Brasile: scopri i beni patrimonio dell’Umanità UNESCO

Paradisi tropicali, foreste pluviali, musica e feste vivaci dai mille colori ma anche tanta cultura: con 18 beni storici, architettonici e paesaggistici, il Brasile spicca nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO.

A pochi anni dalle Olimpiadi 2016, il Brasile si conferma un Paese interessante anche da un punto di vista culturale.

Aree naturali protette come le cascate dell’Iguaçu, il Pantanàl e le isole atlantiche di Fernando de Noronha e Atol das Rocas, luoghi avvolti da un aura di rispetto come le rovine della missione gesuita del Guaranì e ben sette importanti città brasiliane sono tra le bellezze considerate testimonianze uniche e irripetibili della storia, della cultura e dell’arte mondiale.

Il riconoscimento che desta più scalpore è Brasilia, capitale federale e unica città moderna riconosciuta “Patrimonio dell’Umanità”, è il miglior esempio di città pianificata del Novecento. Fortemente voluta dal Presidente Juscelino Kubitschek, la metropoli è stata costruita in soli 41 mesi nel disabitato altopiano centrale brasiliano ed è stata inaugurata nell’aprile 1960.

Anche se giovanissimi, ormai monumenti come la cattedrale di Nossa Senhora Aparecida, il complesso del Congresso Nazionale, il ponte JK sul Lago Paranoà, il Parlamento e la Torre della Televisione si sono aggiunti alle icone che identificano il Brasile nel mondo.

Poi, c’è una serie di città storiche come Ouro Preto, villaggio coloniale fondato sul finire del XVII secolo con il nome di Vila Rica de Ouro Preto e divenuto rapidamente l’epicentro della corsa all’oro nelle montagne del Minas Gerais. Qui si può passeggiare tra gli edifici di architettura coloniale splendidamente conservati, con chiese che abbondano di decorazioni sfarzose e i lavori realizzati dall’architetto e scultore settecentesco Antonio Francisco Lisboa, detto Aleijadinho.

E ancora, Diamantina, fondata nel 1725 nel cuore delle aride e aspre montagne del Brasile centro-orientale, che deve il suo nome e le sue fortune alla presenza di giacimenti di diamanti. Sviluppatasi ispirandosi al modello urbanistico delle cittadine portoghesi del medioevo, è la dimostrazione di come i cercatori di diamanti e i rappresentanti della Corona siano stati capaci di adattare lo stile barocco, tipicamente europeo, al contesto latino-americano in una sintesi originale, eclettica e pienamente integrata nel paesaggio.

Una delle citta coloniali meglio conservate del Brasile è Olinda, a lungo capitale dello stato di Pernambuco. Fondata nel XVI secolo dai Portoghesi e ricostruita nel Settecento dopo essere stata saccheggiata e incendiata, la città porta i segni di un’opulenza legata all’epoca d’oro della canna da zucchero. Il perfetto equilibrio urbanistico e architettonico tra palazzi, giardini, chiese barocche, conventi e un gran numero di piccole cappelle (passos) le conferisce un fascino del tutto particolare.

São Luis, capitale dello stato del Maranhão, ha conservato pressoché integralmente l’originale disposizione delle strade secondo un reticolo rettangolare, su cui si affacciano numerosi edifici civili e di culto, rivestiti dagli azulejos, le caratteristiche piastrelle in maiolica d’ispirazione lusitana.

Archittettonicamente ricca nonostante le sue umili origini è Goiàs, villaggio minerario sorto nel XVIII secolo a opera di esploratori, avventurieri e cercatori d’oro (bandeirantes) giunti nella regione.

Come non ricordare Salvador de Bahia, primo insediamento del Nuovo Mondo a essere dichiarato città, primo porto commerciale e prima capitale del Brasile, dal 1549 al 1763. La città è stata testimone e co-protagonista della fusione tra cultura europea, africana e amerindia che è alle fondamenta dell’identità brasiliana: la densità di monumenti nei quartieri storici dell’antica São Salvador da Bahia de Todos os Santos è tale da farne, insieme a Ouro Preto, la città coloniale per eccellenza del Nordest del Brasile. La città vecchia si riconosce per i colori accesi delle facciate delle case, spesso decorate con raffinati stucchi, con le sagome inconfondibili della Cattedrale e dei conventi di S.Francesco, S. Domenico, S. Antonio e del Carmelo, ma anche con il gusto barocco di palazzo Saldanha, palazzo Ferrão e della sede arcivescovile, in una seducente mescolanza di influssi e stili che non ha eguali al mondo.

L’ultima cittadina ad essere stata inserita nel 2010 è la seicentesca Praça São Francisco a São Cristóvão, città di oltre 70.000 abitanti nel Sergipe, il più piccolo tra gli stati federali brasiliani.

Insomma, il Brasile non è solamente spiagge e natura, ma anche storia e architettura originale, in un mix di influenze europee e sudamericane, tutto da scoprire.


Testo di Giorgia Boitano

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