Finlandia. Con gli husky in riva al lago

Effettivamente il bear watching è molto praticato nella municipalità di Kuhmo ma richiede intere nottate  di appostamento nelle capanne predisposte nei punti strategici per avere successo. Fortunatamente, da maggio a luglio, la luce è sempre presente anche in piena notte.


“Anche i lupi sono presenti in diversi esemplari, come pure il ghiottone” precisa Aki, “  e anche questi animali sono visibili soltanto con gli appostamenti”.

Loro non si dedicano a queste attività, avendo già un grosso impegno con i cani e con il lavoro  quotidiano. La giornata, in estate, inizia presto: alle 6 sono già in barca per recuperare le reti da posta stese nel lago. Il pesce grosso servirà per la loro alimentazione e verrà consumato fresco o affumicato per i momenti meno propizi. Quelli più piccoli saranno cotti per sfamare gli husky, poiché il cibo in commercio ha costi molto alti e verrà utilizzato solo in inverno, quando la pesca è impossibile. In tarda mattinata Aki e Suvi si spingono nel bosco per raccogliere i frutti di stagione e i vari tipi di funghi.


In maggio prediligono il  korvasien ( la falsa spugnola) che, come ben sanno gli esperti, è fra i più velenosi esistenti. Tuttavia, se cotto in molta acqua per almeno due volte e stando attenti a non respirarne i vapori, diventa commestibile, sebbene ne debba essere limitato il consumo in quanto potenzialmente cancerogeno.

“Come mai, con la ricchezza di funghi presenti, cercate proprio questi?” chiediamo stupiti. Anziché rispondere, Suvi porta in tavola un piatto di korvasien in salsa di burro e ci invita ad assaggiarli. Sono, effettivamente, prelibati, ma non ne mangeremmo mai in patria! Preferiamo sicuramente la carne d’alce, servita fritta insieme con delle squisite patate nane. “Non amo cacciare” dice Aki “e partecipo alle battute autorizzate dalle autorità solamente per procurare il cibo necessario a noi due.” Una volta fatto scorta, la carne viene congelata e consumata quando non c’è altro.

La vita di Aki e Suvi scorre secondo i ritmi della natura, ma loro hanno saputo prendere dalla modernità tutto quello che c’è di buono, ignorandone le tante conseguenze negative.

Hanno internet, ma lo usano più che altro per inviare e ricevere e-mail; il cellulare squilla raramente e solo per motivi di lavoro. La loro auto serve per fare scorte al villaggio o per trasportare i cani se i clienti dei trekking preferiscono essere prelevati dall’hotel a Khumo. Per il resto, sono solo i ritmi ferrei ma sicuri della natura a dettare la tabella della loro vita, che se non è in Paradiso, certamente non sembra esserne molto lontana.

Testo di Pier Vincenzo Zoli | Foto di Mauro Camorani

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