Repubblica Ceca: viaggio nell’archeologia industriale

Fuori dai tradizionali circuiti turistici, c’è una Repubblica Ceca tutta da scoprire, fatta di sudore, ingegno, tradizione, avventura e orgoglio. Itinerari insoliti e poco noti svelano una terra moderna, dove il progresso ha lasciato il segno.

Con i suoi ponti monumentali, Praga ha moltissimo da offrire, sia sopra che sotto terra

Lo sapevate che l’inventore delle zollette di zucchero era Ceco? E l’inventore dei lampioni elettrici? Già, e anche l’inventore del fornelletto elettrico da campeggio e il genio che ha rivoluzionato la vita di tutti i quattrocchi, progettando le lenti a contatto morbide.

La Repubblica Ceca, oltre ad avere musei insoliti come quello delle campane e del teatro nero, è piena di ricchezze nascoste e curiose. Se siete appassionati di storia e volete vedere un luogo da un punto di vista originale, preparatevi ad avventurarvi tra le numerose testimonianze di come l’uomo abbia saputo sfruttare, sfidare, valorizzare, trasformare e difendere la sua terra.

Qui in Cechia, paese dai mille volti e dalle infinite risorse, archeologia industriale significa fabbriche, stabilimenti e ciminiere, mulini, viadotti, fortezze e molto altro.

Sono oltre 400 i monumenti tecnologici, industriali ed etnografici in Repubblica Ceca: dal museo rurale all’aperto al sito minerario, dal birrificio artigianale all’opificio, dai canali d’irrigazione ai viadotti ferroviari, dalle torri panoramiche alle miniere, dai forti di guerra ai mulini, dalle botteghe di artigianato all’industria.

La torre Petrin, Praga, è una mini Tour Eiffel

I segni più evidenti della modernità sono le torri d’osservazione: hanno cominciato a spuntare ovunque sul suolo ceco sul finire del diciottesimo secolo per esigenze difensive, per sfide architettoniche o semplicemente per aspirazioni panoramiche, e oggi sono visitabili. Alcune sono davvero imperdibili: il più antico è il minareto orientaleggiante del Parco del Castello di Lednice, nella Moravia meridionale. Snella e in stile moresco, con i suoi 60 metri di altezza è la costruzione più alta nel suo genere in un Paese non islamico. Nel sud della Boemia, si trova la torre d’osservazione di Klet, dalla cui cima si vedono Ceske Budejovice, lo specchio del lago Lipno Dam e, con condizioni meteorologiche favorevoli, persino le Alpi. Non tutti sanno, poi, che anche Praga può sfoggiare la sua “Torre Eiffel”. Cinque volte più piccola della sua “musa”, la torre di Praga fu realizzata nel 1891, ispirandosi al simbolo della capitale francese. Sempre a Praga, si può addirittura salire, con l’ascensore, sulla torre per ricetrasmissioni televisive di Zizkov da cui l’occhio, quando il cielo è terso, spazia fino a 100 chilometri di distanza.

Poi ci sono le stazioni meteorologiche, come quella di Milesovka, sulla montagna più ventosa di tutto il suolo ceco, nella Boemia centrale, da cui si può vedere tutto il meglio della Repubblica Ceca. Se andate in Boemia settentrionale, nella verde distesa del Monte Jested potete notare il “fenomeno” Jested, costruzione tra le più giovani ma già considerata monumento nazionale. A prima vista sembra un missile spaziale: invece, è un trasmettitore a forma di cono rovesciato sormontato da un lungo sperone metallico, che ospita un centro di radiocomunicazioni, una postazione panoramica, un ristorante e un albergo.

Se soffrite di vertigini e preferite stare con i piedi per terra, c’è molto da vedere anche più in basso, all’interno di miniere dismesse, tra le pareti di profonde grotte o lungo cunicoli segreti, tra i resti di città scomparse. Un tuffo nelle viscere della terra e nella sua storia, è possibile nei siti minerari di Pribram e Ostrava, oggi trasformati in musei didattici che testimoniano il lavoro duro in miniera e il destino di questi luoghi e del Paese intero, legato all’estrazione del carbone, ma anche di oro, argento e uranio. Di grande impatto turistico è anche la Valle delle Miniere Perdute, nei pressi di Zlate Hory, nelle montagne Opawskie: antico villaggio di minatori trasformato in museo all’aperto con ricostruzioni, allestimenti, esposizioni, mulini auriferi, antiche gallerie ma anche iniziative a tema, come per esempio, il campionato per cercatori d’oro che ogni anno richiama un grande pubblico.

Restando tra le pietre, si può visitare anche la Praga sotterranea, una città altrettanto affascinante e misteriosa, visitabile attraverso quattro diversi tour che conducono lungo i cunicoli utilizzati per l’approvvigionamento elettrico urbano.

La Fortezza di Josefov ospita ogni anno un festival metal

Se volete continuare con i cunicoli sotterranei, non potete perdere le fortezze difensive, le trincee e le postazioni belliche lasciate dalla storia. Nascosta sotto le fronde degli alberi, c’è addirittura un villaggio fortificato: è la Fortezza di Josefov, nei pressi di Jaromer, in Boemia orientale, là dove l’Elba incontra il Metuje, con il suo labirinto di ben 45 chilometri di cunicoli e gallerie sotterranei. Costruita tra il 1780 e 1787 con qualcosa come 500 milioni di mattoni su ordine dell’imperatore Giuseppe II, doveva difendere i confini terrestri dall’espansione prussiana. E funzionò, perché non fu mai assediato o preso. Oggi, invece, è presa d’assalto dagli appassionati di musica estrema e metal, protagonisti del festival “Brutal Assault”, in calendario ogni anno ad agosto.

Altro importante monumento militare è il complesso delle fortificazioni Hlucin-Darkovicky. Decisamente più recente (1935-1938), è una sorta di vallo in cemento armato lungo la frontiera con la Germania, costruito ispirandosi alla linea francese di Maginot e vanta addirittura un sistema di ventilazione e di rifornimento idrico e l’allacciamento telefonico. Per farvi una cultura in materia, a Slup u Znojma, sempre in Moravia meridionale, c’è il Museo della Fortificazione Cecoslovacca 1938, con ricostruzioni di strutture difensive dell’epoca.

È visitabile anche la fortezza Terezin, in Boemia settentrionale, anche se con spirito diverso, perché passò tristemente alla storia come Teresienstadt, lager nazista dove sono stati rinchiusi 150.000 ebrei, per lo più giovani e giovanissimi sottratti a forza alle loro famiglie.

Varie tipologie di mulini punteggiano l’intero territorio ceco

A contrastare le immagini di guerra, cosa c’è di meglio dell’immagine rasserenante di un mulino a vento che gira imperturbabile le sue pale sullo sfondo di campagne silenti? Alti, bassi, in pietra o legno, solitari o annessi a laboratori e fabbriche, dismessi o ancora in uso, i mulini punteggiano l’intero territorio ceco, custodi di un tempo in cui quei loro ingranaggi erano avveniristici.

In stile olandese, cioè con il tetto in pietra a cono rovesciato, si possono visitare il romantico mulino a vento di Kuzelov, in Moravia, ai piedi dei Carpazi Bianchi, dove ogni anno si svolge il tradizionale Festival del Folklore locale; il mulino a vento di Rudice, nel Carso moravo, lungo la Via del Ferro, oggi trasformato in museo di storia locale, con sezioni anche su mineralogia, attività mineraria e metallurgia. Di matrice tedesca, invece, c’è il mulino a vento di Choltice, nella regione slesiana di Opava, protetto dalle Belle Arti. La sua ruota è la più grande del genere di tutta la Repubblica Ceca e ha girato fino alla seconda Guerra Mondiale, mentre gli interni con le attrezzature originali sono perfettamente conservati; e ancora, il mulino di Bravinne, nell’area di Poodri.

Chi vuole provare un’emozione particolare può anche soggiornare nel mulino a vento con turbina di Ruprechtov, in Moravia: monumento tecnico di alto valore e sotto tutela nazionale, è diventato un piccolo albergo visitabile su richiesta.

Non si possono tralasciare i mulini ad acqua, motori di vere e proprie macchine da produzione. Il più antico di Boemia è quello di Hoslovice, che risalirebbe addirittura al Medioevo. A Praga, ci sono i mulini della Certovka, ovvero del Canale del Diavolo, e quello trecentesco di Sova, che oggi ospita il Museo Kampa. Sembra invece una dimora patrizia il mulino ad acqua di Slup, edificio dalla tipica eleganza rinascimentale con ben quattro ruote ad acqua, che impreziosisce le campagne della Moravia del Sud, a una quindicina di chilometri da Znojmo.

Per vedere ogni genere di edificio e installazione tecnica alimentati dall’energia idrica, passeggiate lungo la “Valle del mulino ad acqua”, pittoresca sezione del museo all’aperto di Roznov pod Radhostem, nella regione valacca intorno a Zlin.

E dopo i mulini vennero le centrali idroelettriche: prima tra tutte, quella di Pisek, che nel 1887 fu la prima città della Boemia a essere illuminata da lampioni alimentati da una dinamo a vapore. Oggi è museo, ma i lampioni sono ancora funzionanti. Da non perdere nemmeno la centrale elettrica a condotte forzate di Dlouhe Strane, la turbina più grande d’Europa, nel paradiso montano di Jeseniky, in Moravia.

Attraversate Praga in battello lungo il fiume Moldava

Il viaggio nell’archeologia industriale continua con i fiumi, dove l’uomo ha lasciato il segno della modernità. E come non pensare alla Moldava, fiume-anima del Paese? Il Canale di Schwarzenberg, che corre per 44 chilometri lungo il confine ceco-tedesco e ceco-austriaco collegando il corso della Moldava a quello del Danubio, è un vero monumento d’ingegneria. E ancora, percorrete in canoa, houseboat o barche a motore – senza bisogno di patente nautica – il Canale di Bat’a, in Moravia meridionale, lungo 53 chilometri con 13 chiuse e una cinquantina di ponti. Sempre in Moravia, attraversate il ponte coperto di Cernvir in legno d’acero, importante monumento popolare che scavalca la Suratka.

Tra i tanti ponti-monumento presenti in Repubblica Ceca, il Ponte Carlo di Praga, ma anche capolavori meno noti eppure altrettanto degni di nota, come per esempio il ponte di pietra di Pisek, in Boemia meridionale, del XIII secolo, il più vecchio del Paese e tra i più antichi d’Europa. Di matrice gotica ma decorato con statue barocche, scavalca il fiume Otava con sette arcate e un tempo era chiuso da due porte-torri, purtroppo andate distrutte.

Un’altra parte importante della storia della produzione industriale, sono i treni a vapore e i binari che li conducevano attraverso pianure, calanchi, montagne, sopra strapiombi, fiumi, laghi. Passate sopra al viadotto impressionante di Zampach, in Boemia centrale, il ponte in pietra più alto della Repubblica Ceca, le cui arcate di circa 42 metri sembrano sbucare miracolosamente dal folto del bosco. Il record in lunghezza va invece al ponte ferroviario di Jezernice, nella regione di Olomuc, che con le sue 41 arcate raggiunge i 343 metri.

Se volete un itinerario curioso, salite su un treno locale della ferrovia a scartamento ridotto di Osoblaha, villaggio rurale della Slesia, la più vecchia di tutta l’Europa centrale. Vi accorgerete che lungo la tratta ci sono tantissime curve – ben 102 – per aggirare il regolamento dell’impero austroungarico, che concedeva la costruzione di strade ferrate, solo oltre i 20 km di lunghezza.

La fabbrica della birra Pilsner è un museo per buongustai

E dopo aver visto come funzionavano l’estrazione di energia e il trasporto dei materiali, passiamo all’oggetto di tanta attenzione: il prodotto finale. Tra i migliori, il celebre cristallo di Boemia, i gioielli realizzati con ambra, rubini di Boemia o moldaviti, le ceramiche e i merletti di Chod, le marionette di Praga, i presepi animati, i giocattoli in legno, le stoffe stampate, le bamboline di foglie di granturco… Fino naturalmente ai capolavori del gusto: i tradizionali vini moldavi e la più nota birra artigianale ceca. Bevanda nazionale, la Pilsener è esportata in tutto il mondo e nasce nella città boema di Pilsen, appunto. Gli appassionati possono visitare la fabbrica, che è al tempo stesso birreria, monumento e museo, e degustare la bionda appena uscita dal fermentatore.

Tra gli altri birrifici storici visitabili, c’è quello del castello di Zabreh a Ostrava, nella Moravia-Slesia, e l’Ostravar, dove la prima birra fu spinata nel 1898; o il birrificio-museo Dalesice, del XVII secolo, tra le alture della Vysocina, sugli altipiani moravi; o ancora l’antico birrificio del castello di Chyse, nella regione di Karlovy Vary, e il birrificio Eggenberg, storico marchio di birra prodotta ancora oggi dal lontano 1560 a Cesky Krumlov.

Mi pare che di cose da vedere ce ne siano davvero tante, e per tutti i gusti, in questa terra laboriosa e modernamente industriale. E mentre fate la valigia, non dimenticate le zollette di zucchero e le lenti a contatto.


Link utili: Ente del Turismo Ceco


Testo di Giorgia Boitano

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