Il fascino del Medio Evo nel cuore tecnologico d’Europa. Il commercio, difeso dalla Lega Anseatica, portò una prosperità oggi visibile nei molti siti protetti dall’UNESCO. Dove convivono antichi centri storici e straordinari recuperi urbanistici, in un contrasto addolcito dal profumo del marzapane
All’estremo nord della Germania , nel triangolo che abbraccia le regioni della Bassa Sassonia, del Meclemburgo-Pomerania Anteriore e dello Schleswig- Holstein oltre alle due città-stato di Amburgo e Brema, si entra in un mondo a parte. Un mondo poco conosciuto, ma affascinante e raffinato, sospeso tra un glorioso passato mercantile, che vide nel medioevo la nascita della Lega Anseatica, a protezione del ricco commercio di sale e aringhe con i popoli del nord, e un presente tecnologico, tra esperimenti urbanistici di avanguardia e recuperi di deliziosi centri protetti dall’Unesco.
Prendiamo Amburgo per esempio, città-stato in posizione baricentrica, porta di accesso a tutta la zona. Hafen City è il sogno di ogni architetto : 157 ettari del vecchio porto e di siti industriali da recuperare, che andranno ad aumentare del 40% l’area della città, con più di 10 km di passeggiata costiera a soli 800 metri dal Municipio. Una città nella città, incredibilmente bella, mix di uffici, case, luoghi di cultura e divertimento, che nel 2025 sarà già perfettamente integrata nel tessuto urbano esistente. Nel 2014 aprirà la magnifica Elbphilarmonie Concert Hall, a firma delle archistar Herzog & de Meuron. Il cubo di mattoni rossi del vecchio maleodorante deposito di cacao si unisce a un incredibile mosaico di speciali vetri ondulati, dalla complicatissima realizzazione, che si alza come un’onda gigantesca e scintillante. Chi è impaziente basta si avvicini a un cubo nero, da cui escono cornetti acustici, sormontato da una gabbia di vetro: il centro informazioni dove si può ammirare il plastico della Elbphilarmonie e dello speciale “imbuto di risonanza” studiato da Yasuhisa Toyota, fonte di notevoli grattacapi. Lo studio degli arch. Behnisch ha firmato i due edifici singolari che marcano l’unione delle due città. I 55 metri della Marco Polo Tower e il Palazzo della Unilever hanno vinto diversi premi per il concetto ecologico-olistico con cui sono stati disegnati. L’interno di quest’ultimo è sorprendente e inaspettato: sui “ballatoi” in acciaio e vetro, che si abbracciano da una parte all’altra dell’edificio, una volta la settimana i dipendenti si riuniscono per scambiarsi “personalmente” informazioni. Proprio di fronte sorgerà il nuovo terminal cruise firmato da Fuksas, anche se qui il canale è così stretto che lascerà a navi come la gigantesca Queen Mary appena 40 cm per parte nelle sue manovre. In una piazzetta, tra i palazzi di acciaio e vetro che costituiscono il quartier generale di Herr Mayer, il maggiore importatore di caffè, un enorme chicco di rame testimonia la sua fortuna.
La saldatura tra futuro e passato è rappresentata dalla Speicherstadt , la Città dei Magazzini affacciati sui canali, Il più grande complesso di magazzini al mondo. Costruiti nel tipico laterizio rosso delle città anseatiche tra il 1884 e il 1888 su un’area di 330.000 mq, è oggi un monumento protetto tra le maggiori attrattive di Amburgo. In particolare uno di questi palazzi a sette piani è un centro di smistamento dei tappeti orientali e ne contiene più di due milioni. Un’aria meno austera si respira nei quartieri Schanzenviertel e Karolinenviertel, alternativi e bohemien, i cui marciapiedi si riempiono di tavolini e di gente avvolta in coperte anche se il tempo non è clemente. I bar coloratissimi o rigorosamente bianchi e i ristorantini per lo più etnici sono sempre pieni, dato che una norma civile consente di mangiare (e bere) a qualsiasi ora. I negozi offrono abiti di seconda mano o di giovani stilisti, sconosciuti ma molto fantasiosi. Nelle vetrine si accostano le scarpe al vino in totale scioltezza: basta chiamare il negozio Scarpovino. Un sobrio abito maschile diventa inusuale tingendo di rosa una giacca abbinata a un gilet in tinta su un bermuda a righe arancio.
Le case, non lussuose, hanno però grandi appartamenti che gli studenti condividono per ridurre le spese, la cui voce più salata è il riscaldamento. Tra le case si aprono dei “passaggi” costruiti alla fine del 1900, di dubbia reputazione fino agli anni ‘80, ma oggi apprezzati dai genitori per permettere ai figli di giocare in un luogo sicuro, tra odori di tante cucine diverse, biciclette e fiori disposti con cura. Una vera passione quest’ultima: l’unico negozio con la coda fin sulla strada vende tulipani a prezzo popolare. Anche i ristoranti non sono convenzionali: Il più noto è il Bull Rei, sistemato magnificamente nel vecchio mattatoio. Non offre soltanto carne alla griglia, ma anche piatti tradizionali che il pluripremiato chef confessa di avere imparato dalla nonna. Nel quartiere sorge, coperto di manifesti e striscioni, il famoso Rote Flora, teatro occupato dal 1989 da giovani, negozianti e residenti per evitare la sua trasformazione in teatro per musical. Da allora offre eventi culturali e politici sovvenzionati privatamente, ma anche esposizioni artistiche e concerti di musica alternativa. Alternativa è anche la bier bike che ogni tanto compare nelle strade: una specie di botte ambulante spinta da una decina di bevitori che, pedalando, bevendo e ridendo portano in giro la loro birra, convinti di smaltirla con il movimento on the way. Il guidatore ovviamente non beve. A sud di Amburgo, in un’area bonificata nei pressi di Stade, si estende per oltre 140 kmq l’ Altes Land (terra antica), una infinita distesa di alberi da frutto, in maggioranza meli e ciliegi, che durante il periodo della fioritura accendono di rosa e di bianco i paesaggi pianeggianti della Bassa Sassonia , che ora attraggono residenti da Amburgo.
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