Danimarca. Nel giardino delle favole


“Voglio vivere così!” Voglio vivere nel  mondo migliore auspicato da Susanne Bier, un paese dove la democrazia trionfa, l’occupazione è altissima e l’aria frizza di quel buon profumo che sa di fiducia. No, non è una favola come potrebbe sembrare: questo “È” il Paese delle favole. Questa è la Danimarca del Sud, dove ogni storia si conclude a lieto fine.

Aleggia uno spirito fiabesco percorrendo le strade che fendono i boschetti che abbracciano il Sud della Danimarca.  Forse esistono davvero e vivono ancora in questo piccolo fazzoletto di terra i personaggi fantastici di Andersen o la capricciosa principessa d’Illiria conosciuta da Dreyer. Ammantato da morbidi declivi coperti di verde e costellati da un’infinita di castelli e manieri, il Paese più felice al mondo, è la culla dello star bene e del buon vivere. Arrivati a Billund in una giornata apparentemente uggiosa, un arcobaleno attende l’uscita dall’aeroporto. La Danimarca è così, pronta ad accoglierti con un sorriso stampato in cielo.


Billund è una cittadina ridente, sede del noto parco Legoland, paradiso giocoso di tutti i bambini e diletto degli adulti che a colpi di mattoncini ricostruiscono quell’atmosfera ludica che avvolge l’infanzia. Da qui, in men che non si dica, si raggiunge  l’arcipelago della Fiona, il giardino incantato del magico paese, e l’isola di Aero. Un’ora di macchina tra distese verdi e si giunge a Millinge. Qui Peter e Laura hanno trasformato un’antica fattoria del ‘700 in un incantevole bed and breakfast, il Solbjerggaard. Dalle stalle, disposte ai lati del corpo centrale, sono stati ricavati cinque appartamenti diversi tra loro, tutti arredati con stile. Traspare nell’attenzione certosina per i dettagli il gusto della proprietaria, una fashion designer che espone le sue creazioni nella sala della colazione: abiti in feltro e stole di morbida lana, scendono giù dal soffitto e ondeggiano come acchiappasogni. La giornata inizia bene, con uova, pancetta, salsicce pancake fatto in casa e deliziose marmellate servite su una tavola imbandita a festa, tra le luci morbide delle candele che si riflettono nei cristalli dei bicchieri.

Lasciato il “palazzo”, ci si può dirigere verso Svenborg, città slow che ha fatto del vivere bene il suo fiore all’occhiello, famosa soprattutto perché in estate, a giugno, si tiene il Festival gastronomico il Kulinarisk Sydfyn che attira turisti da ogni parte. Nel tragitto, vale una sosta la Konnerup Chokolade ad Aaby: come Hansel e Gretel, sarete tentati da ogni dolcezza.

E se la Fiona profuma di cioccolato, marzapane e pan pepato, la vicina Aero profuma di mare: appena messo piede giù dal traghetto, l’odore di pesce affumicato si espande dai chioschi che si affacciano sul porto. Piccola e raccolta, quest’isola ha un’atmosfera irreale. Deliziose casette colorate si allineano come soldatini ad Ærøskøbing, una gradevole città mercantile della fine del XVII secolo rimasta intatta. Qui sono tanti i bed & breakfast dove si può cogliere l’Hygge danese, ovvero il culto dell’ospitalità. Chi ama una vacanza fuori dai soliti circuiti di massa, qui troverà il suo paradiso.

Lo spirito danese che vuole che l’ospite sia a proprio agio, si evince nel particolare bed & brekafast di Vesteraas, una masseria che ha fatto del vivere secondo natura, la sua filosofia. E l’approccio eco non scaturisce solo nella scelta dei materiali impiegati per la struttura, tutti ecosostenibili, ma soprattutto nel concept di ospitalità che lo caratterizza. L’alloggio non è solo una sistemazione per dormire, ma momento per entrare in relazione e condividere esperienze. Non stupisce quindi, se la dependance di questa struttura è pensata come una camerata di ostello, con tre letti matrimoniali. E se i più maliziosi strizzano gli occhi, gli indiechic, invece, troveranno una nostalgica atmosfera da comune, dove l’unico diktat è vivere in maniera armoniosa con gli altri e soprattutto con l’ambiente. E i Danesi in questo ce la mettono tutta, senza neanche troppi sforzi. L’ecologia è un tema particolarmente sensibile per gli abitanti di quest’isola: sei pale eoliche, acquistate direttamente dagli isolani forniscono energia elettrica alla popolazione locale; qui è installato uno dei più grandi impianti solari, che fanno di questo lembo fatato uno dei territori maggiormente impegnato nel diventare CO2 neutrale.


E come in ogni paese da favola che si rispetti, le macchine qui sono quasi bandite. Non è un caso che per le strade non ci siano semafori. Dimenticate i motori, quindi, e cominciate a pedalare, perché la Fiona si percorre in bici. Ad Als, per esempio, la pista ciclabile si snoda fino all’antico confine con la Germania: è l’antico sentiero del Gendarme.

Non si può dire che questo non sia un posto perfetto per chi vuole ristabilire un vero contatto con la natura. Ecco perché la Danimarca oggi è uno dei paesi più scelti per chi vuole cambiare vita, per chi è stanco della frenesia e vuole ritornare a una vita di scelte semplici. La disoccupazione è quasi inesistente e con un po’ di determinazione e creatività, ci si può anche inventare un lavoro. È il caso di Inge Dahl, che nella sua deliziosa casetta della campagna danese ha dato vita al suo laboratorio di saponi, rigorosamente bio. La produzione è interamente artigianale, anche le essenze sono per lo più coltivate direttamente da lei. Scivolano tra le sue mani, le sue profumatissime creazioni: Inge le plasma, le accarezza infine e le avvolge in particolari etichette, pronte per essere spedite agli alberghi di tutto il mondo.

Questo è solo un esempio di bella storia. Qui le favole non invecchiano e vivono tutti felici e contenti.

Testo di Francesca Calò | Foto VisitDenmark