La leggenda narra che sotto la cima del monte Sibilla si aprisse la grotta dove viveva la Sibilla Cumana che l’eroe virgiliano Enea si recò a consultare. Dopo di lui indovini e cavalieri giunsero da tutta Europa al termine di viaggi estenuanti nella speranza di carpirle una profezia.
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Se si lascia correre lo sguardo si incontrano gole come quelle dell’Infernaccio e pareti rocciose come il Pizzo del Diavolo e la Cresta del Redentore, da cui si dice precipitò Pilato nell’omonimo lago sottostante. Leggende e nomi danteschi circondano i monti Sibillini di un’atmosfera misteriosa e inquietante. Ma sono solo parole. In realtà questa terra che si allarga fra Marche e Umbria è fra le più fertili e sorprendenti d’Italia. In certi periodi dell’anno, come in primavera, offre paesaggi lussureggianti dai colori vivaci e contrastanti, spettacolari fioriture selvatiche di narcisi, papaveri, margherite, genziane e ranuncoli sul Piano Grande, come un naturale quadro impressionista. O il presepe costituito dal Castelluccio di Norcia, dove si rincorrono e incrociano aspre vette e vasti altipiani, impressionanti gole e paesaggi lunari solcati da corsi d’acqua cristallina e punteggiati da insediamenti montani. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, più di 71 ettari di territorio, è stato modellato da fenomeni carsici e glaciali la cui azione ancora oggi è testimoniata dai circhi glaciali del monte Vettore, la cima più alta del Parco insieme al monte Sibilla, della valle dell’Ambro, della val di Tela e da quelli delle valli sottostanti, modellate nella tipica forma a U. Anche il patrimonio faunistico è particolarmente ricco.
Tra i tanti mammiferi che popolano il parco è frequente osservare caprioli, gatti selvatici, lupi, mentre tra i rapaci si possono avvistare l’aquila, il falco pellegrino e il gufo reale. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è frequentato da numerosi escursionisti, attratti dalle grandi possibilità che offre. Le mete classiche sono la Valle del lago di Pilato, che si può raggiungere dal borgo di Foce, le gole dell’Infernaccio, dove si arriva passando da Rubbiano, e la salita del monte Sibilla, mentre per i mountain biker l’itinerario più spettacolare parte da Castelluccio e percorre Piano Grande. Oltre al trekking, all’escursionismo, alla mountain bike, agli itinerari in camper, auto e moto, i Monti Sibillini offrono anche maneggi e manifestazioni. Di particolare importanza quelle gastronomiche che vedono il Parco trasformarsi in un vero giardino da gustare. Tra le eccellenze del territorio le mele rosa, i gustosi marroni, il miele, alcune ricercate leguminose come l’ineguagliabile lenticchia, la roveja, ottima per fare un’originale polenta, coltivate con passione e sapienza antica da un gruppo di agricoltori fedeli alla storia e alle tradizioni del luogo.
Testo di Samantha Lamonaca
Foto di Vittorio Giannella
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