I musei di Amsterdam rappresentano senza dubbio una delle principali attrattive turistiche della città: una scelta tra ben 50 musei accoglie e richiama ogni anno milioni di turisti accontentando i più svariati interessi di coloro che vogliono visitarla . Accanto ai capolavori del Secolo d’Oro e dell’arte moderna e contemporanea, si trovano cinema, teatro, fotografia, storia e curiosità, e anche qualche museo ‘tipicamente olandese’ come ad esempio lo Scheepvaart Museum (con una replica di un veliero mercantile settecentesco ancorato all’esterno e visitabile) e l’Houseboat Museum. Sicuramente i più noti sono il Rijksmuseum e il Van Gogh Museum, i quali meritano un capitolo a parte, sia per l’importanza e grandezza, sia per l’attualità che li colloca, in questo periodo, sotto i riflettori. Il 13 aprile scorso, sullo sfondo di scoppiettanti fuochi d’artificio, la regina Beatrice e migliaia di olandesi, hanno assistito alla riapertura dei battenti del Rijksmuseum, un evento che ha permesso finalmente di togliere il velo, dopo 10 anni di restauri, dalla più grande collezione al mondo di arte fiamminga, restituendo all’umanità otto secoli di capolavori illuminati da un rinnovato bagliore.
Il Rijksmuseum ( museo statale di Amsterdam), riconosciuto come uno dei dieci migliori musei al mondo, si erge come un gigante nel suo maestoso stile gotico-rinascimentale, sulla grande piazza del Quartiere dei Musei, nel cuore della città . Esternamente nulla è cambiato. Gli architetti spagnoli Cruz y Ortiz, ai quali è stato affidato il progetto di ristrutturazione, hanno pienamente rispettato l’originale disegno di Pierre Cuyper, vincitore del concorso indetto nel 1870, per la costruzione di questo edificio. L’interno del museo è stato completamente trasformato, gli spazi ridisegnati e i volumi reinventati con la creazione di geometrie di vetro, che permettono un’illuminazione naturale di grande effetto visivo. All’entrata, una lunga scala di marmo conduce il visitatore verso un voluminoso atrio, dove si trovano il ristorante e uno spazioso bookshop con caffetteria e libreria. Una serie di novità tecnologiche aggiornano il museo alle esigenze odierne e completano l’imponente restauro. L’allestimento interno delle sale si deve all’architetto parigino Jean –Michel Wilmot, autore fra l’altro di numerosi interventi al Louvre. Sono stati recuperati anche i giardini, dove si espongono sculture e si coltivano fiori, ortaggi e frutta, spesso utilizzati anche in cucina dagli chef del ristorante.
Può così iniziare l’affascinante viaggio in questo tempio delle meraviglie attraverso gli 8 mila oggetti dal 1100 ad oggi, distribuiti in 80 sale, fino ad arrivare al cuore del museo, al secondo piano, dove si accede alla Galleria d’Onore, abitata dai più famosi capolavori fiamminghi. Quando uno squattrinato trentenne di nome Vincent Van Gogh visitò il museo nel 1885, fu talmente ispirato da quello che vide da fargli mutare radicalmente il suo processo creativo. In una lettera al fratello Theo, il giovane Vincent, raccontò lo stupore e l’emozione provata davanti a una tela di Rembrandt, rivelando l’assoluta incapacità di trovare le parole adatte per descrivere la potenza e il mistero che celavano le pennellate di luce del grande pittore fiammingo. Non è un caso se “The Night Watch” (Ronda di Notte) di Rembrandt, è una delle icone del Rijksmuseum, sicuramente il dipinto più amato, ed è per questo che, una volta terminati i lavori, è stata l’unica opera del museo a essere ricollocata al suo posto d’onore, lo stesso che gli appartiene da sempre di diritto.
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