L’antica strada del sale, una delle più importanti vie commerciali, partiva da Lüneburg, dove veniva estratto il prezioso oro bianco e finiva nel porto di Lubecca, dove veniva caricato sui battelli da pesca per la conservazione delle aringhe. Lüneburg, costruita e cresciuta sul sale, mantiene intatto lo splendore dei suoi ricchi palazzi dagli elaborati frontoni , testimoni della grande ricchezza accumulata grazie alle saline e agli abili mercanti. La città, che nel periodo di massimo splendore raggiunse i 14000 abitanti, a causa di una crisi nel mercato del sale nel 1600 perse gradualmente la sua importanza economica. Quel che resta dell’acqua salata viene utilizzata oggi nelle terme. Colpiscono la sua meravigliosa Sala del Municipio con le elaborate decorazioni e la sorprendente, antica gru in legno e rame, mossa da uomini che camminavano in una ruota come criceti, che rivive in occasione del “Hanseatic Days Festival” l’ultimo week end di giugno. Dalla Torre dell’acqua costruita nel 1906 si gode una splendida vista sul rosso dei tetti della città.
Le nuvole che corrono veloci nel cielo di Lubecca verso il mare di Travemunde, alla foce del fiume Trave, salutano il famoso custode del faro dal nome singolare: “Prosit”. Così se siete invitati ad una cena, la padrona di casa tarda a dare il via al brindisi e avete sete, ricordatevi questa domanda: “Come si chiama il custode del Faro di Travemunde?” Dopo la risposta corale si potrà cominciare senza passare da maleducati. Occorre uno sforzo per immaginare i concerti all’aperto delle calde serate estive e le enormi spiagge costellate dalle tipiche sdraio a cesta, per ripararsi dal vento, riempirsi di bagnanti. Ma Travemunde è affascinante anche con il cielo grigio, in cui squarci di azzurro si alternano a brevi piogge intense, o con il vento sferzante, per quella sua aria un po’ retrò fine’800, nobile e austera. La maggior parte della sua lunga penisola è ora una riserva naturale protetta. Il paese è pittoresco: le grida e gli odori del pescato del giorno guidano a scoprire il porto dei pescatori, magari sgranocchiando un fischbrötchen, delizioso panino con pesce fresco a scelta. Più in là la via dei negozi e il casinò in perfetto stile Art Noveau, dove anche Aristotele Onassis pare abbia perso un piccolo patrimonio. Nella settimana tra il 20 e il 29 luglio si tiene un festival in cui regate sportive internazionali si mescolano a delizie culinarie e musicali. La stessa aria nobile si respira a Wismar, anch’essa affacciata sul Baltico
La sua architettura anseatica rappresenta il trionfo del cotto, materiale molto costoso e di gran pregio all’epoca. Colpiscono soprattutto le sue enormi chiese gotiche, dal caratteristico profilo ad archi rampanti, in cui l’uso dei mattoni rossi comportava altrettanto enormi sacrifici alla collettività. Wismar, che con appena 6000 abitanti ne costruì ben tre, ostentava così la sua ricchezza fondata sull’aringa. E c’è poco da sorridere: nella zona tutto quanto riguarda l’aringa è preso molto seriamente. I bollettini di pesca sono continuamente aggiornati e si tiene persino il festival dell’aringa, con tanto di “processione” e fritto in piazza per tutti. Situata sulla leggendaria Via Regia, il più antico e lungo collegamento terrestre tra l’Europa orientale e quella occidentale, Wismar fu la prima città fondata nel Meclemburgo. Nel 1259 si associò a Lubecca e a Rostock nella fondazione della Lega Anseatica, alleanza difensiva che assicurava sulle grandi vie commerciali di mare e di terra il transito di preziose merci: vino proveniente da Italia, Spagna e Francia, pellicce e legname dalla Russia e poi seta, lana e spezie, ma soprattutto sale e pesce. Tutta questa ricchezza ha lasciato tracce nel gotico baltico delle sue abitazioni e dei suoi palazzi, nel bacino medievale del porto e nell’ultimo canale artificiale dell’epoca, il Grube, che attraversa la città creando angoli molto suggestivi. L’originale struttura urbanistica, in cui le strette strade confluiscono nella Piazza del Mercato è particolarmente visibile a Wismar e gli alti campanili delle tre chiese attirano da lontano i visitatori, ieri commercianti e pescatori, oggi molti turisti. St. Nikolai fu l’unica a salvarsi dai bombardamenti. St. Georg distrutta nel ’45 fu lasciata in rovina fino agli anni ’90 quando, simbolo della riunificazione, ne fu intrapresa la ristrutturazione. In St. Mary un interessante film 3D mostra la costruzione virtuale della Chiesa dalle fondamenta alle volte. Reale è invece lo splendido panorama che si gode dal campanile e che ripaga dello sforzo della salita. Nel suo cortile sono conservate le forme originali per la fabbricazione dei mattoni, del peso di 7 chili ciascuno. Numerosi birrifici rifornivano un tempo la città e avevano un ruolo “sanitario” poiché la birra era considerata più sicura da bere dell’acqua inquinata dei canali, usati come scarichi fognari. Oggi non ne resta che uno. Resta però la Böttcher Stra?e, la strada dei costruttori di botti, da non confondere con la Sargmacher Stra?e, dove si costruiscono bare.
Una trentina di km a sud si raggiunge Schwerin. Città dei sette laghi o Firenze del Nord, comunque la si voglia chiamare, questo gioiellino inserito tra il verde e il blu scintillante dei laghi, dall’architettura tipicamente anseatica del nucleo antico, non può che incantare. Sul lago omonimo, circondato dall’acqua, sorge il Castello dei duchi di Meclemburgo, che pare uscito da un libro di fiabe. Cupole, torri e torrette giallo pallido svettano sul verde di un parco barocco e su ordinati giardini inglesi. L’interno è un susseguirsi di stupendi saloni dalle preziose decorazioni dorate, come quello del trono del Granduca. Il lago stesso, uno dei più grandi della Germania con i suoi 63 kmq, si può esplorare con una house boat o con un cutter affittato, per un piacevole relax fra fiumi, laghi e foreste, immersi in un panorama idilliaco. La cultura è di casa a Schwerin con un calendario di eventi ricco tutto l’anno ma soprattutto d’estate. Se siete in zona, dal 26 al 28 di maggio si tiene il Pfingstjazz con un ricco programma di musica jazz. Dal 15 al 22 giugno nella piazza più bella della città la magia del circo Roncalli incontrerà l’arte dei solisti dell’opera sulle arie de “I pagliacci” di Leoncavallo. Dal 3 al 5 di agosto il week end medievale attira soprattutto i bimbi con favole in costume e mercatini divertenti.
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