La terza domenica di settembre, che quest’anno cade il 18, si corre da oltre un millennio il Palio di Asti. Evento in onore del patrono cittadino, San Secondo, istituito nel periodo di massimo splendore del Comune di Asti. Ce lo racconta Danilo Amerio, cantautore astigiano autore di grandi successi cantati da Mia Martini; Marco Masini, Raf e molti altri.
«Per chi viene da fuori il Palio dura un giorno ma per noi astigiani dura tutto l’anno. Qui è molto più di una tradizione, appartenere ad una contrada o un’altra fa la differenza, lo sentiamo moltissimo. Mio padre è stato per anni il Rettore di Marzanotto, in pratica il capo contrada, e ho avuto modo di viverlo da vicino. Da bambino ero affascinato dagli sbandieratori. Rimanevo ore a guardarli mentre si allenavano, ammiravo la loro abilità ma erano i giochi di colori che tracciavano le bandiere nei loro voli virtuosi che mi stregavano.»
Per quale contrada tifa?
« Per nascita appartengo al Borgo della Torretta, sono nato in corso Torino, una zona della città con vecchie case e grandi cortili. Salivo sempre all’ultimo piano a guardare dai tetti le colline, volevo andare oltre. Ne parlo nella mia canzone Case di ringhiera (album Bisogno d’amore) in cui attingo a emozioni dell’infanzia. Però i miei si sono trasferiti e da allora, anche per l’incarico di Rettore assunto da mio padre, tifo per la Borgo San Marzanotto. »
Quale momento non bisogna perdersi del Palio?
«La sfilata dei figuranti in costume medievale è uno dei momenti clou del giorno, sono circa milleduecento, è una bella immersione nel passato. Emozionante è la corsa, ma bisogna guadagnarsi una buona posizione. I cavalli sono 21, uno per ogni borgo o contrada della città, corrono 7 alla volta. I primi 3 classificati di ogni batteria si sfidano per il Palio. Sono cavalcati a pelo e debbono fare 3 giri di piazza Alfieri. Per noi di Asti la vera festa è prima, quando si prepara la città, la si addobba e si svolgono le cene propiziatorie durante le quali la cucina piemontese vive un momento di gloria. Bisognerebbe fermarsi una settimana per viverlo il Palio».
Partecipa ancora la Palio?
«Purtroppo non più attivamente, il mio lavoro mi porta spesso lontano ma appena riesco cerco di non perdermelo, è un modo per tornare alle radici. L’astigiano ha un anima particolare, intimista e schiva. Siamo gelosi delle nostre tradizioni, Oscar Wilde diceva: ciò di cui non si parla non esiste. Per l’astigiano doc non parlare di sé o di ciò che ama è una filosofia di vita. Non scherzo, il palio di Asti è il più antico d’Italia ma sono solo pochi anni che lo propongono come evento turistico.»
Dove ha creato i suoi maggiori successi?
«Qui fra queste colline che disegnano l’orizzonte all’infinito. Faccio lunghe passeggiate nella campagna vicina e quando rientro mi chiudo nel mio studio di registrazione e lavoro. A metà ottobre uscirà l’album “L’amore è un altro colore”, ogni canzone è dedicata a un momento della mia vita, canto l’amore in tutte le sue tonalità, ogni volta che ti innamori ne scopri una nuova. E’ una svolta dopo il periodo impegnato di Ali digitali»
Chi vincerà il Palio quest’anno?
«Che domande! Il Borgo San Marzanotto, sono i più forti e quest’anno hanno un cavallo…non sono mica di parte io!»
Info utili:
Come arrivare: in auto, uscita dell’autostrada Asti est, seguire per il centro città fino a Piazza del Palio. In treno, la stazione ferroviaria si trova a pochi passi dalla Piazza dove si svolge l’evento.
Dove dormire: Relais Cattedrale, Via Cattedrale 7, Asti. Tel. +39 0141 092099. Un’oasi di relax nel cuore del centro storico medievale della cittadina, allestita in un palazzo settecentesco. Hotel Priore, Corso Galileo Ferraris 58, Asti. Tel. +39 0141 593688.
Dove mangiare: Ristorante Gener Neuv, Lungo Tanaro dei Pescatori 4, Asti. Tel. +39 0141 557270. Cucina tipica del territorio accompagnata da ottimi vini. Tacabanda, Via al Teatro Alfieri 5, Asti. Tel. +39 0141 530999. Atmosfera famigliare e pasta fatta in casa.
Testo di Donata Brusasco
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