Le Marche, what else?

Quella delle Marche è una regione laboriosa e capace di grande creatività, che coltiva da sempre il gusto del bello e del buono. Fra borghi e città d’arte, brand internazionali e artigianato, ottimi vini e specialità della tradizione, anche d’inverno il viaggio è un continuo incontro con il piacere.


Efficacemente lo slogan scelto per promuovere le Marche è quello tratto dalla definizione coniata già negli anni ’50 dallo scrittore Guido Piovene: “l’Italia in una regione”. Ciò che s’incontra in questa terra è quasi un compendio delle qualità migliori del Bel Paese. Natura valorizzata, prodotti agricoli, ittici ed enogastronomici di pregio, testimonianze d’arte e architettura in cui secoli di storia si specchiano, industria vitale, cordialità diffusa condita con un pizzico di goliardia. È difficile chiedere di più. Se ne sono accorti in molti, tanto che il turismo da voce secondaria dell’economia è oggi in continua crescita, con una buona quota di stranieri, innamorati in particolare delle spiagge, delle leccornie e dei paesaggi inimitabili della campagna marchigiana. Si ritrova ancora qui quel sapore di una provincia confidente e colta, popolare e saggia, intraprendente e aperta, come i porti protesi da secoli verso Oriente. I colli che coprono il territorio per quasi il 70% sono il balcone inimitabile a traguardare l’infinito che si perde al mare, riuscendo a trasmettere, fosse anche solo per un attimo, le stesse sensazioni del sommo Leopardi. Il mito del poeta non cessa di attirare ammiratori e cultori nei luoghi leopardiani. Oggi nel palazzo di Recanati che s’affaccia sulla piazza dove il giovane Giacomo osservava stregato il passeggio di Silvia (o meglio Teresa), il pubblico può visitare la splendida biblioteca ammirando i tomi della sua formazione, le librerie e il tavolo sul quale caparbiamente studiava.


La piccola Recanati ci apre la via alla ricerca meditata di alcuni tra i tanti angoli suggestivi delle Marche, tra il Piceno e il Maceratese, pronti nel frattempo a catturare delizie e specialità locali. Anche a fine autunno o inizio inverno, il clima ancora mite invita sul lungomare di S. Benedetto del Tronto. È una passeggiata lunghissima che si snoda fra palme, sculture, percorsi artistici, mercati, giardini e musei, ideale per i ciclisti. Le 140 sculture in travertino sono l’emblema del MAM, museo d’arte all’aperto, e annunciano lo spazio dedicato al mare e alla storia della marineria, ospitato nel museo del Mare. Siamo nei dintorni del mercato del pesce, uno dei principali d’Italia. L’asta del pescato, ogni mattina all’alba, si svolge secondo un magico rituale di mimiche e grida incomprensibili per i profani. In compenso sui banconi si trovano tantissime varietà di pesce fresco, tra cui quelle alla base del famoso brodetto alla sambenedettese, immancabile nelle trattorie e nei ristoranti della città. Bastano pochi chilometri ed è subito entroterra collinare, campi ordinati, uliveti e vigneti circondati da boschi dalla terra generosa. In questa stagione è un trionfo di tartufi, olio nuovo, vino pronto che ha lasciato spazio all’ultima vendemmia. L’andare per borghi e paesi regala paesaggi di rara bellezza. San Ginesio, è posto sulle colline affacciate ai Monti Sibillini. Torri, mura di cinta e baluardi ne indicano l’originale ruolo di fortezza. Lo spirito guerresco, che ancora pare aleggiare fra una feritoia e un massiccio portone, subito si dilegua di fronte al piccolo delizioso teatro, intitolato a Leopardi e inaugurato nel 1876, situato proprio nel punto in cui sorgeva l’antico palazzo Defensorale. Tuttora attivo, è il fulcro culturale cittadino. Non si tratta di un’eccezione: nelle Marche quasi ogni paese ne possiede uno. Si contano ben 72 teatri storici, tutti restaurati e operativi, simbolo di un amore per le arti molto diffuso e tramandato fra generazioni. Nella piazza centrale dominata dalla Collegiata, si trovano la Chiesa, di fondazione romanica con facciata tardo gotica ed un ricco portale, e un’interessante decorazione in cotto.


Qui nel Maceratese l’avvicinarsi delle feste natalizie è il momento giusto per ingaggiare una godereccia lotta all’ultimo succo gastrico con una specialità imperdibile: i princisgrassi, o vincisgrassi che dir si voglia. Come per tanti piatti popolari, quasi ogni famiglia marchigiana ha la propria ricetta segreta, ma dalle parti di Macerata proviene la più antica, che coniuga larghe lasagne di pasta fresca, un ragù straricco (con almeno pancetta, prosciutto grasso, rigaglie di pollo) e uno strato di besciamella, da destinare alla cottura in forno. Tornando alla costa, in territorio ascolano, un altro piccolo gioiello, appollaiato su di un colle a ridosso del mare. L’atmosfera di Grottammare Alta è fatta di stradine inerpicate fra antichi palazzi, come la villa seicentesca del Cardinale Azzolino, e vedute panoramiche sull’azzurro dell’Adriatico, come quella che si gode dalla balconata dello storico teatro dell’Arancio. L’aroma di salsedine si mescola ai profumi che migrano dalle cucine dei locali del borgo alle nostre nari, per un incontro fra piatti di terra e di mare fra i più inediti e sorprendenti, ma pur sempre con la tradizione ad esaltare le preparazioni. L’amore per le tradizioni è del resto una costante della terra marchigiana. A Offida si coltiva da secoli l’arte del merletto a tombolo, organizzando persino corsi di apprendimento delle tecniche per i più piccini, maschi e femmine, nelle aule del museo. Numerosi eventi celebrano durante l’anno la tecnica e i manufatti, occasioni per scoprire quanto il merletto di Offida sia apprezzato e venga anche impiegato nell’alta moda. Se già non l’abbiamo fatto questo è il posto giusto per assaggiare il famoso “ciauscolo”, tipico salume morbido e aromatico del Maceratese e dell’Ascolano, e degustare un nuovo DOC, il Terra di Offida, che estrae il meglio dal vitigno Passerina. Fra le bellezze d’arte da non perdere l’imponente abbazia di Santa Maria della Rocca, uno dei monumenti romanico-gotici più significativi della regione, superata forse solo dalla famosa Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra (anno 1142), presso Urbisaglia, affiancata dall’antico monastero con il chiostro del XV secolo. L’ambiente raccolto e armonioso dell’abbazia e delle campagne circostanti, forgiato nei secoli dal lavoro dei monaci, è protetto dalla Riserva Naturale di Fiastra. Le festività natalizie esaltano ancor più l’attrattiva di località suggestive, fra presepi viventi e meccanici, mostre-mercato ed eventi enogastronomici. Solo nel Maceratese occasioni da non perdere a Camerino, in abbinamento alla tradizionale “ Le Terre del Tartufo” ed alla “Festa del Torrone”, nella stessa Macerata, con fiere e mercati natalizi, a Caldarola, con il presepe vivente presso il borgo medievale di Pievefavera, così come a Morrovalle e Potenza Picena. Altri tradizionali presepi viventi nella cornice di borghi incantevoli nell’Ascolano: Acquaviva Picena, Comunanza, sempre Grottammare e Montalto delle Marche.


Solo chi non conosce l’intraprendenza e lo spirito dei marchigiani avrà l’occasione di stupirsi per il numero e la qualità di prodotti dei diversi settori, sorretti da un fitto ed innovativo tessuto di medie e piccole aziende, ma anche da marchi leader nel mondo: un modello d’eccellenza, che sa coniugare sviluppo, qualità della vita e coesione sociale. Una vera pacchia per lo shopping natalizio, spaziando dalla pelletteria ai mobili, dalle calzature all’abbigliamento, dagli strumenti musicali all’agro-alimentare. I seguaci di Bacco hanno a disposizione ben 15 vini doc e 5 vini docg (Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva) e due eleganti enoteche Regionali delle Marche a Jesi e Offida. Dunque modernità e amore per la tradizione sono la ricetta vincente di queste terre. L ’atmosfera degli antichi mestieri tramandati con sapienza e passione si respira nelle botteghe artigiane, come quella di Doriano Marcucci, carismatico “tardo hippie” formatosi alla scuola di un vero maestro scarpaio, che a Montegranaro disegna e produce a mano splendi esemplari unici di scarpe maschili. La creatività nei settori più innovativi, come l’animazione, è invece degnamente incarnata dall’estroso Iginio Sraffi da Loreto, papà delle celeberrime Winx, le fatine “made in Italy” che fanno impazzire le bambine di mezzo mondo. Grande e varia la disponibilità alberghiera, con un’ottima presenza di agriturismi in località amene e tranquille, borghi storici riconvertiti in eleganti resort con spa, e last but not least, una fittissima rete di trattorie e ristoranti che propongono la robusta cucina dei padri o innovano sapientemente senza mai perdere di vista le produzioni migliori della terra marchigiana. Da citare l’agguerrita pattuglia dei Cuochi di Marca, associazione che raccoglie gli chef dei ristoranti tipici particolarmente attenti alla valorizzazione della cucina regionale.

Testo di Teresa Scacchi | Foto Web

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