La proposta è la seguente: seguite gli elefanti. Le loro tracce, nella favolosa Sri Lanka, non sono solo materiali , ma di pietra e di spirito. Perché in quest’isola gentile i grandiosi pachidermi fanno parte della natura del luogo, sia come creature selvatiche che ancora barriscono nelle foreste sia come cuccioli adottati e quasi umanizzati nell’Elephant Orphanage di Pinnawela , sia come opere d’arte che difendono le pareti dei templi dove, in infinite schiere di pietra ricordano a tutti i visitatori che l’elefante è compagno di vita e destino del popolo cingalese.

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Il primo elefante che ho visto da vicino in Sri Lanka , la nazione più “elefantizzata” del mondo, è stato un elefante morto, anzi imbalsamato. Nonostante siano passati tanti anni dalla sua morte ci sono ancora le code per vedere ‘Raja’, il grande Maligawa. Mi ha vagamente ricordato la fila per vedere Lenin, qui però non siamo nel mausoleo sulla Piazza Rossa, ma in un tempio buddista dello Sri Lanka, e tutta l’atmosfera è meno gelida. Attraversando la porta del museo

della città di Kandy ho provato un brivido simile, quasi sepolcrale. “Raja è stato più vicino al Buddha di ogni creatura sulla terra – mi dice la guida Kingsley – è per questo che noi cingalesi lo onoriamo: è come un dio lui stesso. “ Raja era stato il più importante elefante nel famoso Tempio del Dente di Buddha a Kandy, una delle più belle città dell’interno dello Sri Lanka. Ogni anno, alla festa Esala Perahera, la grande bestia completamente bardata d’argento e fiori di loto con le sue grandi zanne, procedeva ondeggiando per le strade di Kandy, tenendo alta, sulla sua possente schiena, la reliquia del piccolo dente appartenuto a Buddha. I cingalesi ritengono che il famoso dente sia appartenuto a Buddha stesso: venne strappato dal corpo che ardeva sulla pira funeraria nel VI secolo a.C da un monaco devoto

e portato di contrabbando in Sri Lanka nel IV secolo d.C celato tra i capelli di una principessa. Si può vederlo solo in occasioni speciali tutto ingiallito e di una forma allungata e strana; gli scettici dicono sia quello di una mucca. Raja camminava all’ombra di un baldacchino bianco portato dai monaci del tempio. I religiosi srotolavano davanti a lui un tappeto candido per evitare che le sacre zampe toccassero terra.”Quando la folla gridava ‘Sadhu! Sadhu ‘- continua Kingsley – Raja rispondeva barrendo fragorosamente “. Dopo la morte, il divino Raja era stato sostituito da un altro “busker”, ovvero un altro elefante dalle lunghe zanne, di nome Millangoda; ma proprio agli inizi d’agosto di quest’anno anche quest’ultimo è morto e anche lui sarà imbalsamato. Intanto i monaci del tempio sono alla ricerca di un degno sostituto.

Ci sono ancora più di 3.000 elefanti selvaggi che vivono nello Sri Lanka, tuttavia pare che secoli di catture ed uccisioni per trafugare il prezioso avorio delle zanne, abbiano colpito irrimediabilmente il loro patrimonio genetico. Ma quando si arriva in uno qualsiasi dei famosi siti antichi – Anuradhapura, Polonnaruwa, Sigirya – ecco che i fantasmi del passato, gli spiriti degli elefanti dalle grandi zanne riprendono a vivere. I templi a cupola rovesciata a forma di campana, con i loro pinnacoli a spirale verso il nirvana, hanno schiere di elefanti scolpiti nella pietra ed eretti a loro custodi. Negli stagni coperti di fiori di loto negli antichi giardini reali sbucano elefanti che fanno capriole tra le rocce spruzzandosi fra loro. E tutte le magnifiche costruzioni dalle mille colonne e dalle colossali basi in

pietra, esistono solo grazie alla potenza dei muscoli di eserciti di elefanti. Ma come testimonia il tenero e devoto sentimento di Kingsley per il divino Raja, l’amore del popolo cingalese verso gli elefanti, va oltre il semplice affetto per un animale da soma. Nello Sri Lanka l’elefante ha un posto privilegiato nell’immaginario collettivo, un ruolo che in altre parti del mondo potrebbe essere occupato da delfini o cavalli. E’ considerato uno spirito affine, un’anima gemella, una intelligenza parallela e famigliare. L’elefante percorre lo stesso cammino degli uomini e ne condivide il destino. Uno dei luoghi dove meglio si percepisce questo sentimento popolare è il Pinnewala Elephant Orphanage.

Pur essendo una delle più popolari attrazioni turistiche del paese, è comunque un grande spettacolo a cui assistere. In questo piccolo villaggio ad 80 km da Colombo, si assiste emozionati al passaggio del branco di 80 elefanti che dalla strada principale raggiungono il fiume per il bagno collettivo. Qui si può provare la rara esperienza di toccare la pelle ruvida ma morbidissima degli elefanti e addirittura di sfamare col biberon gli irresistibili cuccioli di 150kg! L’orfanotrofio è stata fondato dal Dipartimento di Conservazione della fauna selvatica allo scopo di promuovere la cura e protezione dei molti elefanti orfani trovati nella giungla.

Proseguendo verso nord nella provincia centrale dell’isola si arriva a Dambulla il più grande e meglio conservato complesso templare in Sri Lanka. Il Tempio d’Oro di Dambulla è Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1991. La roccia turrita svetta 160 m sulle pianura circostante, e oltre 80 grotte sacre, sono raccolte nel vasto complesso . Le testimonianze più importanti sono conservate in 5 grotte, che contengono statue e dipinti prevalentemente riferiti a Buddha e alla sua vita. Ma interessanti sono anche le due statue di divinità indù , Vishnu e Ganesh. Gli affreschi ben conservati coprono una superficie di 2.100 metri quadrati: raffigurano la tentazione del demone Mara e il primo sermone del Buddha. A pochi chilometri da Dambulla si erge uno dei monumenti più interessanti e visitati dello Sri Lanka:

Sigiriya. Conosciuto come la Roccia del Leone è in verità un antico palazzo fortezza costruito su una roccia e circondato dai resti di una vasta rete di giardini, serbatoi e altre strutture. Destinazione turistica molto popolare, Sigiriya è anche famosa per i suoi affreschi che ritraggono le celesti fanciulle: bellissime e seminude, probabilmente le favorite del re. E’uno dei sette Siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità nello Sri Lanka. Il complesso abitato dalla preistoria fu costruito dal re Kashyapa (AD 477-495. Dopo la morte del re, è stato utilizzato come un monastero buddista fino a XIV secolo. Bisogna salire 1200 scalini per giungere alla vetta della roccia del leone dove un tempo sorgeva il palazzo imperiale.

Adesso ci sono solo le rovine e il milleduecentounesimo scalino, ma l’impresa va compiuta perché il panorama sulla valle circostante è davvero incredibile. Più a nord si trova Polonnaruwa nota come la piccola Pompei dello Sri Lanka. Nel XI sec il re Parakramabu fondò questa città in pietra circondata da fossati , all’interno di un vasto parco boscoso. All’interno rimangono i resti di magnifici palazzi, templi e grandi statue di Buddha e Vishnu e il cosiddetto Quadrilatero , composto da 12 palazzi nel centro della città antica. Da vedere una grande statua in pietra raffigurante Buddha disteso, vicino ad un altra enorme statua ricavata nella roccia della montagna antistante e un grande libro scolpito in una pietra lunga 9 metri e dello spessore di 50 cm.

Al centro dell’isola si trova Kandy che è stata l’ultima capitale dei re cingalesi con il co Palazzo Reale che include il Tempio del Sacro Dente di Buddha . Sin dai tempi antichi, la reliquia ha giocato un ruolo importante nella politica locale perché chi deteneva la reliquia deteneva anche il governo del paese. Oggi è la meta di un incessante pellegrinaggio quotidiano da parte di migliaia di turisti, specialmente cingalesi. Gli abitanti di Kandy si sentono molto diversi da tutti gli altri cingalesi tanto da costituire una specie di popolazione a parte con propri riti e proprie abitudini: è raro che un “kandyano” sposi un non “kandyano”. Il giardino Botanico Reale di Peradeniya si trova nelle immediate vicinanze della città di Kandy. E’ famoso per l’orchideario con una raccolta spettacolare di oltre 300 varietà di orchidee. Gestito dalla divisione di National Botanic Gardens del Dipartimento dell’Agricoltura ha al suo interno oltre 10 mila alberi di 4000 specie differenti. Si può passare una giornata intera persi a scoprire fiori tropicali coloratissimi e a vedere volteggiare i pipistrelli giganti nella Royal Palm Avenue. Nuwara Eliya è considerata la Piccola Inghilterra dello Sri Lanka, situata a circa 2000 m. sul livello del mare, si inserisce in una splendida cornice di montagne, vallate, cascate e piantagioni di tè. Nel 1848 l’esploratore britannico Sir Samuel Baker, decise di stabilirvisi ricreando una perfetta cittadina della campagna inglese con tanto di bungalows dai tetti spioventi , bovindi e vetrate . Ma sono state le piantagioni del tè a cambiare la storia di questa parte del paese: alla fine del XIX secolo lo Sri

Lanka era uno dei maggiori esportatori di tè verso la Gran Bretagna. Oggi si possono visitare le “tea farm” e vedere tutto il processo produttivo dalla raccolta fatta a mano dalla donne tamil, all’essicazione e all’insaccamento finale. E’ un’imperdibile occasione per acquistare tè eccellente a ottimi prezzi. Chi arriva o parte dall’isola deve passare da Colombo. Si possono fare e vedere tante cose nella capitale e sul sito dell’ente del turismo c’è una pagina con “12 things to do in Colombo”. Noi vi consigliamo di vedere i colori e i profumi del Pettah Bazar e di fare una passeggiata sul lungomare: godeere il tramonto sull’Oceano Indiano è uno spettacolo unico.
Testo e foto Eugenio Bersani
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