Graceland, quando il kitsch diventa leggenda

Tra stanze nella jungla e pellicce finte, ecco Graceland dove viveva il re del rock’n’roll Elvis Presley.


Esistono luoghi sparsi per il mondo che hanno un significato speciale per gli appassionati di musica, perché legati a un artista o a una canzone che fa parte della colonna sonora della loro vita. Esistono poi altri luoghi, la cui fama cresce in modo tale da renderli veri e propri monumenti, santuari del rock che assumono le dimensioni del sacro, in cui milioni di persone si recano con lo spirito e la devozione tipica dei pellegrinaggi. Graceland, la dimora di Elvis Presley a Memphis, rientra in questa ristretta categoria di spazi cult, al punto da essere la seconda dimora più visitata negli Stati Uniti d’America, superata per numero di turisti solo dalla Casa Bianca. Qui The King visse dal 1957 sino alla morte, avvenuta nel 1977 in circostanze poco chiare, anche se si presume si sia trattato di un infarto.

Elvis The Pelvis è sepolto nel giardino della magione insieme ai genitori e alla nonna paterna, circondato dai suoi bizzarri oggetti e dalla splendida collezione di automobili e motociclette (anch’essa in esposizione), all’interno della quale spiccano la celebre Cadillac Fleetwood rosa del 1955 e i due jet privati. La casa anticamente era una fattoria di proprietà di S.C. Toof, fondatore dell’omonima società di stampa commerciale, che chiamò l’edificio Graceland in onore della figlia Grace. Presley la comprò per 100.000 dollari nel 1957, sperando in questo modo di sfuggire all’assalto dei fans che si faceva sempre più serrato. Qui visse dapprima con i genitori (la madre purtroppo morì nel 1958), poi con il padre e la sua nuova moglie, e infine con l’amata Priscilla Beaulieu, dalla quale si separò nel 1972.

La residenza si compone di 28 stanze, di cui 8 sono camere da letto. L’ala superiore del palazzo, che comprende la suite principale, la camera da letto personale di Elvis e il bagno in cui fu trovato morto, è chiusa al pubblico, mentre il pian terreno è interamente visitabile. Graceland è circondata da 13 ettari di terreno, su cui sorgono altre case, una piscina, una struttura dedicata al racquetball ed una riservata all’esposizione di riconoscimenti musicali, costumi di scena e altri cimeli appartenuti all’artista. L’ingresso dell’edificio da subito la misura di ciò che bisogna aspettarsi all’interno: dopo aver varcato l’imponente cancello in ferro battuto a tema musicale, si giunge all’entrata principale, dove due enormi leoni in pietra appollaiati ai lati del portico danno il benvenuto ai visitatori. Vicino al salotto ci sono una sala della musica, la stanza dell’oro, che in realtà è un lungo corridoio in cui sono esposti tutti i dischi d’oro della carriera di Elvis e la mitica Jungle Room, apoteosi dello spirito kitsch che ha sempre accompagnato il personaggio di Presley.

La “stanza della jungla” si presenta con il pavimento e il soffitto ricoperti da un finto manto erboso, una cascata interna che scorre sulla parete, divani in finta pelliccia, peluches di animali, piane artificiali e poltrone dai braccioli in legno con altri animali intagliati. In questa sala furono registrati quasi interamente gli ultimi due album di The King, “From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee” del 1976 eMoody Bluedel 1977, pubblicato circa un mese prima della sua morte. Il cantante era affascinato dalle stranezze, tanto che la sua casa era (ed è ancora) piena di oggetti colorati e curiosi, arredamento sopra le righe e uno scantinato adibito a “stanza delle tv”, luogo in cui amava intrattenersi guardando anche tre televisori contemporaneamente. Sul terreno attorno alla casa Presley ha voluto il famoso “giardino della meditazione”, progettato dall’architetto Bernard Grenadier, in cui oggi si trovano la sua tomba e quella dei suoi cari, nonchè una targa commemorativa dedicata al fratello gemello, nato morto. Questo giardino è stato il primo angolo della tenuta ad essere aperto al pubblico nel 1978, mentre il resto di Graceland è visitabile dal 1982.

Certamente una volta visitato il tempio del rock’n’roll si consiglia di addentrarsi nella magia di Memphis, città in cui ogni angolo di strada risuona di musica e testimonia ancora oggi la grande opera culturale compiuta da Elvis, un ragazzone del Mississippi che ha avuto il coraggio di mescolare le sonorità del Black South, portate in America dagli immigrati di colore, con quelle del White South germogliate nel Tennessee, cambiando per sempre la storia delle sette note. Beale Street, conosciuta nel mondo come la “via della musica”, è il luogo ideale per una full immersion di blues e rock, suonato in ogni locale dal pomeriggio sino a tarda notte. Le tappe da non perdere? Sicuramente il Rum Boogie Café/Mr. Handy’s Blues Hall, il B.B. King’sBlues Club, locale in cui il celeberrimo chitarrista iniziò la sua carriera, e infine il Full Gospel Tabernacle, ascoltare dell’ottima musica gospel e respirare a pieni polmoni l’aria delle antiche piantagioni di cotone.

Info: Graceland

Testo di Alessandra Narcisi © RIPRODUZIONE RISERVATA | Foto web

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.