PoveriVoi, ritorno dal Benin

Un soggiorno studio in Benin per imparare una materia da noi quasi dimenticata: l’empatia. Molti hanno voglia di andarsene, scappare dalle città, da questa società sempre più priva di valori. E una Ong arriva con una proposta inedita di aiuto umanitario.

I ritmi serrati, il lavoro snervante, ore e ore imbottigliati nel traffico, i soldi che non bastano mai, i riferimenti dei nostri figli che sono diventati Play Station e I Pad e il massimo dell’interesse culturale è di andare al centro commerciale. Forse c’è qualcosa che non non funziona. Fermiamoci e torniamo indietro almeno di un passo, a quando i rapporti umani erano molto più importanti delle scarpe tacco 12 e le ragazze non sognavano di fare le veline e i ragazzi  i calciatori (non tutti per fortuna sono così). 

Per chi vuole rimettersi in gioco, ritrovare un po’ di umanità, PoveriVoi offre la possibilità per un periodo minimo di tre settimane e fino a un massimo di tre mesi di vivere la quotidianità in un villaggio africano, vivendo con loro e seguendone il ritmo della vita e di lavoro. Niente telefonini, internet e comfort vari, inclusi acqua corrente e luce, la vita scorrerà nei lavori dei campi, nella parteciapzione alle assemblee locali, nella preparazione dei pasti, nel giocare con i bambini, cercando di catturare la proprietà terapeutiche “dell’Africa”. Un viaggio al contrario con lo scopo di farci capire come vivono gli altri e trarne insegnamenti positivi.

Le prime partenze sono previste per maggio-giugno 2011 con destinazione Doissa, in Benin, a 250 km dalla principale città, Cotonou. Nel villaggio potranno essere inseriti al massimo due ospiti, per non creare l’effetto villaggio-vacanze. Requisiti minimi per partecipare: voglia di scoprire un popolo, una buona adattabilità, curiosità, e un po’ di avventura: i bagni sono comuni o c’è il bosco, si cucina sul fuoco fagioli e riso e patate, l’acqua si va a prendere al pozzo. Ma chi se la sente sarà sicuramente ripagato dalle emozioni che rimarranno nel cuore e daranno un nuovo volto al nostro modo di vivere, sempre che ci si voglia tornare a vivere in occidente. Perché il pericolo è proprio questo: non volere tornare indietro.

Il progetto è nato nel settembre 2009 come gioco e provocazione, che però è diventata realtà e fra poco due persone partiranno per il villaggio di Doissa.

Per candidature o sostegno: wwwpoverivoi.org

Teresa Scacchi

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