Mostre: Parigi, l'arte tra droghe e ispirazione

L’affascinante Maison Rouge di Parigi, alla Bastiglia, e una mostra d’arte capace di tuffarsi negli abissi della psiche umanaSous influences. Arts plastiques et produit psychotropes sarà aperta al pubblico fino al 19 maggio. Un percorso stimolante per approfondire il complesso rapporto tra arte e droghe, nello scenario della metropoli francese.

«L’oppio permette di dare forma all’informe» scrisse il poeta Jean Cocteau nel 1930 tra le pagine di Opium: questo verso è l’incipit che accoglie il visitatore pronto ad addentrarsi nel tortuoso labirinto dell’arte. Il genio ribelle di Basquiat e il dissacrante Damien Hirst si mescolano alle forme di Takashi Murakami e i colori saturi di Yayoi Kusama: 250 opere e 90 artisti che attraverso la mostra Sous influences. Arts plastiques et produit psychotropes accompagnano nel mistero della creazione artistica.
Da quadri come Sulla terrazza (Fes), avvolti dal fumo sottile del narghilé che permea il cielo stellato mediorientale percorso da un astronave, ai lavori di Arnulf Reiner, Henri Michaux e Jean-Jacques Lebel l’alterazione data dalle sostanze psicotrope all’interno della mostra parigina viene messa in scena grazie al sottile meccanismo di un fare artistico che diviene evidenza di un contenuto altro.

Il mito dell’artista stravolto, in preda alla follia di un genio che trova linfa nell’ebbrezza estatica? Pura leggenda, perché come spiega il commissario della mostra Antoine Perpère, artista e impiegato nella sanità francese, il corpo si muove in maniera troppo rallentata per riuscire nell’inseguimento spasmodico dei prodigi della mente.
Mescalina, LSD, peyote, assunti talvolta in presenza di psichiatri e in qualità di esperienza visiva hanno valicato le porte della percezione, come ricorda una celebre opera di Aldous Huxley, per sconfinare in un universi paralleli, potenzialmente già presenti, difficili da evocare. Mondi tentacolari raggiunti da anime spesso in lotta con il mondo circostante e in costante guerra con il mondo interiore, popolato di spettri e gentili apparizioni.
Un autoritratto di Artaud guarda di sbieco il visitatore mentre la proiezione del documentario di Gianfranco Rosi El sicario ci riporta al presente, nella realtà dei cartelli legati al commercio di droghe a Ciudad Juarez. L’universo pericolante di una genialità oggi drammaticamente implicata con la politica più bieca e attuale.

Maddalena De Bernardi © RIPRODUZIONE RISERVATA | Foto web

Caro lettore,

Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.

Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.