Un tripudio di colori, un caleidoscopio di costumi, un’esplosione di vivacità. E’ il carnevale di Antigua. L’isola caraibica che, durante il periodo estivo, diventa la succursale di Rio de Janeiro. Il “Jumpi’n Jammin”, così viene chiamato il mega festone che dura dieci giorni, è puro divertimento. Viene organizzato a cavallo di luglio e agosto, ed è sicuramente il periodo tra i più elettrizzanti dell’anno.
Chi ha avuto la fortuna di essere sull’isola durante le manifestazioni carnevalesche ne parla come di un avvenimento leggendario ed imperdibile. La tranquillità del mare turchese e delle spiagge bianche, la leggera brezza che percorre questa perla del mar dei Caraibi vengono scosse da un improvviso terremoto. E Antigua si infiamma. Strade, locali, ogni arenile risuona di un solo ritmo. Il calypso. Ma tantissime sono anche le bande di steel drum che rimbombano gli animi con i ritmi indiavolati delle loro bacchette, che percuotono i bidoni di petrolio. Suoni che portano tanta allegria e che la diversa altezza dei bidoni fa cambiare di tonalità. Anche i tamburi vengono “vestiti”. Ogni orchestra li arricchisce con drappi, parei e qualche campanaccio.
Il carnevale di Antigua, però, non ha lo stesso sapore di tutti gli altri carnevali in giro per il mondo. Qui si festeggia la liberazione dalla schiavitù. Le piccole casette in legno colorato sono la semplice ma ideale location per questa grandissima kermesse. Anche loro danno un tocco di colore alle innumerevoli sfilate, che animano strade e stradine della piccola isola circolare. Dalle loro finestre esce a gran voce ogni tipo di musica. Anche le anziane signore, sedute nei patii delle loro case aspettando il tramonto, partecipano alla grande. Un non stop di festeggiamenti a base di danze, canti e tanta musica calypso e reggae fino ad arrivare al giorno top, il primo lunedì di agosto, quando viene festeggiata l’abolizione della schiavitù dei neri d’America del 1834. L’apertura del Carnevale è la parte più commovente ed emozionante. A dare il “la” sono infatti i bimbetti di colore (ricordiamoci che il 90% della popolazione di Antigua è nera), poi ci sono i partecipanti ai vari concorsi che vengono organizzati durante i dieci giorni e chiudono le band: gruppi di musicisti, cantanti e ballerini vestiti con abiti multicolore.
Ogni gruppo che partecipa alla sfilata deve scegliere un tema. L’argomento proposto deve essere però approvato da un comitato di valutazione, che deve dare l’ok all’ideazione e realizzazione sia dei costumi che dei pezzi musicali in concorso. L’intera preparazione parte a gennaio per culminare nei primi giorni di agosto. L’appuntamento più importante dell’intero Carnevale è il Juvei Morning. Fuochi d’artificio illuminano a giorno il cielo stellato dei Carabi. In questo momento tutti i partecipanti si radunano formando un unico, infinito e coloratissimo serpentone, che si muove compatto ripetendo “todos juntos” gli stessi passi di danza, animando ogni angolo più nascosto di Antigua. Impossibile non rimanere coinvolti in questo tourbillon di allegria. Corpi flessuosi di ballerine mozzafiato si alternano a quelli robusti e atletici di ballerini molto sensuali. Lo show vero e proprio si svolge nello stadio comunale della capitale dell’isola St. John, dove su un palco illuminato come Las Vegas si sfidano cantanti di calypso, steel band e ballerini di ogni genere. Una sorta di Corrida televisiva dove i concorrenti, a seconda del gradimento del pubblico, vengono accolti con fragorosi applausi o sonori fischi. Chi vince la gara è contento non tanto per il premio che vince, quanto perché il motivetto verrà canticchiato per il resto dell’anno. Un di Festival di Sanremo dei Carabi. Durante il carnevale vengono inoltre eletti il re e la regina, Mr. E Ms. Teenage Pageant, la miglior steelband, il più avvincente Junior Carnival Show e la miglior presentazione canora di reggae e calypso. I peccati di gola sono all’ordine del giorno; urante tutti e dieci i giorni las comidas diventano davvero pantagrueliche. Tutta l’isola strabocca di cucine che sfornano in continuazione piatti tipici, innaffiati da fiumi di rum e birra. Ovviamente non possono mancare gli eccentrici ed originali mercatini di artigianato locale, nei quali la scelta del souvenir o del ricordino particolare fa parte dell’intero divertimento.
Il pubblico partecipante è un caleidoscopio di etnie e generazioni. Coppie di innamorati si mescolano a gruppi di monelli scatenati, a rasta dai dread lunghi fino ai piedi o raccolti in stravaganti copricapo, a ragazze dalle acconciature come opere d’arte. Tutti insieme nello stesso serpentone, muovendosi sensualmente, ondeggiando fianchi e scuotendo ritmicamente le spalle. Poco distante dallo stadio c’è il “Carnival Village”. Qui la musica è ancora più assordante e coinvolgente. Davanti a un buon bicchiere di rum si discute dei gruppi di cantanti in concorso, dei ballerini e dei costumi. Ma la sorpresa più grande è che allo scoccare dell’undicesimo giorno le strade ritornano pulite come prima: non una bottiglia, una lattina, un sacchetto della spazzatura. Tutti si impegnano a ripulire e a riportare Antigua alla normalità e al silenzio in cui è abituata ad essere immersa nei restanti giorni dell’anno.
Testo di Roberta Gallo | Foto web
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