E poi
d’improvviso
il fiato abbandona
la finestra.
Si stacca dai vetri
e si posa sui campi,
per fondersi
nel respiro profondo
della Terra.
Umido e tiepido
di vita nascosta,
addormentata nel buio.
Cristallizza una coltre
di neve soffice,
avvolta in un silenzio
di ghiaccio,
immobile e trasparente.
che segnano il confine
e l’orizzonte del cielo.
Nuotano gli occhi
nei colori sciolti
di un acquerello livido,
che profuma
di nebbia e di quiete,
cercando segni emersi
scheletri di futuro.
Scende la sera
di grigio uniforme
a cancellare tempi e ricordi.
Testo di Federico Klausner
Foto di Eugenio Zaffagnini
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