ORCADI. Viaggio fra i colori freddi ed il calore dell’anima

Nessun confine alla vista, nessuna gamma calda di colori all’orizzonte, eppure tanta atmosfera da restarne rapiti. Solo pecore e sentieri, con muretti a secco che dividono, frazionano, caratterizzano una terra su cui si arriva e ci si isola, in tutti i sensi. Così le Orcadi, così il Mainland, ovvero il lembo di terra principale dell’arcipelago scozzese.

Il freddo Oceano blu, l’azzurro del cielo (raramente terso) o il grigio plumbeo che avvolgono tutto si alternano al verde pallido ma sconfinato dei campi, piatti e con poche sorprese allo sguardo. Impossibile anche solo pensare che fra tanta natura vi sia frenesia, stress e persino fretta. Ed infatti nulla di tutto ciò intacca la quiete ed i ritmi del luogo. Molto più facile invece credere che non si avvisteranno semafori per miglia, non ci saranno doppie file di veicoli in sosta sulla carreggiata. Anche perché le carreggiate sono quasi tutti sentieri, il più delle volte per gli abitanti, circa duemila persone.

Eppure incontrare qualcuno qui è davvero frequente, tutti operosi e loquaci… ci vuole poco per conoscersi. Così sappiamo che anche se resta spesso nel suo laboratorio, Sheila Fleets è affabile come molti isolani. Una jewel designer che ha fatto delle sue isole natali la fonte d’ispirazione per il suo lavoro. Celebrando le forme, i colori e le armonie del paesaggio dell’arcipelago, Sheila ci trasmette la passione dei primi giorni di lavoro, l’entusiasmo per una vita così semplice eppure così unica, dietro forme e paziente abilità che appagano sia artigiani che intenditori oggi in tutto il mondo.

Motivo d’orgoglio per la zona è poi anche la produzione di whisky e così ci lasciamo condurre alla scoperta dell’oro locale. La sua nascita, i sacrifici che chiede ed il frutto del lungo lavoro che traspare nel vetro del bicchiere ci lascia un gusto in bocca ancor più ricco. Così personaggi e storie si alternano e ci raccontano di un luogo tutt’altro che in disparte, tutt’altro che spento o dimenticato. I protagonisti delle prime civiltà qui scelsero di approdare, restare ed abitare. I Vichinghi vollero quest’arcipelago battuto dal vento ed il suo fascino, oggi ineguagliabile per l’indole è forte abbastanza da strapparti alla routine. Tanto che, alle nostre spalle durante il decollo, lasciamo un po’ di malinconia per un luogo così diverso eppure così vitale.

Testo e foto di Antonella Gemma Tereo

Informazioni utili

Dove dormire: sulla Mainland consigliamo Albert Hotel. L’atmosfera è cordiale e raccolta. Ben collegato, si trova nel centro di Kirkwall, la capitale dell’arcipelago, in Mounthoolie Lane.

Come arrivare: Da Edinburgo a Kirkwall, voli FlyBe a partire da 120 a tratta a persona, tasse incluse. Da e per Edimburgo dall’Italia, Easyjet offre tariffe da 29 euro a tratta a persona tasse incluse.

Cosa vedere: Da non perdere il Ring of Brodgar per godersi un panorama inestimabile su un sito archeologico neolitico, esposto all’aperto, affascinante soprattutto al tramonto. Altra tappa è sicuramente Skara Brae, un’area dove si concentrano reperti, tombe e insediamenti di epoca preistorica ancora ben conservati.

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