Marocco: una storia geologica sorprendente

Domanda: Buongiorno, sono stata recentemente in Marocco. Abbiamo effettuato un trekking di 5 giorni a sud di merzouga  (EMarocrg chebbi e oltre verso l’altopiano dell’Algeria). Sono rimasta molto affascinata e colpita della zona. Abbiamo trovato rocce particolarissime, ammoniti e formazioni rocciose fantastiche. Abbiamo salito il monte Isk. Vorrei chiedervi gentilmente informazioni di tipo geologico di questa zona e in particolare del monte Isk. Grazie, Michela.

Risposta: Ciao Michela, la geologia del Marocco ha una storia molto interessante. Purtroppo conoscerne i dettagli è difficile, in quanto non frequento e studio questa parte d’Africa, ma posso comunque dare un’idea generale su quello che hai visto.

I movimenti delle placche tettoniche hanno sortito l’effetto di un elastico su queste terre, dapprima stirandole e poi comprimendole. Il risultato di queste deformazioni si può riassumere in tre fasi geologiche ben distinte: la prima con la formazione dell’anti Atlante, ovvero quella enorme catena montuosa che attraversa il nordafrica occidentale. Ciò avvenne più di due miliardi di anni fa, in concomitanza di questo evento si venne a formare anche la prima parte del Sahara occidentale. Nel Paleozoico, circa 500 milioni di anni fa, il mare invase le terre pianeggianti, portando su esse gli ecosistemi marini. Nell’era terziaria, 65 milioni di anni fa, l’assestamento dell’alto e medio Atlante provocò il ritiro delle acque, dando alla luce le enormi distese dei tipici altopiani presenti nella regione meridionale. La presenza dell’oceano, diede la possibilità di formare grossi depositi sedimentari che oggi caratterizzano la zona di Merzouga fin oltre il confine dell’Algeria. I depositi sabbiosi che si possono ammirare oggigiorno non sono altro che il risultato della disgregazione delle rocce che circondano questo enorme settore e che, grazie all’azione del vento, vengono raccolte, trasportate e depositate in zone ben precise accumulandosi in grandi quantità e formando dune maestose.

Si trovano tante rocce e minerali interessanti; spesso ci si imbatte nelle famose rose del deserto, formazioni di gesso molto belle. Le montagne rossastre o grigie invece sono formate principalmente da depositi di calcite e aragonite, risultato dell’accumulo dei gusci di crostacei vissuti al tempo dell’inondazione. Il monte Isk, fa parte di questi depositi, quindi non è altro che un affioramento di carbonato di calcio ricco di tantissimi fossili circondato dalle sabbie del deserto. Naturalmente qui la paleontologia la fa da padrona, si trova un po’ di tutto, dai denti di squalo alle estinte ammoniti e trilobiti, i crinoidi, ovvero gli antenati dei ricci di mare, e tanti altri. Fa sempre impressione osservare questi paesaggi quando se ne conosce la storia geologica.

Chi l’avrebbe mai detto che un tempo queste distese di sabbia sarebbero state dapprima il fondo di un oceano popolato da specie da noi mai conosciute, diventate poi una distesa verde popolata da giraffe ed antilopi ed infine trasformate in una terra arsa e desolata. Diviene quindi doveroso fare un bel ringraziamento alla geologia ed alla paleontologia!

Omar Fragomeni | A.I.E.A. Specialist Member per la Geologia e la Paleontologia

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