Smile, without a reason why*

* Sorridi, senza un perchèIl fascino zen di una fuga in Oriente. Fiori di loto, trattamenti coinvolgenti, esperti maestri di yoga, totale benessere fisico e spirituale. In Thailandia, dalla frenetica Bangkok all’isola di Phuket, un viaggio per il corpo e la mente, nella terra del sorriso

Le guglie di Wat Phra Khew al tramonto - Bangkok
Le guglie di Wat Phra Khew al tramonto - Bangkok

Quando si parla di benessere la Thailandia, la Terra del Sorriso, fa parte del ristretto vertice delle destinazioni internazionali di eccellenza, complici l’elevato livello delle strutture turistiche, l’ospitalità e la gentilezza dei thailandesi, il cui stile di vita si ispira ai principi della religione buddhista, che insegna a coltivare verità, amore, compassione e pace,andando oltre l’Io. Anche se negli ultimi

Dhara Spa- Bangkok
Dhara Spa- Bangkok

decenni il Paese ha guardato più lontano, spinto da un processo di industrializzazione intenso, dalle opere dell’ultimo re Rama IX e dalla sua politica di incentivi alla produzione agricola destinata al turismo, esistono ancora luoghi in cui riscoprire gli insegnamenti della tradizione buddhista. In Thailandia, ci si prende cura della mente e del corpo attraverso la meditazione, per vivere in pace con sé e con gli altri. Centri di benessere e termali di alto livello, che associano ambienti tranquilli e lussuosi, si sono rapidamente diffusi. Caratteristiche estese anche alle strutture ospedaliere. A Bangkok c’è uno tra gli ospedali più importanti di tutta l’Asia, il Burmungard Hospital, che offre ogni tipo di trattamento in un ambiente moderno con suites per i pazienti e appartamenti per le famiglie. Il Tria, invece, è una struttura privata alternativa e l’unico centro in Asia che unisce spa, centro wellness e clinica. Qui, oltre ai classici trattamenti di benessere, si possono scegliere sedute di agopuntura o eseguire programmi ed esami specifici per ristabilire il proprio equilibrio nutrizionale, come quello per l’individuazione delle intolleranze alimentari. La filosofia del centro è curare il corpo e insegnare al paziente un nuovo stile di vita, più corretto e salutare. Molti sono gli stranieri, tra cui diversi  italiani, che scelgono un soggiorno in Thailandia per godere di questi trattamenti o anche per un semplice checkup, attratti dalla professionalità del personale medico e dalla qualità delle strutture. Ma nel Paese del Sorriso  si viene anche, e soprattutto, per farsi viziare nelle Spa, per mangiare frutti esotici come papaia e mangostin, bere coconut e per rilassarsi su un lettino coccolati da una soave melodia orientale. Certo occorre abbandonare computer e cellulare, per far spazio a yoga e trattamenti per il corpo. Uno dei fondamenti della cultura thailandese è il massaggio tradizionale, una pratica che viene tramandata da secoli. Si racconta che sia stata inventata da un medico di Buddha a fine terapeutico

Yoga
Yoga

a vantaggio dei contadini che tornavano distrutti alle proprie abitazioni dopo una giornata di faticoso lavoro nei campi. Il Thai massage ha raggiunto il picco di popolarità circa 200 anni fa, quando Re Rama III ordinò che le sue tecniche fossero scolpite su lastre di pietra, poi esposte nel Wat Pho di Bangkok, dove si trova anche la sede della Scuola di massaggio tradizionale, fortemente voluta dal re e aperta al pubblico dalle 8 alle 17. Turisti e thailandesi oltre a godere dei benefici di queste pratiche possono venire a impararne la tecnica. Bangkok è una capitale affascinante con i suoi 400 templi alcuni dei quali millenari: al Wat Pho si può ammirare la maestosità del Buddha sdraiato, una statua laminata d’oro lunga 46 metri e alta 15, con occhi e piedi intarsiati d’oro. Il Wat Phra Kaew, situato nell’area del Palazzo Reale, conserva la statua più sacra del paese: il Buddha di Smeraldo, in realtà intagliato in un blocco di giada,  al quale il Re ogni estate e ogni inverno cambia gli abiti tempestati di pietre preziose. Il Wat Arun, il Tempio dell’ Alba, è uno dei monumenti più visitati della città; al centro il prang, una torre alta 67 metri ricoperta di porcellana.  Dopo aver ammirato la maestosità dell’arte e dell’architettura thai, passeggiato tra i soi, i vicoli della città, e fatto un salto al Pak Khlong Talat, il più importante mercato di fiori e spezie situato vicino al fiume Chao Phraya, ci si può spostare qualche chilometro fuori per scoprire una meraviglia del benessere. Al centro di un lussureggiante giardino di 16 ettari, il Phothalai Wellness Center, regno del massaggio, sprigiona un senso di serenità appena varcata la soglia. L’atmosfera è sorprendente e Bangkok con il suo traffico infernale sembra un ricordo lontano. Si passeggia tra la vegetazione rigogliosa, tra orchidee dai mille colori e fontane. Prima e dopo il trattamento viene offerta una tisana per rigenerare il corpo dal clima afoso. I trattamenti vanno dal tradizionale massaggio thailandese, effettuato attraverso la pressione dei punti chiave del corpo, al massaggio olistico, un trattamento composto da fasi di digitopressione come nel massaggio tradizionale ed elementi di yoga. Il centro è legato alla scuola

Jantra Spa - Bangkok
Jantra Spa - Bangkok

di massaggio del Wat Pho: prima di entrare a far parte dello staff bisogna seguire per sei mesi un corso e superare l’esame che abilita alla professione. In caso di fallimento bisogna frequentare nuovamente tutto il corso. Rigenerati in questo angolo di paradiso, farete meno attenzione alla frenesia di una capitale in continua evoluzione, a manager che tormentano i Blackberry, a studenti e impiegati che affollano le banchine dello sky train. Ma navigando lungo il Chao Praya,  si percepisce ancora la vera essenza di un paese pieno di contraddizioni: da un lato gli imponenti grattacieli, segno visibile della modernizzazione, dall’altro i cuochi di strada e gli abitanti dei canali che vivono nel culto del piatto di riso e della frugalità. Il luogo ideale per una fuga dall’area metropolitana di Bangkok è Phuket, l’isola del sud  paradiso del turismo occidentale, che nasconde un tesoro del benessere: la Sukko Spa. Dietro un ingresso maestoso passerelle d’acqua accompagnano gli ospiti all’interno: grandi spazi e affacci sull’isola, più in là imare calmo. Pacifici: è così che ci si sente qui: i tempi scanditi da riti di devozione e di augurio, come quelli richiesti all’ospite che entra nel centro, dove bisogna lasciare delle piccole ciotole di fiori a galleggiare nell’acqua della fontana. Più lontano navigheranno, maggiore sarà la fortuna. Oppure attaccare ritualmente una foglia d’oro sul portone, quasi fosse la statua di un tempio.La Sukko Spa si compone di centro termale, wellness e Resort Jantra Spa Villa. Ci si può accontentare di una toccata e fuga per un massaggio aromatico o fermarsi per più giorni e godere totalmente dei benefici della spa. Le ville sono immerse in un ambiente naturale ricco e ripropongono un design interno in tipico stile thailandese con una stanza adiacente per i trattamenti e vasca idromassaggio. La particolarità del luogo è che gli aromi e i prodotti per le cure vengono scelti su misura: in base al proprio mese di nascita viene indicato l’elemento naturale corrispondente e l’aroma da utilizzare, per esempio al mese di novembre corrisponde l’elemento terra, e l’aroma utilizzato è il lemongrass. I trattamenti sono basati sulla medicina tradizionale, per portare lo spirito a un equilibrio attraverso massaggi, terapie del calore e impacchi di erbe. Sono oltre 40, tutti durano da due a quattro ore, ognuno con una funzione specifica, e possono essere scelti in base allo stile di vita. Assolutamente da non perdere, per immergersi nell’atmosfera zen, è il corso di Ashtanga Yoga, che riprende la tradizione autentica basata su movimenti collegati tra loro e in armonia con il respiro. Niente è lasciato al caso: che si può desiderare di più di abbandonarsi in mani esperte, sorseggiare tisane al suono della musica thai e, dopo aver trascorso ore di trattamenti, cenare  sulla terrazza del ristorante senza privarsi del dessert, mango e sticky rice, perché qui tutto è salutare? Dopo tutto questo? E’ ora di sorridere!

Testi:  Sara Nuzzo – Foto: Federico Klausner (apertura) e archivio

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