«Il MUSE di Trento, il Museo delle Scienze progettato da Renzo Piano, aprirà al pubblico il 27 luglio 2013. Numerose le iniziative previste, nella cornice di una costruzione avveniristica che sfrutta la brillante trasparenza del vetro per una fusione tra arte, scienza e consapevolezza eco-sostenibile.
Renzo Piano, che si è ispirato al concetto legato all’elemento Terra, ha dichiarato: «Abbiamo lavorato dieci anni qui e questi dieci anni sono stati importanti. Quando si finisce un progetto è un momento emotivo importante per un architetto; da quel momento in poi il progetto non è più tuo. Questa però non è la fine del progetto: oggi c’è la consegna degli spazi alla città e al Museo, affinché vengano riempiti di contenuti. La vera sfida inizia ora».
Il noto architetto ha lavorato su temi ad alta sensibilità quali risparmio energetico e rispetto ambientale: il MUSE o Museo della Scienza di Trento, che aprirà il 27 luglio 2013, sarà un vero e proprio eco-museo, dove immergersi fra esposizioni a basso impatto e i prodigi delle ricerche scientifiche quali le specie animali provenienti dalle foreste dei Monti Udzungwa in Tanzania della serra tropicale, studiate da oltre dieci anni dai ricercatori.
Il sistema di funzionamento dell’edificio sfrutta fonti rinnovabili di energia: geotermica e solare, grazie a celle fotovoltaiche e pannelli solari.
Susanna Scarabicchi, dello staff di Renzo Piano, ha spiegato lo spirito degli allestimenti: «Ultra light. Non volevamo che gli oggetti impattassero. Abbiamo pensato ad uno spazio in law-gravity: un mondo sospeso, che galleggia ed è fragile. Ed è anche l’unico che abbiamo».
Renzo Piano stesso spiega: «L’edificio è un exihibit, cioè un contenuto del museo che vuole raccontare la fragilità della Terra, perciò è stato pensato come contenitore eco-sostenibile».
La verticalità alpina disegna con grazia un’abile unione fra forme del design e funzione espositiva: sorto nell’area ex Michelin, il Museo delle Scienze di Trento prende parte a un progetto di più ampio respiro che vede la creazione di un quartiere ripartito in undici unità, articolate fra blocchi residenziali, uffici e negozi.
L’antica tradizione si unisce all’innovazione scientifica grazie a progetti come Memorie dal sottosuolo, che si propone di documentare l’attività delle miniere del Trentino attraverso la ricerca mineralogica: una storia di vecchia data, che per molto tempo ha contrassegnato un settore fondamentale dell’economia trentina. Un racconto che attraversa le radici del Trentino per affondare nella terra fertile di un’alba pronta a fiorire di nuovi germogli e ispirazioni.
Maddalena De Bernardi
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