L’Ottocento è il secolo più importante per la definitiva consacrazione dei viaggi, ma il Grand Tour inteso come istituzione è finito. Lascia il posto ad un fenomeno turistico più ampio che comprende villeggiature, bagni nelle stazioni termali e balneari e ascensioni alpinistiche.
I conflitti che scoppiano in Europa, i problemi economici e i forti squilibri sociali non fermano il viaggio turistico che viene comunque esaltato come occasione per favorire la promozione della cultura, dell’educazione e della stessa salute. Lo sviluppo capitalistico, la rivoluzione del sistema dei trasporti e il desiderio di strati sociali sempre più vasti di concedersi periodi di ferie e di riposo,

rappresentano inoltre un formidabile incentivo alla trasformazione del turismo da elitario a fenomeno di massa. Fautore del turismo culturale è lo scrittore Theophile Gautier che osserva: “Quanti anni si perdono stupidamente nella vita! Ogni educazione dovrebbe avere per completamento un viaggio di circumnavigazione attorno al mondo. Perché non c’è nave al servizio di ogni scuola per caricarvi gli allievi e far loro finire gli studi nel libro universale, nel libro meglio scritto di tutti, perché è stato scritto da Dio? Non sarebbe meglio spiegare l’Odissea e l’Iliade ripercorrendo gli itinerari dell’eroe greco e dell’eroe troiano?”. Girare l’Europa non è più un’avventura ma una vacanza: l’iniziativa privata aristocratica e borghese viene lentamente soppiantata dalla prima organizzazione turistica di viaggi che nel tempo ne ricalcherà gli itinerari, ne assimilerà le motivazioni adattandole poi alle esigenze della nuova clientela. La più esauriente guida d’Europa di allora, la Guida dei Viaggi di Reichard, non richiama ancora l’attenzione sulle bellezze naturali o sulle cose degne di essere viste, indica solo gli itinerari più brevi, i nodi postali, i prezzi e le possibilità di alloggio e le prescrizioni ufficiali. Nel 1841 Thomas Cook organizza il primo viaggio collettivo nel suo paese, l’Inghilterra. Il successo è tanto grande che quattro anni dopo, l’imprenditore inglese crea una società con lo scopo di organizzare viaggi:

nasce così il turismo organizzato. L’inglese John Murray, dopo aver viaggiato in lungo e in largo per il continente europeo, pubblica nel 1836 il primo Red Book che diventa famoso in tutto il mondo. Nella guida elenca le bellezze dell’Olanda, del Belgio e della Renania raccomandando ai turisti gli itinerari pittoreschi e romantici. A Murray si deve anche la trovata di contrassegnare con degli asterischi i luoghi degni di essere visitati e che diventano d’obbligo. Tre anni dopo segue La Renania, la guida nordeuropea di Karl Baedecker. I paesi che concorrono maggiormente alla grande rivoluzione del viaggio in senso sempre più strettamente turistico, sono senza dubbio quelli europei a cominciare dall’Inghilterra, patria del Grand Tour, alla Francia, Germania, Svizzera e Italia. Un’altra consuetudine che si diffonde con grande rapidità è quella delle vacanze nelle località termali e balneari. Attorno al 1820 sulle coste europee sorgono infatti i primi stabilimenti. Ricordiamo quello grandioso di Dieppe in Normandia nel 1822, seguito presto da quelli di Dunquerque e Calais in Francia, da quelli tedeschi di Doberan e Warnemunde, e olandesi di Scheveningen. Simili strutture nel Mediterraneo si trovano solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Dal 1870, per chi abita vicino alle coste dell’Atlantico o del Baltico, è di moda andare al mare.

Gli inglesi vanno in riva alla Manica, gli olandesi e i tedeschi sulle rive del Mare del Nord, gli svedesi frequentano il Mar Baltico. La crescita delle stazioni termali e balneari in Inghilterra è vertiginosa: fra il 1815 e il 1914 si sono più che raddoppiate, mentre aumenta di almeno venti, trenta volte il loro numero sul continente. La notorietà diventa la chiave fondamentale per garantire il successo, e la pubblicità gioca un ruolo primario nell’accrescere il prestigio di una località. L’aristocrazia promuove la moda dei centri termali e i soggiorni di principi e monarchi sono determinanti per garantirne la popolarità. La regina Vittoria lascia l’isola di Wright per soggiornare a Hyères, Cimiez e Aix-les-Bains. L’imperatrice Eugenia accompagna Napoleone III nell’amata Biarritz che sarà frequentata anche dal Cancelliere tedesco Bismarck. L’imperatrice Sissi, grande viaggiatrice, contribuisce ad accrescere la notorietà di nuove mete quali Corfù, Madera e Cap Martin. Le visite dei personaggi illustri vengono pubblicizzate tramite apposite comunicazioni, abilmente organizzate dai promotori finanziari e divulgate grazie alla stampa. Una delle abitudini che si diffondono in gran fretta è quella di trascorrere l’inverno, che dura sette mesi da ottobre ad aprile, in località dal clima mite e temperato. San Remo e Cannes sono le più ambite in inverno. Mentre in estate si preferiscono Aix, Vichy e Montreux. È una clientela piuttosto giovane, formata soprattutto

da donne e bambini e da una folta schiera di scrittori e artisti alla ricerca di nuove ispirazioni. Due termini per uno stesso litorale che si estende da Rapallo fino a Marsiglia: gli inglesi lo chiamano Riviera, i francesi preferiscono l’appellativo di Costa Azzurra. La Riviera, che dal 1865 si raggiunge anche in treno, attira villeggianti sempre più numerosi, richiamati dalla mitezza del clima. Nizza, Cannes, Hyères, Grasse e Mentone, lanciate dagli inglesi, rimangono le mete favorite. Monte Carlo invece deve la sua fortuna al gioco e al casinò. I russi, che dalla fine della guerra di Crimea (1856) al 1914 si insediano a ovest di Cannes e a est di Nizza, si fanno notare spendendo somme esorbitanti e costruendo chiese ortodosse. Verso la metà del XIX secolo, gli inglesi cominciano a migrare verso l’oceano. La moda li spinge verso Estoril, a ovest di Lisbona, destinata poi a ricevere i sovrani detronizzati. Sulla via del ritorno dalle Indie, gli anglosassoni scoprono anche altri luoghi che diventano mete invernali: l’isola di Malta con La Valletta, Cipro, e soprattutto l’Egitto con Alessandria, il Cairo e Luxor. Nel sud Italia Sorrento, Capri e Taormina sono le località più apprezzate. Anche negli Stati Uniti la moda balneare fa proseliti e il magnate Flager, tra il 1886 e il 1894, costruisce delle stazioni climatiche in riva all’oceano: nascono West Palm Beach e Miami Beach, che diventano nel corso degli anni località glamour, dal fascino irresistibile.
Testo Giovanna Scatena Foto Archivio
Della stessa serie:
1 – Un tuffo nel passato: l’Italia del Grand Tour
2 – Gli inglesi e il Grand Tour in Italia
3 – I francesi e il Grand Tour in Italia
4 – I tedeschi e il Grand Tour in Italia
5 – Il viaggio a piedi di Johann G. Seume
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.