A chi , come il sottoscritto, e’ un fan di Tiziano Terzani, a chi crede di conoscerlo bene per avere letto tutti i suoi libri, e’ sempre rimasto il dubbio sulla fine fatta dai suoi scatti. Scatti che, si dice, prese a realizzare con una punta di invidia verso i fotografi, i quali al termine della giornata passata al fronte in Vietnam, potevano riposarsi al bar davanti a una birra, mentre a lui toccava iniziare a riempire un foglio bianco inserito nella sua “lettera 22” . Centinaia di foto che ora suo figlio Folco ha raccolto in un imperdibile libro insieme a testi scelti. Tiziano inviava i suoi pezzi dall’Asia, dove aveva trasferito la sua residenza. Per fissare i ricordi, utilizzava una Leica che portava sempre con se’. Immagini in bianco e nero, cariche di curiosita’ e magia. Non un esercizio pittorico o formale, non una ossessiva ricerca dell’inquadratura perfetta. Nei suoi scatti pero’ scorre la vita, sua e di coloro con cui e’ entrato in contatto nell’arco di trent’anni per raccontarne le storie e cosi’ vanno letti . Come una vera e propria raccolta di appunti visivi di prima mano e citazioni che non sempre hanno trovato posto nei libri. Divisi in capitoli
(Vietnam, Cina, Tibet, Giappone, Unione Sovietica, Asia calda, il viaggio degli indovini, Mustang, India e Himalaya) raccontano di una vita vissuta con coraggio ed entusiasmo, nel cuore della Storia. Dalla conquista del Vietnam da parte dei vietcong, quando Terzani fu tra i pochissimi giornalisti rimasti a Saigon, testimoni dell’arrivo dei vincitori, a una progressiva disillusione: “Non piu’ rivoluzioni, non piu’ politica. A che servono? A questo punto fai quello che hanno fatto tutti i cercatori del passato: ?par, ?par! In senso figurativo ma anche in senso fisico: vai su, su, sempre piu’ su. Vai su per la montagna, ?par, ?par, ?par.” Cui segue il ritiro in India, “Erano tanti piccoli passi che facevo per allontanarmi dalla mia vita normale e trovare il filo di un’altra “ e infine in una baita sull’Hymalaya alla ricerca del principio universale che governa il mondo: “Sento questa mia vita che sfugge, ma che non sfugge, perche’ e’ parte della stessa vita di quegli alberi. Una cosa bellissima il disfarsi nella vita del cosmo ed essere parte di tutto”. Aiutato da una grafica essenziale e stampato su carta spessa e opaca, come un antico taccuino, Un mondo che non esiste piu’ e’ un libro di sruggente poesia, malinconia e insieme un documento straordinario.
Testo di Federico Klausner
Tiziano Terzani – Un mondo che non esiste piu’
2010, Longanesi. Pagine 304 € 22
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