Più a sud di Tunisi, Lampedusa è un gioiello sfuggito alla penisola e perduto nel Mediterraneo. Il mare caldo come ai tropici in estate, il clima secco e mite e una cucina squisita danno il sapore a una vacanza indimenticabile.
Il vento fischia negli antichi templi in echi lontani, capaci di attraversare il mare a filo d’acqua, come il volo leggero di un gabbiano all’alba. Quando le barche dei pescatori fanno ritorno, mentre la notte evapora nella foschia che si dirada. Agrigento si allontana sullo sfondo della costa siciliana, orizzonte di un’Italia che qui giunge ai suoi confini più estremi e finisce per frantumare le sue ultime propaggini nell’azzurro accecante del Mediterraneo.
Lampidusa, come viene chiamata con l’asprezza forte della lingua siciliana, è la maggiore dell’arcipelago delle isole Pelagie: geologicamente appartenente all’Africa, l’isola fa parte della provincia di Agrigento e, insieme a Pantelleria, si allunga nel Mediterraneo sfiorando la brezza di Tunisi e Algeri, nel sogno lontano di un orizzonte drammaticamente vicino.Prima di uscire di casa non dimenticate un foulard e un paio di occhiali da sole: la giornata di mare inizia con la Spiaggia dei Conigli, considerata una fra le più belle al mondo. É possibile arrivare in questo litorale dall’eccezionale sabbia bianca in motorino, seguendo un sentiero perduto nella steppa opaca. Meta delle tartarughe marine caretta caretta, la spiaggia dei Conigli è un sussulto di luce, nel candido riflesso dell’acqua cristallina, che vibra tra i costoni di roccia. In aprile e in settembre l’isola è percorsa dal volo degli uccelli migratori che vi fanno tappa, disegnando l’intrigante ricamo di una natura magnificamente viva e in costante trasformazione.
Noleggiando un gozzo, o in barca, potrete proseguire la giornata raggiungendo le grotte più riparate, nella pace serafica di anfratti nascosti, nell’ombra verde delle scogliere piatte, dove avvistare delfini e tartarughe. Tra lo Scoglio di Sacramento e Punta Sottile l’arenaria e le piatte distese calcaree lasciano infatti intravedere le grotte, da scoprire nel richiamo delle profondità marine.
Perché non cogliere l’occasione per sperimentare un nuovo sport? In uno dei numerosi centri diving presenti nell’isola potrete imparare a immergervi: snorkeling e sub, un viaggio attraverso un mondo parallelo, dominato dal silenzio eterno e improvviso, attraversato da una folla di pesci colorati nella ricchezza di un mare che spalanca i suoi tesori, denso di sorprese e misteriosi miraggi. In una settimana è possibile conseguire un brevetto subacqueo: un modo per riscoprire la nostra natura di esseri d’acqua e, una volta ritornati a casa, conoscere l’indimenticabile porta d’accesso verso un mondo segreto, da raggiungere di nuovo.
Quando il sole delle ore più calde si placa la bicicletta accompagnerà le vostre esplorazioni: deliziosa tentazione per gli amanti del trekking, non esitate ad andare alla scoperta dell’Albero Sole, il rilievo più elevato, da cui godere del panorama dall’alto.
L’isola, luogo di passaggio per Fenici, Greci, Romani e Arabi, schiude le sue meraviglie nell’intrigante vita dei fiori, come la rarissima Scilla Dimartinoi, patrimonio della Riserva Naturale, dove sopravvivono coraggiose specie in costante rischio di estinzione. Alla fine dell’Ottocento il botanico Gussone descrisse Lampedusa fra i frutteti al sole e i densi boschi, dove primeggiavano i pini d’Aleppo: dopo il diboscamento attuato nel 1843 durante la colonizzazione borbonica dell’isola, il territorio è progressivamente diventato una distesa senza alberi, dove a tratti affiora la nuda roccia.
Il tramonto appare all’orizzonte, mentre le mani dei pescatori, disegnate dalla vita al sole, preparano le barche per la pesca: cozze, totani e calamari, sgombri, sardine e alici da marinare nel profumo del limone deliziano le tavole imbandite nelle terrazze sul mare. Dai frutti di mare ai prelibati piatti a base di cernia, tonno e pesce spada, le ricette solleticano il gusto con la semplicità della cucina tradizionale e il sapore di prodotti locali, quali i capperi, tipici di Lampedusa e Linosa. L’influenza araba si ritrova nell’odore intenso delle spezie come zafferano e cannella, che stuzzicano voglie segrete grazie alla celebre pasticceria siciliana, da gustare accompagnando l’assaggio con un sorso di Donna Fugata o Regaleali, in un brindisi alla notte che incede, luminosa di stelle.
All’orizzonte del faro di capo Grecale, il golfo si chiude verso Punta Parrino e a picco sulle falesie percorse dai gabbiani si staglia il profilo lontano della costa tunisina. Mentre l’azzurro dell’isola di Lampedusa, difficile ponte tra Europa e Africa, incrocio superbo di culture, inghiotte nella sera i segreti ancestrali custoditi dal mare.
Testo di Maddalena De Bernardi | Foto di Vittorio Sciosia © RIPRODUZIONE RISERVATA
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