Dalle atmosfere “honeymoon” di Kangaroo Island (koala, leoni marini e naturalmente canguri) agli incredibili scenari dell’Eyre Peninsula. Rocce dai cento colori, laghi salati, fauna e flora all’infinito, protagonisti del coinvolgente “bush” australiano.
Eyre Peninsula, South Australia, Australia
Adelaide, capitale dell’Australia del Sud, è la città di arrivo e insieme di “smistamento” per chi desidera recarsi nei vari territori che fanno parte di questo grande stato (poco meno di un milione di chilometri quadrati!) dell’ancor più grande continente australiano. Da questa città moderna, ariosa, vero mosaico di razze e nazionalità diverse (quelli di origine italiana sono circa sessantamila) si
Eyre Peninsula, South Australia, Australia
raggiunge con l’aereo la prima destinazione tra quelle previste del South Australia, con un volo di nemmeno un’ora.
Kangaroo, l’isola degli innamorati
Non è detto che siano necessariamente marito e moglie, gli innamorati! La terza isola per grandezza dell’Australia, grande quanto mezza Umbria e abitata da nemmeno cinquemila persone (conta un abitante per chilometro quadrato!) è infatti famosa quale meta preferita dalle coppie in luna di miele; e l’honeymoon va bene anche per coloro che, semplicemente, decidono di trascorrere la loro vacanza speciale in un luogo che, per la verità, ha tutto per essere giudicato adatto dalle anime gemelle: panorami dolcissimi di verde e di terreni ondulati; una vegetazione diffusa e varia, ricca di eucalipti e di una infinita varietà di arbusti; coste selvagge e scoscese in perenne litigio con le onde che arrivano dall’Antartico; ritmi di vita quieti e rilassati, favoriti dalla semplicità e dalla discrezione dei residenti. Può bastare? certo che no. In più, ed è un più che ha la sua importanza, è possibile vivere a contatto visivo continuo e talvolta anche fisico, con gli animali che popolano questo ambiente privilegiato. Non solo i canguri, che hanno dato il nome all’isola, ma anche wallabies (dei
Eyre Peninsula, South Australia, Australia
canguri più piccoli) koala e diverse specie di leoni marini, presenti questi in gran numero lungo le rocce e le spiagge della parte meridionale dell’isola. Senza contare che non è affatto raro imbattersi in greggi enormi di pecore, vedere gli emu (un po’ simili agli struzzi) e, alzando gli occhi, scoprire un gran numero di volatili di tutti i tipi, pappagalli compresi. Si, Kangaroo va bene per gli innamorati, ma soddisfa anche gli amanti della natura e degli animali, chi è appassionato di botanica e chi vuole, in altre parole, vivere una vacanza “attiva”, senza per questo rinunciare a benefiche pause di riposo e relax.
All’interno: verde, fauna e zone protette
Chris, la guida che ci accoglie all’aeroporto di Kingscote (un airtrip asfaltato) è uno che sa davvero “tutto” di Kangaroo, perché ci è nato ed è stato un ranger per anni. Ci accompagna alla scoperta di quest’isola, a sua volta “scoperta”, nei primi anni del 1800, dal capitano inglese Matthew Flinders. Il
Eyre Peninsula, South Australia, Australia
primo contatto è con le zone interne di Kangaroo, ricche di verde, di campi coltivati, di parchi naturali. Il Parndana Park e il Flinders Chase National Park sono due delle aree protette dell’isola che maggiormente attraggono i visitatori. Il primo è abbastanza esteso ma minore per superficie rispetto al secondo, che a sua volta termina a contatto con il mare nella punta più occidentale di Kangaroo. Oltre ad un gran numero di piante, cespugli e fiori bellissimi, specie in primavera inoltrata (settembre, ottobre) ospitano una fauna endemica di notevole interesse. Si sa, i turisti si aspettano di trovare ad ogni passo canguri che saltellano e (magari) si avvicinano per accettare gustosi bocconi; non è proprio così; questi animali sono timidi, al pari dei cugini wallabies, minori per taglia, e vivono in piccoli gruppi nel folto della vegetazione. Non si fidano molto degli “umani”, ma qui a Kangaroo possono stare tranquilli; sono animali protetti e accuditi, anche perché esistono centri specializzati nei quali vengono curati, se necessario, vengono allevati i piccoli che per disgrazia rimangono orfani e possono avere (qui si) anche un contatto ravvicinato con i visitatori. Gli altri animali “star” dell’isola sono i koala che
Kangaroo Island, South AUstralia, Australia. Koala
abitano tra le foglie di eucalipto e coccolano i cuccioli non ancora autosufficienti, sono i rettili, gli uccelli (anche aquile, falchi) e i rumorosissimi pappagallini che volano a stormi da una pianta di eucalipto all’altra. Molto bella e interessante è anche la campagna: grandi spazi interni destinati alla coltivazione del grano, dei cereali e all’allevamento delle pecore. In tutta l’isola, poi, vi sono numerose aree di ristoro coperte, dotate di banconi per le vivande, cucine barbecue, frigoriferi e servizi. Un grande segno di civiltà e una indubbia comodità per i molti turisti che scorrazzano per Kangaroo.
Il mare e le coste: un altro mondo
La costa nord è più bassa, presenta numerose belle spiagge – notevole è la baia di Emu dalla forma a ferro di cavallo e dalla sabbia chiara – e il mare è più calmo rispetto a quello della costa meridionale, che si affaccia sull’oceano aperto; qui le acque sono sempre in movimento per via dei venti che arrivano da sud. Bella è la baia di Vivonne, nella quale ormeggiano le barche dei pescatori; molto più interessante – attrae un gran numero di turisti – è la Seal Bay. Dal Visitor’s Centre, il cui piccolo museo mette in mostra ossa e cartilagini dei pesci che popolano queste acque, si arriva, per mezzo di una lunga passerella in legno che supera il dislivello delle rocce e il grande tappeto di cespugli fioriti, alla immensa spiaggia popolata da una gran quantità di leoni marini, cuccioli e adulti, tra i quali sgambettano gabbiani e sterne dalla cresta. I visitatori hanno tutti un ranger che li tiene compatti; è infatti vietato girare per conto proprio, sia per
Kangaroo Island, South Australia, Australia
non disturbare gli animali, sia per non avvicinarsi troppo agli esemplari più grossi (e molto forti!). Il vento che arriva dall’Antartico produce onde lunghe e continue. Ciò non di meno, i “tuffi” a mare dei sea-lions sono numerosi. Lo strato di grasso di cui dispongono li protegge egregiamente dal freddo delle acque.
La punta marina delle meraviglie
Uno dei luoghi più celebrati di Kangaroo è la punta sud ovest che comprende l’Admirals Arch e le Remarkable Rocks. Dalla sommità della collina che spazia sull’oceano, dominata da un faro, si scende attraverso una passerella in legno a tornanti che conduce sin quasi a bordo mare. E’ una costa interamente rocciosa, torturata senza sosta dalle onde che si infrangono rumorosamente sugli scogli. Qui vivono una gran quantità di leoni marini. C’è un po’ di sole e il vento è piuttosto freddo. Ma gli animali, disseminati un po’ ovunque, si sdraiano beati (gli esemplari più vecchi) mentre quelli più giovani giocano a rincorrersi. Il panorama è reso ancora più bello dal mare spumeggiante che, prima di arrivare sulla costa, sbatacchia contro le due isolette prospicienti la punta: sono le isole Casuarina, dette anche The Brothers, anch’esse abitate dai leoni marini. Notevoli infine, sia l’arco naturale scavato dal mare, che ha numerose stalattiti che pendono dalla volta, sia le formazioni rocciose definite non a torto “remarkable”.
Eyre Peninsula, regno del bush e dei laghi salati
Eyre Peninsula, South Australia, Australia
L’arrivo in aereo da Adelaide a Port Lincoln, cittadina famosa per l’allevamento e la lavorazione dei tonni destinati ai giapponesi, segna l’inizio della seconda tappa del viaggio, alla scoperta (parziale!) del South Australia. Una lunga arteria che percorre da sud a nord la penisola di Eyre, conduce dapprima alla sosta di Wudinna, un paesotto agricolo di poche case, orgoglioso di trovarsi a metà strada esatta tra Sidney e Perth, quindi, seguendo piste sterrate, si arriva al Kangaluna Bush Camp. Si tratta di una struttura ricettiva formata da tende a loro volta sistemate su un basamento in legno a palafitte; il “contatto” col terreno viene evitato, per quanto possibile, in questi luoghi (insetti, piccoli animali ecc.). Le spesse tende sono davvero molto “eleganti” e comode. Apribili per mezzo di cerniere lampo, dotate di finestre a loro volta protette da trame anti insetti, dispongono di comodi letti, ventilatore, aria condizionata, doccia, acqua calda e pompa di “ricarica” per l’acqua consumata. Il luogo è in pieno bush, manca di tutto, corrente elettrica compresa, fornita questa da un generatore autonomo. Le “comodità” sono comunque assicurate. L’area dei Gawler Ranges è stata esplorata fra i primi da Edward John Eyre nel 1839. E’ molto vasta e raccoglie un insieme di bellezze naturali davvero notevoli. Ospita circa 140 specie di differenti uccelli e tre delle cinque specie di canguri esistenti in Australia, oltre al Wallabie delle rocce dai piedi gialli.
Nei dintorni del Kangaluna Camp
Kangaroo Island, South Australia, Australia
Attorno al Camp vi sono molti laghi salati. Non è dato sapere quanti ve ne siano nei Ranges, ma sono molti e incredibilmente interessanti, oltre che belli da osservare. Hanno rocce multicolori che affiorano e bordano le acque solidificate e bianchissime; i minerali contenuti nel terreno sono una sicura spia della “vecchiaia” di questo territorio, misurabile in milioni di anni. I colori sulla superficie sconnessa, propiziati dall’avanzare e dal ritrarsi stagionale delle acque, offrono una gamma di incredibili varietà cromatiche; il tutto, arricchito da una vegetazione più che intensa, malgrado si vada verso la stagione secca. Di notevole impatto emotivo è poi la zona delle Pipe Organs, formazioni rocciose poste ad anfiteatro su una conca ricca di vegetazione, che si innalzano verso il cielo dispiegando a loro volta una gamma di rossi, gialli, ocra che giustificano appieno la sacralità del luogo; e sacro lo è infatti per gli Aborigeni del luogo da tempo immemorabile. Il ritorno verso il campo avviene accompagnati dal rincorrersi di curiosi canguri, dalla scoperta delle tracce dei “mole”, marsupiali piatti e grassocci che vivono sotto terra in cunicoli scavati dalle robuste zampe anteriori. Il panorama è tutto meno che monotono: un continuo intreccio di alberi, cespugli di tutti i tipi e di erbe secche e gialle, con corollario di numerosi insetti, fastidiosi e onnipresenti. Ma è casa loro, dopotutto!
L’incredibile Gairdner Lake
L’esperta guida Rose, a proprio agio alla guida di un grosso fuoristrada, ci conduce verso nord, meta
Eyre Peninsula, South Australia, Australia. Tramonto
il Lago Gairdner, compreso nell’omonimo parco nazionale. A un certo punto si esce dall’area del parco Ranges e si percorre una zona piatta e costellata di piccole rocce variamente colorate. La guida ci mostra come gli aborigeni ricavavano i vari colori, usati poi per riti tribali propiziatori. Con poche gocce d’acqua, sufficienti ad asportare la patina superiore dei sassi, prendono sostanza diverse delicate tinture: dal grigio chiaro, all’ocra, al rosso, al mattone. Poi si arriva al Lago Gairdner e l’impatto visivo è davvero impressionante. Molto vasto, circa 8-10 chilometri largo per circa 160 chilometri lungo, è completamente bianco di sale. Poco profondo, riesce a compattare una crosta salina di circa 3 metri di spessore, che fa la gioia degli sportivi australiani. Ogni anno (gennaio, febbraio) vengono organizzate gare su veicoli speciali e si impiegano anche veicoli a reazione per ottenere record di velocità. Il ritorno verso Kangaluna prevede un percorso fuori parco molto accidentato e difficile: saliscendi, grosse pietre, strettoie, che mettono a dura prova il mezzo e l’autista. Dopo aver incontrato canguri, struzzi, emu, si assiste a un tramonto infuocato, sin quasi al buio completo, in un lago metà acqua e metà sale, prossimo al Campo. La cena, sotto le stelle, è gradevole e suggestiva, se non fosse per la compagnia abituale di miriadi d’insetti di tutti i tipi. Amanti della natura, come noi!
Incontri ravvicinati nella Baia di Baird
Kangaroo Island, South Australia, Australia. Leone marino
Con i coniugi Scholtz, che dirigono il Kangaluna Camp, ci si sposta verso il mare della Grande Baia d’Australia per scendere poi sino a Port Lincoln, dove il viaggio nell’Eyre Peninsula avrà termine. Prima di raggiungere il mare, una sosta curiosa per salutare un amico degli Scholtz che lavora con una enorme mietitrebbia in un “campetto” di grano che, ci dice, misura la sciocchezza di 400 acri (1,5 chilometri quadrati, circa); potenza delle “misure”australiane! Poi si raggiunge il mare, nella Baia di Baird. In un centro “diving” sono raccolte una decina di persone in attesa di andare a “nuotare” con i delfini e i leoni marini. Con l’imbarcazione di Alan si punta verso il largo e il primo incontro avviene con i delfini. I gitanti pinnati e protetti da mute (l’acqua è piuttosto fredda) si gettano nuovamente in acqua nei pressi di un isolotto che separa le due punte estreme della baia, prima di accedere al mare aperto. E’ il momento dei leoni marini, presenti in queste acque in gran numero. Lo spettacolo è davvero divertente e specie i cuccioli sono vivacissimi: giravolte, lotte con i fratellini, immersioni rapide, al punto che invogliano ad immergersi il grosso leone marino (il papà) che si degna di raggiungere la numerose figliolanza nelle limpide acque della baia.
Verso Port Lincoln
Eyre Peninsula, South Australia, Australia
La costa che scende verso la punta della penisola è davvero interessante. Vi sono zone con alte scogliere, smangiate nel corso dei secoli dall’erosione marina, che scendono in acqua con precipizi da brivido; altri tratti di costa sono bassi e sabbiosi, incisi da numerose baie che si insinuano verso l’interno per molti chilometri. Alcune brevi soste si susseguono nei punti panoramici di maggiore impatto. In prossimità di un punto dove un cippo marmoreo racconta di un antico naufragio, quindi a contatto con una grande laguna interna dalle acque chiare e calme, in assoluto contrasto con quelle agitate e blu intenso del mare. Si costeggia la Coffin Bay (baia della bara; tutto un programma!) per raggiungere infine Port Lincoln.
Testo di Federico Formignani Foto di Lucio Rossi
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