Muoversi in bicicletta è un piacere che si può provare soprattuto nei Paesi del nord Europa come la Danimarca, perché ben attrezzati. Questo racconto ne è la prova evidente.
Nel novembre del 2009 prendo come ogni pomeriggio la mia bicicletta, modello particolare di fabbricazione danese, su tre ruote, ha sul davanti una piccola cabina (gli specialisti la chiamano Cargo Bike) su cui si possono trasportare due bambini, in modo comodo e sicuro (e’ provvisto di cinture di sicurezza).
Passo a prendere le bambine a scuola, devo poi portarle in piscina. Nevica da un pò ma le previsioni sono discrete; non sono preoccupata, le piste ciclabili danesi vengono continuamente pulite in caso di neve. Pedaliamo lungo la strada che da Hellerup, sobborgo elegante a nord di Copenhagen ci porterà a Lyngby, piccolo paesino fuori città. Dobbiamo percorrere circa 12 chilometri attraversando la magnifica foresta di Dyrehaven (il nome significa Parco dei Cervi, al suo interno ce ne sono circa 2100 esemplari). Continua a nevicare e percorriamo la strada che ci separa dalla nostra meta con le bambine che ben coperte guardano incantate il paesaggio mentre fanno la loro merenda. Lascio le bambine in piscina e mi dirigo verso casa. Il buio è già intenso (in Danimarca per alcuni mesi le ore di luce sono molto ridotte, nel mese di novembre alle 15,00 del pomeriggio e’ già buio). La leggera nevicata si trasforma in una particolarmente intensa; per il freddo il cambio si congela e posso procedere solo molto lentamente. Nelle due ore che ci metterò a tornare a casa potrò sperimentare un momento assolutamente meraviglioso. La pista ciclabile innevata di fresco riflette magicamente la luce dei lampioni sui rami degli alberi della foresta che ormai sono ricami, vere opere d’arte della natura. Le poche macchine che passano fanno il rumore ovattato tipico di quando nevica e io mi sento parte di un mondo incantato, alle porte di una grande città, vi sembra possibile tutto ciò? Quelle due ore sono bellissime: un’esperienza fisica e sensoriale incredibile che faranno di me una fan ancora più accanita delle due ruote. Esperienza resa possibile dal fatto che Copenhagen e i suoi dintorni siano provvisti di una rete di piste ciclabili che farebbero invidia a qualunque città.
Questo e’ solo l’inizio di una storia che tengo molto a raccontarvi: vi parla del mio amore per questo luogo in cui ho vissuto 3 anni con la mia famiglia (mio marito e i nostri quattro bambini) che hanno fatto di me un’accanita sostenitrice della bicicletta e di quanto sia importante, per andarci bene, una città che si è evoluta ( e continua a farlo), avendo in mente lo sviluppo delle piste ciclabili e il continuo sostegno educativo e culturale affinché il trasporto su due ruote rimanga un modello di mobilità.
Proprio di questo vorrei parlarvi. Probabilmente sapete già tutto della Sirenetta e del Parco di Tivoli o del quartiere di Christiania ma magari desiderate conoscere qualcosa dei danesi e della loro filosofia di vita intorno alle due ruote.
La prima cosa che mi colpì quando arrivammo è che nella città c’erano tanti negozi di biciclette quante panetterie, che la pista ciclabile gode degli stessi diritti delle macchine in strada, avendo quindi la precedenza assoluta “sul loro territorio”. I primi tempi guidare è decisamente impresa ardua perché le biciclette sfrecciano ovunque e di norma hanno più diritti delle macchine. Gli automobilisti danesi sono assolutamente educati alla situazione: di solito quindi procedono lentamente e anche la guida in Danimarca è piuttosto rilassata.
La città è piena di ciclisti a qualsiasi ora del giorno: la mattina piena di impiegati, famiglie e bambini che si recano a scuola e nei luoghi di lavoro, verso sera le piste si riempiono di giovani.
Attualmente si calcola che circa il 36 per cento dei danesi utilizzi la bici per spostarsi e il target dell’amministrazione comunale è di portare questa percentuale a circa il 50 per cento circa entro il 2015.
Mentre vivevamo a Copenhagen mio figlio utilizzava i mezzi pubblici per spostarsi. Quando arrivammo nel 2007 la bicicletta, che aveva spazi riservati nel metrò e sui treni, pagava un biglietto. Nel 2009 il comune, per incentivare l’utilizzo della bici combinata a mezzo pubblico, rese gratuito il trasposto della due ruote.
Nei tre anni danesi siamo vissuti a Østebro un quartiere molto vivace e piacevole a nord della città. Per un certo periodo ci sono stati lavori in corso nell’arteria principale del quartiere. Da milanese pensavo che stessero allargando la strada. Dopo qualche mese con mia grande sorpresa la scoperta: avevano allargato la pista ciclabile e la strada per le macchine era diventata un poco più stretta.
Spero di essere riuscita nell’intento di far capire come la scelta delle due ruote in questa città sia sopratutto frutto di scelte scelte politiche che supportano una cultura della mobilità urbana più sostenibile e, perché no, più umana. Alcune volte mi sono sentita dire che a Milano il tempo è inclemente con i ciclisti, freddo e piovoso d’inverno. Lasciatemelo dire, èpiuttosto difficile trovare un meteo piuù arduo di quello danese: freddo, piovoso e sopratutto ventoso per buona parte dell’anno. Ciò che conta è utilizzare indumenti giusti che proteggano dal freddo e dalla pioggia, buone scarpe e avere una buona bicicletta ( i danesi se ne prendono cura con attenzione e orgoglio).
Quindi in qualsiasi periodo dell’anno potrete godere i laghetti artificiali innevati e ghiacciati durante l’inverno, soleggiati e pieni di cigni durante la primavera inoltrata, che e’ solitamente bellissima in Danimarca.
L’espatriato (ciò che io rappresento sociologicamente) non è proprio un turista. Si sposta ogni tre quattro anni in paesi anche molto diversi tra loro. Il suo animo è però molto spesso quello del viaggiatore: ci tiene a conoscere e ad apprendere cose nuove in ogni posto e arricchisce continuamente la sua vita di punti di vista e modi di vivere molto diverso dal suo. Un atteggiamento non giudicante e flessibile fanno si che si possa prendere il meglio da tanti luoghi molto differenti.
Lo scorso anno abbiamo lasciato questo luogo cosi’ amato e ci siamo spostati in Germania. Viviamo a Lispsia ma dalla Danimarca mi sono portata una bicicletta, una CargoBike analoga alla precedente.
Non sarei più potuta tornare alla macchina chiudendo in scatola tutti i miei ragazzini. Dentro questa bicicletta hanno “viaggiato” le mie tre bambine tutto lo scorso inverno. La città non e’ assolutamenete dotata delle piste ciclabili danesi, in compenso eè completamente attraversata da una foresta meravigliosa che arriva quasi alle porte del centro storico.
La neve anche qui non si è fatta attendere. Lo scorso anno infatti ne e’ caduta in abbondanza. Quando con le bambine attraversavamo questo immenso bosco cittadino innevato, nel buio del tardo pomeriggio, l’atmosfera era talmente magica che facevamo un gioco: “ inventa la favola”. Non vi dico quante storie sono nate durante i nostri percorsi incantati, con l’aria resa trasparente dal freddo pungente. Secondo voi sarebbe stato lo stesso, in coda nel traffico cittadino dentro una macchina?
Testo di Fabrizia Bergamini Curti
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