Enzo Fileno Carabba non è solo uno dei più emozionanti romanzieri italiani (e saggista, sceneggiatore, librettista d’opera…), ma incarna anche quella preziosa figura di scrittore-viaggiatore – un po’ marinaio, un po’ camminatore, soprattutto avventuroso nello spirito – che tanto manca nel panorama contemporaneo di autori metropolitani bolsi e piagnoni. Sua è la testimonianza di questo angolo toscano.
Andrea B. Nardi
Il bosco del Fatonero si trova nelle Alpi Apuane, sulle pendici del Monte Fiocca, al cospetto del Monte Sumbra, o Penna di Sumbra, che da lì ha un’aria vagamente americana. È l’epicentro delle leggende apuane. Queste montagne hanno generato molte storie fantastiche, perché la loro inaccessibilità ne ha fatto un baluardo contro la realtà dominante, fin dai tempi dell’Impero Romano. Per raggiungere il Fatonero puoi partire da Arni. Da lì una strada marmifera sale fino al passo Sella, e dal passo Sella, cammina cammina, puoi arrivare al Fatonero. Ecco, non farlo. La marmifera attraversa le cave di marmo, percorrendola puoi vedere come l’ingegno e l’ardimento umano, mai abbastanza lodati, possano ottenere risultati spaventosi.
Un paesaggio impressionante: “Il socialismo reale dell’alpinismo” lo definì Alberto Bernardini (autore delle fotografie). È vero che è una storia interessante. Per esempio pare che i cavatori del passato fossero tipi molto particolari, di selvaggia sensibilità, spesso dotati di poteri paranormali. Tuttavia ti consiglio di imboccare il sentiero 144. Tutto sta a trovarlo, ma non ti posso spiegare i dettagli perché – questa è una legge della vita – più uno spiega meno l’altro capisce. Inizi la salita. Ti accorgi ben presto che il Fatonero è un bosco che va conquistato. Occorre che tu sia allenato, ci vogliono diverse ore di cammino, inoltre stai attento a dove metti i piedi. “È vero, è vero /chi cade non arriva al Fatonero” recita un antico detto locale. Il paesaggio è subito imponente. Il sentiero è stretto, labile, non sembra che ci salgano in molti.
Ciò è bello. Con la dolce stagione, nel primo tratto troverai le erbe alte. “Maledetto rigoglio della natura” mormori, sognando diserbanti. Più su, ogni tanto durante questa giornata incontrerai dei buchi, delle voragini profonde. Alcuni sostengono che mettano in comunicazione con l’inferno. Ma noi siamo realisti. Più probabile che siano abitate da mostri. Una volta un marito si calò in una grotta per cercare la moglie rapita dal mostro. Quando le cose si misero male, nell’oscurità e col mostro a pochi centimetri, l’uomo pregò Dio che l’aiutasse, e allora si accese una luce meravigliosa, letale per il mostro, gradita all’uomo.