La montagna da vivere, la montagna che vive

Il Monviso. In Italia è quasi esclusivamente noto perché vi nasce il Po; allora i Francesi si sono impossessati di questa montagna, alle spalle (francesi) della quale si estende il parco naturale regionale del Queyras, un’area boschiva e rocciosa di rara bellezza, una montagna che vive ed insieme una montagna da vivere.

Il fatto che il Queyras sia un po’ scomodo da raggiungere (o da Cuneo, via Col d’Agnel oppure da Torino, Oulx e poi Monginevro e Izoard) ha preservato queste valli, mantenendole selvagge e lasciando incontaminati i caratteristici 8 villaggi, che presentano strutture architettoniche differenti fra di loro, ma dove sempre prevalgono la pietra e il legno in un contesto di natura totale. Questa montagna vive perché gli abitanti dei piccoli comuni e villaggi sfruttano ciò che questo grande parco offre per ottenere vari prodotti di artigianato locale. I grandi boschi di pino cembro e di larici (che spettacolo devono offrire d’autunno…) forniscono la materia prima ad uno stuolo di artigiani, scultori ed intarsiatori, che producono oggetti e mobili, caratterizzati dalle immancabili “rose” ornamentali. Nel passato, ogni paese e addirittura ogni singola famiglia di intagliatori del legno si identificava con la sua propria rosa intagliata. Ora questa differenziazione si è persa e l’artigianato locale presenta rose di ogni forma e tipo, intagliate spesso insieme sullo stesso manufatto. La spettacolare fioritura dei prati in primavera facilita l’attività di varie famiglie di apicoltori. Le ragazze che abbiamo conosciuto al Musee de l’abeille di Molines, proseguono orgogliose l’attività di famiglia, mostrando il perpetuarsi della loro tradizione di apicoltori e preparando, dettaglio non trascurabile, un pain d’épices (pane speziato al miele) che, così buono, non avevo mai mangiato! La montagna vive sulle facciate delle case impreziosite da una meridiana creata da Rémi. Rémi è una persona molto nota nel Queyras: ha svolto l’attività di pastore per anni, ma la vena artistica in lui era superiore alla solidità, acquisita negli anni, dei ritmi caratteristici di chi conduce i greggi dal piano all’alpeggio e viceversa. E così, da autodidatta, a metà degli anni 80 ha cominciato a dipingere le sue primemeridiane, rendendosi ben presto conto che la pittura acrilica mal si addiceva ad una parete esterna, soggetta al sole ed alla neve. Allora, sempre sperimentando in solitudine, ha messo a punto la sua tecnica di affresco, verificando in seguito, nei suoi viaggi in Italia, che era riuscito senza nessun insegnamento, a riprodurre la consueta tecnica della pittura “a fresco” ben nota nel Rinascimento! Adesso Rémi affresca le sue meridiane sulle case del Queyras, e delle valli vicine, con l’aspirazione di trovare anche in Italia estimatori della sua arte. Adesso però è il nostro turno di vivere appieno il parco del Queyras: Alexia, la bella e simpatica operatrice dell’Office de Tourisme du Queyras di Aiguilles, una ragazza iperattiva che sprizza entusiasmo e guida come una pilota di rally, è la nostra guida per farci vivere il piacere di praticare tutte le attività sportive offerte nel parco.  In realtà, è stato molto facile per gli splendidi abitanti del Queyras, così appassionati del loro territorio, trasmetterci l’entusiasmo di vivere queste montagne insieme a loro.

Luciano, ciclista semi-professionista e vero appassionato di bicicletta, si emoziona ad ogni curva, percorrendo le salite del Col d’Izoard e di Col de l’Agnel, nomi evocativi di epiche tappe del Tour de France. Queste strade, le uniche che io abbia visto con segnali stradali per ciclisti, vengono quotidianamente affrontate da pedalatori dilettanti che trovano su questi tornanti il loro momento di impagabile soddisfazione. Non sono solo le tortuose strade a punteggiarsi di biciclette (e anche di moto, a dir la verità): ci sono una infinità di sentieri, mulattiere e strade militari che uniscono, tra prati fioriti, ruscelli e pietraie, i villaggi del Queyras e che sono davvero notevoli da percorrere in mountain bike. Hugues, taciturna guida della associazione S.Q.A.M. di Aiguilles, dopo averci attrezzato opportunamente con MTB e caschetto, ci conduce da Saint Véran (il comune più alto d’Europa, a 2050 m) a Ville Vieille in una splendida giornata di sole. Fra pedalate e fotografie, qualche salita (troppo ripida per me), schizzi di fango e velocissime discese, trascorriamo una lunga, eccezionale mattinata. Così come eccezionali sono stati i circa 7 Km di rafting tra le abbondanti e turbinose acque del Guil. Christophe, è un istruttore bravissimo. Preso un gruppetto di assoluti neofiti del rafting (sembravamo un equipaggio da barzelletta classica: ci sono 3 italiani, 2 francesi, un belga…), catechizzato per non più di 5-10 minuti in modo da illustrare le operazioni fondamentali, è in grado di condurlo in mezzo alle rapide del Guil impartendo quei pochi comandi, ora in francese ora in italiano, che consentono al gommone blu e alla sua squinternata ciurma, di saltellare veloce sul fiume fino ad arrivare, dopo circa un’oretta di remate, sobbalzi e secchiate d’acqua, fin sotto l’imponente castello di Queyras, dove termina la nostra corsa. A me è piaciuto tantissimo. Il giorno dopo però evito accuratamente di andare a fare parapendio o di inerpicarmi sulle vie ferrate (sono un subacqueo, io, non uno scalatore!): un classico trekking sulle alte cime è quello che forse più di tutto ti fa entrare in contatto totale con la montagna. I sentieri sono tantissimi e tutti ben tenuti e segnalati. Man mano che si sale, lasciando il caratteristico villaggio di Ceillac, lo spettacolo che si apre davanti agli occhi è di quelli che davvero allarga anche il cuore: pianori aperti e fioriti, cime ancora innevate che puoi quasi toccare, laghetti morenici. E’ vero che per arrivare fin lì si suda come cammelli, ma, si sa, la Montagna è questa. E ne vale davvero la pena. Anche perché poi, la sera, negli accoglienti hotel o gîte d’étape, c’è sempre una tartiflette (piatto saporito a base di patate, pancetta e formaggio reblochon), una selezione dei tipici formaggi locali o anche qualche piatto più elaborato della cucina francese ad aspettarti. Il Queyras per me ha rappresentato un’ottima scelta per vivere pienamente la montagna, totalmente immerso nella natura e circondato dalla simpatia dei suoi abitanti.

Testo e foto di Aldo Banfi

Informazioni utili

Come arrivareIn Treno. Linea Torino-Lione, fino alla stazione FS di Sauze d’Oulx, dove si prosegue per Briançon e da qui con treno fino a Montdauphin Guillestre. Da qui servizio di autolinee (accertarsi presso l’ufficio del turismo per verificare gli orari delle corse). All’interno del parco, la navette de l’Escarton collega i diversi villaggi (servizio gratuito per i possessori della carte d’hôte). In Auto. Da Torino, direzione Sestrière/Monginevro fino a Briançon, poi proseguire per Guillestre, la porta del Queyras (Colle dell’Izoard e il Colle dell’Agnello sono generalmente chiusi da ottobre a maggio, in relazione all’innevamento).

Quando andare: Tutto l’anno

Lingua: Francese. (Diffuso e compreso l’italiano)

Suggerimenti: Il Parco Naturale Regionale del Queyras è un territorio che si sviluppa dai 1.350 ai 2.900 metri di altitudine, che si presta sia alla pratica degli sport invernali che estivi. Se d’inverno vi si pratica lo sci alpino e di fondo (il Queyras è il terzo territorio per estensione in Francia per la pratica dello sci di fondo), d’estate si trasforma in un vero paradiso per escursionisti. Rafting, biking, passeggiate a cavallo sono solo alcune tra le molte possibilità.

Dove dormire: L’offerta ricettiva è varia e ben distribuita su tutta la superficie del parco: 9.225 i posti letto disponibili distribuiti tra 3 hotel ***, 14 alberghi **, 2 * hotel, residenze private, villaggi vacanze, 8 rifugi e 1 campeggio. Ad Arvieux, uno degli alberghi più confortevoli del Queyras è la Ferme de l’Izoard, un Logis de France, con piscina esterna riscaldata e hammam. Suggestioni d’artista invece nel B&B La Barma ad Abriès:

Link utiliwww.queyras.com;  Ufficio Centrale Prenotazioni t.+33 0492 467618  www.queyras-montagne.com

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