Inseguendo le antiche rotte tra borghi e mare
La statale Adriatica corre in direzione di Pesaro: bambini sgambettanti in preda ai disastrosi crolli di castelli di sabbia dall’esistenza evanescente si mescolano ai pescatori dal volto ruvido con la schiena che volta le spalle agli scogli, immoti, ieri protagonisti preistorici di una geologia di lava subbugliante, oggi scenografia silenziosa. Nel movimento di gambe in affondo sulla battigia ecco che riappare, a perdita d’occhio, il mare; la tavola blu mescola i suoi pigmenti al sole e sulla mappa fanno la loro apparizione le prime cittadine delle Marche, il cui nome trova radici nell’antica storia della Marca di Ancona, fondata dai Greci di Siracusa e scelta da Traiano come porto di Roma verso il misterioso Oriente. La costa adriatica, da Senigallia fino a Pesaro, lascia rotolare nel sole una collana di gemme dalla magia antica: dal palazzo seicentesco nel cuore di Monterado alle pinete lungo le spiagge della Riviera delle Palme, ovvero San Benedetto del Tronto, si dipana un corollario di paesi la cui storia è intrisa di conquiste e commerci, culture dagli intrecci lontanissimi e un’architettura che si fonde alla prepotenza di una natura superbamente fiorita quanto orgogliosamente ricca. Ancona, che vive nel chiassoso tramestio del porto, racchiude la sua anima più intima nel centro storico sul Monte Guasco: spazzata dai venti prepotenti che corrono a ridosso della costa, la città costruì le sue vie più antiche in una forma che oggi appare labirintica, esile anelito d’ombra nella calura estiva e tentativo di riparo dalle tempeste.
Non può mancare una sosta al Museo Archeologico Nazionale delle Marche: scoprirete reperti dell’età del ferro e la preistoria di una regione un tempo abitata da Piceni, Greci, Romani ed oggi territorio che affascina attraverso i paesaggi marini e le distese dai toni cangianti di una campagna in cui è bene avventurarsi senza mappa, né navigatore, forti nella volontà di perdersi per ritrovarsi ad ascoltare il racconto improvviso di una piazza sconosciuta. Procedendo verso l’interno, da Ancona, si incontrano il castello di Piticchio e il borgo di Corinaldo, da anni inserito nel patrimonio dei Borghi più belli d’Italia: un chilometro di mura (per l’esattezza 912 metri con un’altezza massima di 18) per una cittadella fortificata che d’estate scuote i sensi al ritmo rockabilly con il Summer Jamboree, quest’anno dal 4 al 12 agosto, meta imperdibile per chi abbia voglia di cavalcare il tempo ritornando per un attimo nei mitici anni Cinquanta. Altra meta da inseguire è il centro storico di Sarnano, di epoca medievale, che vi incanterà con la collezione di affreschi di estrazione marchigiana presenti nella Pinacoteca e le opere presenti all’interno della chiesa di S. Maria Assunta, del XIII secolo. Il borgo di Sarnano fu eretto in cotto rosso, caratteristica che lo rende peculiare: oggi luoghi come Palazzo del Popolo e Palazzo del Podestà rimangono maestosi testimoni dell’antica storia, mentre gli amanti dello sci invadono allegramente l’inverno dei Monti Sibillini. Durante il periodo invernale, infatti, Sarnano, le cui piste si trovano tra i 1500 e i 1680 metri, è una stazione sciistica dove praticare sci alpino, sci di fondo e snowboard per poi tuffarsi nei caldi piaceri delle terme.
Tra le colline di Ostra Vetere, dove svetta il campanile neogotico della chiesa di Santa Maria di Piazza, è facile sbirciare il mare, che si estende, placido, tra le grida dei gabbiani in direzione di Senigallia lungo i 180 i chilometri della costa. Fano, Gabicce Mare e Marotta di Mondolfo da anni attirano gli amanti del sole e i turisti che affollano l’estate marchigiana: chi si sposta in camper potrà godersi angoli di quiete rarefatta sostando in aree autorizzate intrise di bellezza, luoghi come Acqualagna, dove l’Abbazi di S. Vincenzo al Furlo disegna in lontanza il suo profilo nobile. Sirolo e Numana gettano il loro incantesimo sul viaggiatore, mentre la costa maceratese vive delle verdi pinete di Porto Recanati, dove il Castello Svevo, costruito a difesa dei pirati, si innalza nelle sue candide vesti. Fra le colline del maceratese si arrocca Camerino, sede di una celebre quanto antica università e splendidamente a picco fra la vallata del Chienti e la valle del fiume Potenza, proteso verso i monti Sibillini, che falciano il profilo dell’orizzonte in una sagoma dolce. Qui, per circa tre secoli, prosperarono i Varano, famiglia che contribuì alla storia culturale di Camerino, eletta signoria nel Duecento. Dal balcone del Palazzo Ducale, oggi sede della facoltà di giurisprudenza, potrete ammirare le mura del borgo, mentre piazza Cavour, cuore della cittadina, palpita nel vorticante tour-de-force dell’aperitivo, da bere passeggiando per corso Vittorio Emanuele II insieme alla folla di studenti in libera uscita, cullati dall’ombra del Duomo ricostruito nell’Ottocento dopo un tragico terremoto.
Non dimenticate di sbirciare tra i segreti della città romana Potentia, oggi area archeologica, mentre Osimo e Camerano attendono tra oscure viscere popolate dai segreti, che incidono le pareti in una selva di simboli misterici. A Osimo sono state scoperte oltre 80 grotte e un centinaio di pozzi: una galleria sotterranea della lunghezza di oltre 9 chilometri, utilizzata come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Sulla sua superficie venne edificata la chiesa di S. Maria Maddalena, nel 1234 ridedicata a S.Francesco, della quale ancora non sono state svelate le intricate origini. Il Conero si estende poco più in là: insieme alla Riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra e il Parco Naturale Regionale della gola della Rossa, dove si estende l’ossatura poliforme delle grotte carsiche sotterrane di Frasassi, esso forma il territorio verde delle Marche, che conta ben dodici aree protette, in cui basta un balenare nell’intrigo di rami per scorgere un falco pellegrino, i colori intensi della ghiadaia o uno stormo di colombacci.
Se siete indefessi cacciatori dello spirito dei tempi passati, Al Museo delle Arti Monastiche di Serra de’ Conti scoprirete le Stanze del Tempo Sospeso, mentre il silenzio precipita tra le volte del convento di clausura di Santa Maddalena di Serra de’ Conti. In questo borgo, che ogni anno in novembre celebra la Festa della Cicerchia, una sosta è d’obbligo: per assaggiare il legume tipico del luogo, la cicerchia. Il gusto semplice e schietto del mondo contadino fonda le radici dell’enogastronomia delle Marche, dove le vie del vino arrossiscono di stupore di fronte ai profumi intensi del tartufo bianco dei Sibillini e il brodetto, la tipica zuppa di pesce, viene cucinato con tredici diverse qualità di pesce come prescritto dalla tradizione,.
Il pomeriggio vira ormai al tramonto? Lasciatevi alle spalle i numerosi conventi cistercensi che punteggiano questo mosaico di terre al sole, quale l’abbazia di San Vittore delle Chiuse, e ritornando tra i raggi obliqui del giorno al termine, fermate l’auto a Sant’Elpidio a Mare o Sirolo: mescolandovi alla folla dei vacanzieri, salutate il vabondaggio al suono delle orchestre che lanciano ritmi nella notte tiepida e con soddisfazione anarchica leccatevi le dita dal sapore di frittura di pesce fresco e odore di mare.
Testo di Maddalena De Bernardi | Foto di Vittorio Sciosia
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