Le tre isole appartenenti alle Antille Olandesi sono l’abecedario della vacanza “tipo”. Sole, mare cristallino, spiagge incontaminate, sport e tanto divertimento. Ma soprattutto un piccolo pezzo d’Europa immerso nel mar del Caribe. Le “Dutch Leewards Islands”(cioè le Isole Sottovento Olandesi) appartengono, infatti, a parte Aruba, ai Paesi Bassi. Del vecchio continente mantengono gran parte degli usi e costumi e la lingua. Uno splendido meltin’pot di razze che, come in un caleidoscopio, crea le forme più belle e colorate della vita di queste isole disperse nel blu dell’Oceano Atlantico.

Mulini a vento, frontoni delle case, tetti di tegole rosse. Al primo sguardo sembra di essere ad Amsterdam. Ma il turchese del cielo, il tepore del clima ed il colore del mare fanno capire che è solo una imitazione. Siamo a Oranjestad, la capitale di Aruba. Un nome che subito ci fa capire che la provenienza è quella della casa regnante degli Orange. E’ una delle mete turistiche più battute delle Antille. Considerata la “Isla inutil” dagli spagnoli

che la scoprirono, fu usata per l’allevamento del bestiame e in seguito per le miniere. Dall’alto Aruba sembra piccola e piatta. In realtà quella bianchissima striscia di bianco borotalco adagiata nello smeraldo sciolto del mare caraibico è il fiore all’occhiello delle Abc olandesi. Tappa di tutte le navi da crociera, è uno dei templi degli sport acquatici. Incredibili, ma paesaggisticamente ineguagliabili, gli enormi, grigi e arrotondati massi di diorite di Casibari, a nord della collina di Hooiberg. Secondo la leggenda Aruba era una delle isole del tesoro. Si chiamava “Oro Ruba”, da qui Aruba, che significa “Oro rosso”. La sua capitale sfoggia alte e multicolori abitazioni con porte in legno scolpito e piastrelle tradizionali olandesi, unite ad ariose gallerie aperte e tetti spioventi in classico stile arabo. Lungo il molo, tutte le mattine, i pescatori vengono a vendere pesce dalle barche. Aruba è famosa per il suo Carnevale, i fuochi d’artificio di Capodanno e la parata in onore della Regina. Ma anche e soprattutto per i diversi casinò, campi da golf, le battute di pesca d’altura, trekking nel parco nazionale di Arikok e le bellissime spiagge bianche di Druif Beach, Rodgers Beach, Eagle Beach, Hadikurari Beach e Palm Beach.

Bonaire , l’isola a forma di boomerang, è una vera e propria perla sul mare. Il suo nome deriva dall’arawak bonjnaj (paese basso). Si trova davanti al Venezuela, ha un clima stupendo (da qui il suo nome) ed è lontana dai Carabi “di massa”. Quest’isola stupisce anche per le sue meravigliose location interne. Come uno scrigno racchiude preziose lagune popolate da fenicotteri. Oltre al kayak e allo snorkelling, si può praticare windsurf e ci sono ben cinquantuno siti per il diving. Qui, infatti, grazie al primo Parco Nazionale Marino dei Carabi sono protette e preservate acque e fondali meravigliosi.
Nella zona meridionale dell’isola si arriva alle vaste saline di Bonaire. Proprio in questa località, gli olandesi, che strapparono l’isola agli spagnoli, vi portarono gli schiavi. E le testimonianze delle loro presenza sono ancora le capanne, dai tetti in palma, che si trovano sulla costa priva di alberi. Mentre tra i mucchi di sale in attesa di essere caricati sulle navi, si celano tantissimi nidi di fenicotteri. Sulla costa atlantica, a Boca Onima, gli indiani caquetio tracciarono dipinti con pigmento rosso sulle pareti delle grotte.

La capitale di Curaçao, per il suo patrimonio architettonico, è stata dichiarata dall’Unesco, Patrimonio mondiale con i suoi palazzi coloniali del 1700, Schottegat, il porto più ampio dei Carabi, lo shopping e i suoi musei. Ma qui è anche spettacolare la vita notturna. Locali, discoteche, casinò completano l’offerta in grado di soddisfare il cliente più esigente.
Chi ricorda questo nome, lo lega sicuramente ai cocktail a base di Curaçao, i liquori dai colori bizzarri che si aggiungono agli aperitivi. Bottiglie di Curaçao blu, rosso, arancione e verde non possono mancare in qualsiasi bar che si rispetti. Al Landhuis Chobolobo, nei sobborghi orientali della capitale Willemstadt, si degusta una miscela locale arricchita con scorza di arance amare essiccate al sole. La terra e il clima particolare di quest’isola danno all’arancia un gusto particolare. Le landhhuizen sono le particolari case di campagna, nate nell’entroterra dell’isola, che la caratterizzano in maniera particolare per il loro stile coloniale e i colori sgargianti.
I bambini, nelle isole ABC, crescono imparando quattro lingue. L’olandese, la lingua ufficiale, lo spagnolo, l’inglese e il “papiamento”, la lingua locale formata da un mix di creolo, olandese, spagnolo e dialetti africani. E, per dirla con loro, “Bonbini”, che significa “benvenuti”, in questi meravigliosi paradisi terrestri.
Testo di Roberta Gallo Foto di Roberta Gallo e archivio
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