Bangkok 18/7 -20/7/11
Giusto due parole sulla capitale. È una città enorme, che si estende fino all’orizzonte, palazzi su palazzi, case su case, non c’è stato un limite alla costruzione. Eppure tutto sembra dosato, messo al posto giusto. Di fianco a palazzi di 80 piani si possono trovare casupole, baracche, negozietti gestiti da famiglie, circondate da un odore forte che sembra amalgamare il tutto e rendere un tuttuno la città. Con i miei compagni di viaggio iniziamo un giro storico culturale di 3 giorni, partendo dal nostro alberghetto vicino a Kaosan Road: un iter tra grandi monumenti famosi e piccole chicche nascoste nella città, posti che solo la gente locale, cordialissima, ti può far vedere, scarrozzandoti a folli velocità su e giù per la metropoli con i loro Tuk Tuk. È anche l’unico modo per trovare un po’di ristoro dal caldo allucinante che ci avvolge, dati i 40 gradi con umidità al 100%! Il nostro giro inizia così, tra il Buddha alto 32 metri e il tempio del Buddha felice e dei desideri, uno dei pochi templi costruito con materiale importato, il marmo di Carrara, e gestito dalla stessa famiglia da generazioni; si passa poi al Golden Mount, tempio che domina la città, con i suoi innumerevoli scalini da salire fino ad arrivare in cima per godere di una vista mozzafiato.. se non fosse per il temporale che è iniziato appena raggiunta la cima. Il giro, il giorno seguente, prosegue per il palazzo reale con il suo tempio annesso: danno un’idea di potere, imponenti nel centro della città e vicini al fiume, esattamente di fronte al Wat of Dawn (Wat Arun), il tempio il cui pinnacolo (in lingua locale Chedi) è il primo della città a venire illuminato dalle luci dell’alba… ma ancora una volta siamo sfortunati con il tempo, quindi ci rifugiamo in un tempio vicino per ripararci dal monsone, scoprendo che siamo finiti a visitare il tempio del Buddha sdraiato
, un Buddha di 30 metri di lunghezza in posizione reclinata interamente d’oro. Il nostro ultimo giorno a Bangkok è una giornata calda e assolata, finalmente. Il giro inizia nel complesso nord della città dove è situato l’apparato governativo e la Vinmanek mansion, la casa reale, interamente costruita in tek, il legno locale thailandese resistentissimo, per poi concludersi tra il relax del Siam center, un complesso commerciale che sembra dalle dimensioni una città nella città. Le sere si possono passare nella zona di Kaosan Road, piena di locali e negozietti aperti tutta la notte.
Ayutthaya 21/7
Con un’ora di treno siamo ad Ayutthaya, un Tuk Tuk e via subito in albergo, noleggio bici (il modo più rapido di girare la città vecchia) e inizia il tour. La città è stata capitale per 417 anni ed è una delle maggiori attrazioni turistiche della Thailandia; è stata fondata da re U-Thong nel 1350 ed ora è diventata patrimonio dell’Unesco dal 1991 per l’ottima conservazione delle rovine e per l’importanza storica e culturale che ha per un paese come la Thailandia. La nostra biciclettata per il Phra Nakhon Si Ayutthaya Historical Park non segue l’itenerario turistico abituale, infatti evitiamo di visitare il Palazzo Antico, come sconsigliato dai numerosi locali, per dedicarci a templi si turistici ma un poco più defilati, come il Wat Maha That e il Wat Ratchaburana, i primi templi che si incontrano entrando in città dal ponte est. Il giro poi prosegue obbligatoriamente per il tempio vicino al palazzo reale, il Wat Phra Si Sanphet, che con i suoi 3 Chedi domina la zona. Bellissimo e poco visitato è il Wat Lokayasutharami, un tempio con un Buddha sdraiato all’aperto di circa 42 metri di lunghezza. Decidiamo infine di fare una mossa azzardata ma che per me è stata vincente: tralasciamo i famosi Wat Chaiwatthanaram e Wat Phra Mongkon Bophit per usicre dalla città e andare 10 km a nord ovest, vicino al monumento in onore di re Naresuan, a visitare il Chedi Phu Khao Thong, alto circa 80 metri, su cui si può salire per godere della vista della città. La chicca sta nel fatto che non essendo un tempio turistico ed essendo lontano dal centro della città ero sulla cima, dove si può anche visitare una cripta, da solo con miei compagni di viaggio. Il problema si pone poi al ritorno, per il 20 km da affrontare in bici sotto il monsone: esperienza allucinante ma da provare!
Sukkhotai 22/7-23/7
L’arrivo in città avviene verso sera, dopo aver viaggiato in pullman per sei ore da Ayutthaya: ci sistemiamo in una guest house pittoresca, a gestione familiare, completamente costruita in tek e circondata da pozze d’acqua limpida con ninfee. Il problema è il caldo che salendo verso nord diventa sempre più asfissiante. La mattina dopo noleggiamo 2 motorini per andare a visitare il parco storico di Sukkothai, un complesso antico di templi e palazzi, perfettamente conservati nonostante il tempo spesso piovoso della regione e nonostante la florida natura che li circonda. I templi fondamentali da vedere sono il Wat Mahathat, al centro del parco, enorme e imponente, ricco di statue di Buddha, e il Wat Sa Si, situato su un’isoletta al centro del parco. I templi più belli e caratteristici però si trovano all’esterno del parco: sulla strada che porta al complesso si trova il Wat Tra Phang Thong, in cui si trova una reliquia del Buddha, un’impronta di piede su cui lanciare monete per esprimere desideri; a nord si trova, invece, il Wat Phra Phai Luang, un tempio enorme, situato su un’isola, con al centro un Chedi altissimo. Le perle però, a mio parere, sono a sud: partendo dal parco storico si può imboccare una strada immersa nella giungla che porta a 2 templi, il Wat Chetupon e il Wat Chedi Si Hong. Sono le 6 di sera, siamo gli unici visitatori nel raggio di chilometri, c’è il tramonto che li illumina e un cielo nero sovrastante. Unico. Prima di tornare verso l’albergo, percorrendo a ritroso la strada nella giungla, ci accorgiamo di una strada asfaltata che punta nella foresta più scura: ci addentriamo per un paio di minuti per poi trovare un panorama stupendo: campi coltivati, monti sullo sfondo, nubole in cielo. Eravamo in mezzo alla natura pura e vera.
Chiang Mai 24/7-25/7
Anche questa volta, come a Sukkothai, arriviamo nel tardo pomeriggio e ci sistemiamo subito in hotel, fortunatamente comodo e situato nella zona centrale, l’ideale quindi date le dimensioni della seconda città della Thailandia. Prima del tramonto riusciamo a vedere i Wat più importanti, tra cui il Phra Sing, e giriamo per i negozi della città: il prodotto tipico locale qui è la seta, lavorata finemente a mano e davvero pregiata. Andiamo a dormire presto visto che il giorno dopo si parte per l’escursione sulla montagna per visitare il Doi Suthep e il palazzo Bhubing. Di buon’ora prendiamo 2 motorini a noleggio e partiamo, su per la montagna, dopo aver sbagliato strada mille volte data la mancanza di indicazioni, ci fermiamo un paio di volte per fotografare il panorama e poi arriviamo al tempio. Saliti tutti gli scalini ammiriamo la bellezza di questo tempio dorato, immerso nella natura, tra fiori di ogni tipo, sovrastante la valle. Splendido davvero, lascia senza fiato. Poco sopra il tempio ecco invece il Bhubing Palace, residenza invernale del re, palazzo imponente e maestoso, circondato da una folta vegetazione, il cui culmine è il Suan Suwaree, un roseto costruito nel 1999 dalla regina. Nei giardini del palazzo inoltre si trovano tempietti e piccole case che accolgono gli ospiti della famiglia reale, tutte costruite in tek, eucalipto e bamboo. Scendendo dalla montagna ci fermiamo a vedere delle cascate: non la famosa Monthatarn Waterfall, ma un’altra cascata, la cui parte superiore, poco ripida, si può visitare a piedi, mentre, scendendo di circa 300 metri, si può arrivare al vero salto d’acqua e a godere quindi di una vista sensazionale.
Testo e foto di Alessandro Rossi
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