Nella zona più popolosa della Germania si trova la Rurhr, dove è nata l’industria minerale e siderurgica. Un progetto di riqualificazione ha restituito il senso di questo patrimonio.
Il punto di partenza è Essen, capitale industriale della Renania Settentrionale Vestfalia, il “Land” più popoloso della Germania. Undici milioni di abitanti, distribuiti in cinque città maggiori e alcuni centri secondari. Il suo cuore produttivo è il distretto della Ruhr dov’è nata l’industria mineraria e siderurgica alla fine del XVIII Secolo.
La prima destinazione è Zollverein, la gemma più fulgida di questa industria, ex miniera più grande della Germania, che vanta il primato di estrazione del carbone, raggiunto all’inizio del Novecento: ventiquattro tonnellate al dì. Scusate se è poco. Dopo i record l’industria estrattiva entra in crisi negli anni e dalla super produzione alla crisi, il passo è breve, la miniera nel 1986 chiude gli impianti.
Col declino di tutta la Ruhr parte un periodo di trasformazione durante il quale si ridefinisce l’identità di una regione. Zollverein e le altre cattedrali della cultura industriale si trasformano in centri culturali e d’intrattenimento. La miniera è un’icona qui.
Architettonicamente i suoi edifici sono un esempio della scuola tedesca d’inizio Novecento detta Neue Sachlikeit (Nuova Oggettività) il cui obiettivo più che l’estetica era la funzionalità, cui l’estetica doveva uniformarsi.
Lo stile minimalista di Zollverein, può piacervi o meno, ma gli edifici risultano belli, se non affascinanti, in quanto assolvevano al loro compito di luoghi di efficienza, di templi del lavoro. Eleganti nella loro geometrica semplicità, le costruzioni, disposte ad angolo retto, perseguono questo fine, vale a dire l’ottimizzazione delle operazioni di estrazione, lavorazione e di lavaggio del carbone.
Un restauro minuzioso del complesso: impianti, pozzi, caldaie, altiforni disseminati su un grande terreno in campagna, solcato dalla ferrovia- gli ha restituito lo smalto perduto. Gli spazi sono stati Re-inventati e adattati alla loro nuova funzione di musei, di centri di servizi, di cultura, d’arte, in continuità con il passato. Monumenti in mattoni e vetro, questi edifici esprimevano un concetto di architettura democratica in voga all’epoca, teorizzata dall’architetto Gropius, fondatore della corrente Bauhaus e l’iniziatore del moderno Design Industriale. La cui evoluzione si può toccare con mano oggi nel Red Dot Design Museum, l’Everest del design, esposizione di millecinquecento oggetti più belli e innovativi di uso quotidiano, scelti da una giuria internazionale e allestiti dall’architetto Norman Foster nella Kesselhaus, la sala caldaie della miniera. Passato e presente.
La convivenza tra stili è riuscita bene anche nell’edificio in cui si selezionava e lavava il carbone, dove la scala mobile di acciaio e vetro, opera dell’archistar olandese Rem Koolhaus, moderno tunnel del tempo dai riflessi di fuoco, mi conduce a ritroso in un viaggio nel passato. Dentro al museo della Ruhr dove, tra passerelle vertiginose e quadri elettrici –somigliano a quadri astratti!- ripercorro una storia cominciata trecento milioni di anni fa con la scoperta delle prime tracce di carbone. Zollverein è uno dei luoghi più significativi della Ruhr, tanto da essere inclusa nel 2001 tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Insieme ad altri ventiquattro punti (magazzini, gasometri, fabbriche, porti, quartieri operai, ecc.) forma la Strada del Patrimonio Industriale, itinerario che collega i luoghi che meglio rappresentano la cultura industriale della zona. Un percorso circolare che traccia una mappa della nuova Ruhr, disegnata con enormi sforzi, risanando zone industriali dismesse e trasformate in spazi per il tempo libero, in parchi. Inventando nuove funzioni alle cattedrali del lavoro che in un’era post-industriale hanno trovato nel terziario la loro attuale collocazione. Un gasometro vuoto diventa un’esperienza artistica e un nuovo Landmark; basta un ascensore che salendo rivela i giochi di luce e le istallazioni di artisti famosi al suo interno. Succede a Oberhausen.
Rimodellando quartieri. E’ il caso di Duisburg, principale porto fluviale della regione. Nell’Innenhafen (il porto interno), sui due lati del canale coabitano stili diversi: l’edificio di Norman Foster in vetro e acciaio e i silos di mattoni, ex depositi per grano e legname restaurati.
Non stoccano più grano ma arte, nelle sale luminose del Kuppersmuehle Museum, collezione d’arte contemporanea, che si apre con un’avvolgente scala-scultura a spirale degli architetti Herzog & de Meuron e prosegue con la collezione Stroeher: millecinquecento opere d’arte contemporanea di artisti tedeschi come Anselm Kiefer e George Baselitz esposte a rotazione. I silos sono anche luoghi dove liberare la fantasia se volete, poco oltre, per esempio, nel Legoland Discovery Centre.
Dove il viaggio è cominciato, qui finisce. A Essen la città dell’acciaio, nel parco-foresta in cui è immersa la casa dei Krupp, donato alla città insieme all’imponente villa, oggi museo, dall’omonima fondazione. Qui nacque la prima fonderia, qui l’Unione Europea ha voluto riconoscere lo sforzo di Ri-comporre l’identità storica di questa regione, senza radici culturali comuni, senza confini naturali, né politici, creata dopo la seconda Guerra Mondiale. La Ruhr con Essen è stata nominata Capitale Europea della Cultura nel 2010. Per aver amalgamato il patrimonio del passato al presente, creato un punto d’incontro con il futuro.
Info utili
Quando andare: Tutto l’anno. In estate (soprattutto a Luglio) si svolgono gli eventi all’aperto.
Come arrivare: Da Milano/Bergamo,volo Ryanair da Milano per Duesseldorf/Weeze (un’ora e quaranta di volo), a partire da 18,00 Euro tasse escluse. E dai principali aeroporti italiani. Da Essen tram 107, bus 183, fermata Zollverein.
Link utili: percorsi turistici a piedi, sulla Ruhr in barca, Zollverein
Testo di Giulietta Bracci Torsi. Foto di Thomas Willemsen, Matthias Duschner, Sandra Klama / Stiftung Zollverein