Domanda: In questi mesi si parla molto della grande migrazione degli erbivori nel Masai Mara, ma perché migrano?
Risposta: La Grande Migrazione – cioé lo spostamento tra Serengeti e Maasai Mara di circa un milione e mezzo di erbivori, che seguono una rotta quasi circolare lunga 500 chilometri – è un fenomeno sorprendente, per diverse ragioni. La prima è che, contrariamente a quanto molti ritengono, è un fenomeno relativamente recente, iniziato probabilmente a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. I masai, infatti, non hanno un termine specifico nella loro lingua (il maa) per definire la migrazione. E molti degli anziani masai, soprattutto quelli che abitano nelle aree del Maasai Mara più periferiche, non l’hanno mai vista! Inoltre, racconti dei primi esploratori (e spesso cacciatori) che visitarono il Maasai Mara (che tuttavia fino a metà del secolo scorso aveva un nome diverso, i masai lo chiamavano Oseru), non citano nè la migrazione nè l’attraversamento del fiume Mara da parte degli gnu e delle zebre. La ragione? La migrazione è probabilmente il frutto del lento aumento del numero di gnu e di zebre nell’ecosistema Mara-Serengeti (due nomi diversi, un unico ecosistema) dopo le pesti bovine che li avevano decimati all’inizio del secolo. Il secondo motivo di “sorpresa” è questo: la migrazione non ha ancora una spiegazione definitiva. Le teorie più accreditate indicano la ricerca di erba e nutrimento, che a sua volta dipende dal ciclo delle piogge. In sostanza gli gnu e le zebre – seguiti da diverse altre specie – si muoverebbero verso nord (il Maasai Mara) da luglio in poi seguendo la crescita delle erbe (specialmente il nutriente sorgo rosso) che nel Maasai Mara avviene dopo le piogge di aprile, maggio e giugno. E tornerebbero a sud quando le pianure del Maasai Mara sono rimaste senza erba. Ma il mistero resta: la migrazione avviene anche quando nel Serengeti resta sufficiente erba per nutrire le mandrie o quando le piogge seguono cicli irregolari.
A mio parere a provocare la migrazione è la necessità di far rigenerare i pascoli e di alternarli, almeno per un certo numero di animali. Molti gnu e molte zebre, infatti, restano stanziali sia nel Mara che nel Serengeti. Ma se tutti restassero stanziali, a un certo punto i territori diventerebbe meno produttivi, mettendo a rischio la capacità delle grandi mandrie di gnu di nutrirsi. Insomma, la migrazione è una sofisticata forma di autodifesa dal pericolo della fame. C’è un altro elemento da considerare: negli ultimi 100 anni, cioé da quando il Maasai Mara e il Serengeti sono stati colonizzati dall’uomo, la vegetazione è profondamente cambiata, specialmente nel Maasai Mara: da fitta foresta con alcune piane aperte (il nome Oseru significa proprio foresta fitta nella lingua masai) a una situazione come quella attuale, dove molti alberi sono stati tagliati, le foreste si sono ridotte e le pianure si sono allargate e rese più aperte. In sostanza, la colonizzazione del Maasai Mara da parte dei masai ha finito per aiutare gli gnu, che hanno bisogno di piane aperte e non amano molto la boscaglia.
Quando si parla di migrazione occorre aggiungere un avvertimento: non si tratta di un grande branco di gnu e di zebre in movimento lineare, ma di centinia di branchi diversi, che seguono rotte in apparenza persino in contraddizione tra di esse: mentre un gruppo si muove da A a B, un altro si muove da C a D, o magari torna indietro. L’occupazione dei territori avviene in modo frammentato, sia geograficamente che nel tempo: in alcuni anni gli gnu del Serengeti attraversano il fiume Mara agli inizi di luglio, in altri anni solo in agosto. E il ritorno nel Serengeti – una regione molto più grande del Maasai Mara – avviene tra ottobre, novembre e a volte persino dicembre.
Infine: esistono due migrazioni. La principale si muove, come abbiamo descritto tra Serengeti e Maasai Mara, ma ne esiste un’atra che – per le stesse logiche – si muove tra il Maasai Mara e le Loita Hills, una regione che fa parte dell’ecosistema ma che non è ancora stata scoperta dal turismo. Dalle Loita, gli gnu e le zebre discendono verso il Maasai Mara da nord-est e spesso vi restano fino a quando incontrano gli gnu del Serengeti e gli gnu locali e residenti. Tutto questo è stato chamato una delle “meraviglie naturali del mondo”.
L’esperto risponde è a cura di Riccardo Orizio, Expert Member | AIEA, vive e lavora nel suo lodge nel Masai Mara, il Saruni Lodge.
Foto di Sergio Pitamiz
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