Chiang Mai: viaggio nella Thailandia delle emozioni


La Thailandia, per la maggior parte dei visitatori, è rappresentata da Bangkok e dalle moltissime località con mare cristallino, tuttavia vi sono talmente tanti luoghi da scoprire di cui i turisti stranieri ignorano l’esistenza o l’importanza storica. Uno di questi è Chang Mai, capoluogo dell’omonima provincia situata nel nord ovest del paese e proprio ai piedi della catena montuosa degli Hymalaya.
Documentandosi a dovere su questo posto è possibile trovare storie sugli elefanti, su fitte giungle, tribù che hanno trovato rifugio nelle valli di alta quota e che cercano strenuamente di conservare la propria identità a causa di vecchi conflitti.
Infatti l’estensione territoriale della provincia si inserisce proprio all’interno di uno dei principali crocevia asiatici che unisce il Myanmar con le altre zone confinanti del Laos e della Cina ovvero il tratto meridionale della Via della Seta.


Già nel XV secolo la città era considerata “porta di servizio” dalle carovane sino mussulmane provenienti dallo Yunnan per il trasporto di derrate alimentari dei prodotti destinati al commercio internazionale via mare tra la Cina e l’Oceano Indiano. Passavano di qua, dirette verso sud, sete, frutta essiccata ed oppio, mentre erano dirette verso nord carovane d’oro, rame, tabacco, noci e avorio. Fu così che intorno al 1800 diventò un importantissimo centro per i commerci, vi si stabilirono Birmani e tribù provenienti dal Laos, venne eretta la cinta muraria della città e numerosi templi ancora oggi ben conservati. Sarà questa storia di accoglienza, saranno le leggendarie storie che vengono raccontate, sarà l’atmosfera mistica che si respira, sarà lo scenario naturale che si gode alla vista delle catene montuose, ma è un fatto che qui, più che in ogni altro posto si può assaporare la vera essenza thailandese senza barriere culturali.
Qui non si trova il caos di Bangkok, o la frenesia delle cittadine turistiche delle coste, qui c’è un’atmosfera rilassante, fatta di campi di riso, studenti universitari, artigiani e di cultura. Chi arriva sin quassù non potrà fare a meno di notare che la pianta della città vecchia è di forma regolare, praticamente quadrata, cinta da mura e da un canale, sui quali in modo ordinato sono disposti ponti e porte di accesso.


Pratu Tha Phae è la porta orientale, nonché la più importante, la quale permette di accedere alla strada Th Ratchadamnoen che taglia sostanzialmente la città in due rappresentando, di fatto, la più importante via.
Giornalmente si svolge un mercato all’aperto noto con il nome di Night Bazar dove trovare alcuni prodotti artigianali. Le strade sono chiuse al traffico e vengono esposte calzature, borse, accessori etnici, magliette di cotone naturale, ombrellini di legno, sete ed originali prodotti di giovani designer thailandesi. Camminando in mezzo sarà inevitabile non lasciarsi attrarre dai prodotti di questi banchi!
Il suono della musica tradizionale direttamente eseguita dal vivo da molti gruppi di giovani accompagna la passeggiata, e visto che inevitabilmente vi verrà fame, qui è possibile trovare ogni tipo di insetto già pronto per essere gustato.


Non si pensi però che quella sia la cucina thailandese, poiché qui il cibo ha lo stesso valore che ha per un italiano o per un francese, tanto che per alcuni è il vero motivo del viaggio. Qui è possibile scoprire la tradizione gastronomica a ogni bancarella del mercato ed è quasi una sacralità tanto che la parte dedicata al ristoro è ospitata all’interno del tempio Wat Chedi Luang. Fa davvero un certo effetto entrare nel perimetro del tempio serio ed austero visitato qualche ora prima per trovarlo allestito di tutto punto per essere una sorta di ristorante all’aperto.
I monaci sono addetti all’accoglienza;  sorridono e scambiano con chiunque qualche frase per conoscersi meglio, per diffondere il buddismo e per esercitare l’inglese.


Offrono ai visitatori una sedia e l’invitano a parlare con loro, ma si svestono del loro stile misurato e pacato solo per raccogliere l’invito di un bambino curioso per giocare un po’. Tutt’intorno bancarelle con wok e piastre fumanti, qui c’è solo cibo cucinato nel modo più salutare e rispettoso possibile, proprio come insegna la loro religione. Al centro dell’area sacra, insieme alle campanelle buddiste, ci sono i tavoli per mangiare, gente allegra ma allo stesso tempo rispettosa, tutto è immerso in un’incredibile atmosfera di convivialitá e di accoglienza; tutti i sensi di chi viene qui sono impegnati e travolti da emozioni inspiegabili a parole, che però portano ad un piacevole benessere fisico e spirituale.

Testo e foto di Paolo Moressoni

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