso settimane da sogno in luoghi che rasentano la perfezione estetica, che da una località marina tropicale ci si aspetta, negli angoli più preziosi della nostra memoria troverà certamente spazio, oltre alla perfetta miscellanea dei colori donati dalla natura, lo sguardo profondo di una piccola bambina dalla pelle scura e con un sorriso che da solo vale il viaggio. Arrivederci Shaula…

Testo di Luca Ciafardoni         Foto di Cecilia Salvemini

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