Parlare del Mali oggi è un’esperienza dolorosa ma proprio per questo sembra necessario rivestire un paese in guerra dei colori e dei suoni delle tradizioni auspicando un veloce ritorno alla pace. A salvaguardia non solo di vite umane ma anche di patrimoni dell’umanità quali la biblioteca di Timbuctù i cui preziosi manoscritti sono andati in parte distrutti nel rogo appiccato dagli islamisti in fuga dalle truppe francesi. Uno sfregio che si aggiunge alla distruzione di mausolei, santuari e tombe dei teologi sufi perpetrata a giugno dagli jihadisti.
Nonostante il popolo Bamana, tra i più influenti dei gruppi etnici del Mali e dell’intera regione del fiume Niger, sia oggi per la maggior parte musulmano è riuscito a mantenere indipendenza e peculiarità di molte tradizioni e credenze, come la venerazione degli antenati i cui spiriti vengono evocati in particolari cerimonie per consigli e protezioni. Tra le tradizioni tutt’ora praticate il teatro delle marionette, le cui tracce risalgono a cronache del XIV secolo, esprime in maniera efficace i punti fermi della società bamana, i suoi processi educativi e l’iniziazione alla prassi del quotidiano. Attraverso maschere e marionette si mettono in scena rappresentazioni di pratiche fondamentali per l’educazione alla vita, per la trasmissione delle conoscenze tecniche e del sentimento di appartenenza alla comunità, per i riti di passaggio e per la critica sociale. Marionette e cerimonie costituiscono così un veicolo fondamentale nella trasmissione del sapere e della cultura di questa società. Figura di riferimento è l’essere umano, il “seme del mondo”, il cui ruolo però è profondamente connesso a quello degli animali da cui l’uomo trae la saggezza. E’ attraverso l’osservazione del comportamento degli animali selvaggi nel loro ambiente che l’uomo acquisisce le conoscenze atte a produrre “leggi”, perché Dio ha creato gli animali prima dell’uomo per trasmettere all’infinito il sapere dei primi al secondo.
L’esposizione “Sogo. Maschere e marionette Bamana” introduce il visitatore in un mondo spirituale fatto di simboli, canti, musiche e danze che, grazie anche al magico allestimento creato dal Museo delle Culture di Lugano, regala emozioni attraverso la preziosa collezione di Claude Everlé. 34 opere policrome in legno, marionette e burattini di piccole e grandi dimensioni, divinità e personaggi zoomorfi metafore di vizi e virtù umane, affiancati da musiche e filmati registrati durante una rappresentazione nel villaggio di Kirango, formano un “sogo bò” (letteralmente l’animale selvaggio esce) che ormai designa l’annuale festa delle maschere. Una festa e una esposizione che ha emozionato soprattutto Everlè per la solennità degli spazi dell’Heleneum e per il tocco di genialità presentata dai personaggi stilizzati e articolati in perfetta simbiosi con i canoni scultorei dell’arte bamana. Innamorato dell’Africa, il gallerista francese, attivo a Dakar fin dagli anni ’70, ha ringraziato così il Museo delle Culture: “Grazie per aver dato vita ad un’etnia – con i suoi riti e la sua cultura – ancora poco conosciuta e che qui esprime, attraverso i colori, l’Africa eterna, portatrice di un messaggio di gioia di vivere, di danza, di esuberanza”
Testo Daniela Bozzani | Foto Museo delle Culture © RIPRODUZIONE RISERVATA
Informazioni utili
Dove: MCL Heleneum, Lugano-Castagnola, via Cortivo 24/28, t +41 588 666 960,
Quando: Fino al 10 marzo 2013 Chiusura straordinaria dal 29/1 a sabato 1 febbraio.
Orario: Martedì-domenica: 10-18.
Ingresso: 12 CHF, adulti – 8 CHF, giovani (17/25 anni, TCI) – gratuito, bambini fino a 16 anni.
Link utili: Museo delle Culture (mcl)
Come arrivare. Auto: autostrada A9, direzione Como – Gottardo (77 km da Milano), oppure A8 Varese – Stabio. Attenzione dal confine se si vuole procedere sull’autostrada svizzera occorre acquistare in dogana la vetrofania valida fino al 31/12/2013 per tutti percorsi autostradali svizzeri al prezzo di 32 € o 40 CHF (si può pagare in euro, resto in CHF). Uscita Lugano Sud, seguire il lungolago in direzione Castagnola. In alternativa uscire a Como Nord e proseguire sulla statale. Treno: da Milano 1 ora (vedi Trenitalia per orari e tariffe). Dalla stazione di Lugano il centro è a 10 minuti lungo una strada in discesa, oppure pochi minuti con la funicolare. per raggiungere il Museo occorre prenderre un taxi (12-15 CHF). Aereo: aeroporto di Lugano-Agno a 6 km dalla città e poi taxi.
Dove dormire. Ampio spettro di possibilità: consultare il sito di Lugano Turismo.
Dove mangiare. Anche qui molte proposte: dai ristoranti stellati ai semplici e tipici grotti tutte elencate nel sito di Lugano Turismo.