Finchè saremo di porcellana. Poesie di Barbara Pregnolato

Diciamo subito una cosa: non posso essere davvero imparziale, perché Barbara Pregnolato è una mia amica, una di quelle persone rare, solari e umanissime, che raramente capita di incontrare. Ai tempi del web 2.0 incontrare è una parola grossa. Infatti non l’ho mai vista. Abbiamo parlato molte volte al telefono in occasione dei miei interventi sui viaggi a Radio Alex, l’emittente di cui è una bravissima speaker, pensati per fare sognare i suoi ascoltatori. E poi ovviamente su fb, mail e tutto quanto il digitale non ci fa mancare. Ora mi ritrovo qui, con Barbara improvvisamente materializzata nel suo primo libro di poesie, che ho tra le mani, e che ha voluto spedirmi in un pacchetto anonimo, come se si trattasse di una cosa poco importante, da regina dell’understatement. O forse come si fa con gli amici, cui basta leggere il nome del mittente per sapere di che si tratta. Sono poesie violente e dolcissime, lunghe o semplici haiku, intrise di contraddizioni, che distillano umanità. Parlano di speranze, delusioni, ricordi. Di una vita vissuta senza respiro inseguendo travolgenti passioni. Sempre eleganti, nella ricerca di una pennellata di colore che improvvisamente cambi la prospettiva e spiazzi chi legge. E anche questo sa fare molto bene Barbara, dato che è una brava pittrice.

Dice di sé “E’ tutta la vita che perdo qualcosa. Forse per questo scrivo. Per camminare su un fil. Per essere aquilone. Per sporcarmi di colore. Per diventare fiore. Per sentirmi sorridere E perché l’illusione di ciò che chiamiamo Amore non mi abbandoni mai” .

Dico di te Barbara: perdi ancora qualcosa, perché chi ti segue la possa raccogliere e scaldarsi le mani e il cuore con la bellezza che emana.


Testo di Federico Klausner © RIPRODUZIONE RISERVATA | Foto web



Finchè saremo di porcellana. Poesie di Barbara Pregnolato, Edizioni La Gru, 2013, pag 75 € 11.

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