Una collezione impressionista d’eccellenza a Palazzo Reale di Milano.
La mostra delle impressioni fa tappa a Milano. E sì, perché è proprio dalle impressioni, declinate da Claude Monet tramite il suo quadro ‘Impression au soleil levant’, che il movimento impressionista inizia a segnare i suoi confini per definire la corrente che ha prodotto, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, tra i più affascinanti dipinti della storia dell’arte moderna. La rassegna è composta da oltre 70 opere che i coniugi statunitensi, Sterling e Francine Clark, hanno raccolto tra il 1910 e il 1950. I celeberrimi artisti in mostra hanno in comune l’aver compiuto un percorso creativo parigino tra gli anni Trenta dell’Ottocento sino alle soglie del XIX secolo. Un emiciclo di date all’inizio del percorso segna i passi salienti dello sviluppo di quegli anni.
Parigi e la campagna francese sono ricordate da immagini che accompagnano l’ingresso alla mostra. L’esposizione si apre con la sezione ‘Impressione’ che accoglie uno dei capolavori di Alfred Sisley, ‘Effetto neve’, dipinto a Moret-sur-Loing, dove l’artista ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. La pennellata veloce coglie l’impressione di quel paesaggio, in una particolare ora del giorno. I colori sono diafani, l’elemento antropico si confonde con la natura. Non solo paesaggi però, sulla parete opposta troviamo, di Renoir, ‘Ritratto di Madame Monet’ in cui è incarnata tutta la consistenza della malattia. La luce è una delle protagoniste della corrente francese e da il nome alla seconda sezione dove si trova ‘Oche nel ruscello’ di Monet, tra i primi a creare l’afflato, mai abbandonato, della pittura en plein air. Questa tela del 1874 ne è uno splendido esempio, un casolare sullo sfondo con una figura femminile appena accennata, un laghetto tra le piante e delle oche in primo piano, la pennellata è decisa e veloce. Coglie l’attimo, quell’attimo.
Pierre-Auguste Renoir è tra gli autori più amati dai coniugi Clark e diverse sono le sue opere in mostra, dal ‘Tramonto’, vera apoteosi della luce, alle nature morte, passando attraverso la sua Venezia, nella sezione viaggi, per giungere ai suoi ritratti della borghesia francese dove raggiunge il massimo livello espressivo, con ‘Ragazza con il ventaglio’ ad esempio, o con ‘Il palco a teatro’ del 1880 in cui le due giovani ritratte sembrano davvero essere state interrotte in una loro conversazione. La natura è l’altra protagonista della poetica impressionista e da essa nascono splendide riproduzioni di angoli di Francia da Argenteuil di Callibotte, ‘L’Oise presso Pontoise’ di Camille Pisarro, Arcachon, dell’omonimo interno di Edouard Manet. L’unico contributo italiano è quello del ferrarese Giovanni Boldrini che, trasferitosi a Parigi nel 1871, inizia la sua avventura all’insegna della fascinazione per l’alta borghesia parigina dalla quale nascono suggestivi dipinti come ‘Attraversando la strada’, o ‘Giovane donna che lavora all’uncinetto’ nei quali l’attenzione al dettaglio è quasi ossessiva, e la delicatezza con cui la luce sembra accarezzare gli oggetti commovente. Da menzionare le ‘Ballerine della classe di danza’ di quello che fu definito ‘il più parigino degli impressionisti’, Edgard Degas e ‘Fanciulla cristiana’ del parigino Paul Gaughin. Con le sue figure piatte, delineate, quasi geometriche si è discostato nettamente dal movimento pur subendone le suggestioni.
La vera e propria tournèe degli impressionisti da Palazzo Reale di Milano, dove farà tappa sino al 19 giugno, si sposterà poi al Musée des Impressissionnismes di Giverny, per poi andare passare alla CaixaForum di Barcellona. Ci vorrà un po’ di tempo perché le opere tornino allo Sterling and Francine Art Institute, in Massachusetts, da dove sono partite.
Testo di Sara Rossi
Info: Impressionistimilano
Fino al 19 giugno
A Palazzo Reale di Milano
A cura di Richard Rand e con la consulenza di Stefano Zuffi
Catalogo Skira
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