Da Tokyo a Nara. Tra modernità e tradizione


Il mio viaggio in Giappone, che ha avuto luogo nella seconda metà del maggio 2010, ha toccato Tokyo, Kyoto e Nara: ciascuna di queste città è stata capitale in un periodo storico ben definito ed un visitatore occidentale non può che subirne il fascino (diverso per ognuna di esse, ma comunque intenso). Tokyo è un universo a sé; la città è enorme, ma i collegamenti (in treno o metro) sono talmente capillari e puntuali, da permettere spostamenti rapidi da un quartiere all’altro. In questo modo, si può passare in pochi minuti dai grattacieli moderni di Shinjuku allo splendido parco Ueno (un colossale polmone verde, paragonabile a Central Park e ricco di templi); da Akihabara, il quartiere dell’elettronica e dei manga, a Ginza, il quartiere della moda, dove su ogni grattacielo svetta un marchio celeberrimo (e tanti sono italiani: Prada, Gucci, Ferragamo…); da Roppongi, il quartiere dei divertimenti e della vita notturna, a Ryugoku, il quartiere delle palestre di sumo. Queste sono solo alcune delle aree di Tokyo che vale la pena visitare: parte della bellezza di questa metropoli consiste, infatti, proprio nella sua poliedricità, nei contrasti tra i grattacieli ed i templi, nel completo nero dell’impeccabile uomo d’affari accostato al kimono e al ventaglio di un’anziana signora. L’orgoglio dei giapponesi per le loro tradizioni, periodicamente rinnovate con feste e cerimonie elegantissime, si oppone alla curiosità delle scolaresche, che, quando vedono dei turisti, chiedono (con una gentilezza tutta orientale) se possono fare qualche domanda sui Paesi d’origine dei visitatori.

Kyoto, seppur di dimensioni ben inferiori a Tokyo, è un’altra metropoli estremamente interessante ed elegante. Città ricchissima di templi e mèta turistica anche per tanti giapponesi, ha mantenuto il suo fascino nei secoli, pur non rinunciando alla modernità (infatti, la sua stazione è quanto di più avveniristico si possa immaginare). Imperdibili, soprattutto nel periodo della fioritura dei ciliegi, il castello di Nijo e la passeggiata del filosofo (un percorso spirituale che prevede tappe in 5 templi); entrambi regalano scenari splendidi ed immagini memorabili e l’abilità giapponese nella costruzione e cura dei giardini è degnamente rappresentata in questi luoghi. A Kyoto è anche possibile fare acquisti molto particolari; i pettini e, in generale, tutti gli ornamenti per i capelli (kanzashi) sono oggetti di artigianato in legno di qualità elevatissima, così come meravigliosi sono i kimono (o la loro versione più informale, yukata).

Nara è molto più piccola, ma la sua caratteristica principale (il parco) la rende comunque degna di una visita. Il parco di Nara, popolato da oltre mille cervi e sede di un tempio buddista, regala ancora immagini splendide. Il tempio ospita un’enorme statua di bronzo del Buddha, ma ciò che rimane più impresso al visitatore è certamente la passeggiata per raggiungerlo, con i cervi che vengono a prendere il cibo dalle sue mani. L’atmosfera è idilliaca e la sensazione di pace che si prova in quei momenti vale da sola il viaggio.

Infine, l’isola di Myiajima: uno straordinario parco naturale, con un portale shintoista che si erge nel mare e che, a seconda delle maree, è raggiungibile a piedi oppure no (una specie di Mt. Saint-Michel orientale, che regala altre immagini indimenticabili). Sull’isola si possono trovare ancora cervi, aquile e, sulla cima dell’unica montagna, una colonia di scimmie. Gli spostamenti di solito avvengono con il treno proiettile (shinkansen), velocissimo, pulitissimo e molto efficiente (gli orari di partenza e arrivo sono rispettati al secondo). In conclusione, il Giappone è una terra straordinaria che merita di essere visitata; le mie descrizioni si sono limitate ai luoghi e non ho scritto nulla del popolo giapponese, perché poche righe non gli renderebbero giustizia. Non credo esista un altro Paese dove i turisti sono così benvoluti, trattati con estremo rispetto, onestà e cortesia. Non manca un po’ di normale, ma educatissima, curiosità verso i rari turisti occidentali, che rende ancora più piacevole visitare questa nazione. Un viaggio in Giappone è un’esperienza che mi sento di consigliare a chiunque.

Testo e foto di Stefano Orsi

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