Piccole Antille. Il volo della tartaruga


Il mare dei Caraibi risplende limpido intorno all’isola di St. Barth, la più elegante tra le Antille Francesi, meta privilegiata per un turismo da barca a vela e ristoranti gourmet.

Saint Barth, piccolo angolo di paradiso, è tutto l’anno il posto “giusto” per trascorrere una indimenticabile settimana ai Caraibi. Non solo per le temperature, che oscillano costantemente tra i 27 e i 35 gradi. Ma anche perché vanta il primato dell’isola più sicura di tutto l’arcipelago della Guadalupa, le Antille francesi. Qui, non c’è criminalità, gli abitanti lasciano, senza timore, aperte le porte delle loro abitazioni lungo tutti i 25 chilometri quadrati  di superficie vulcanica.


Saint Barth vanta anche un altro primato: è l’isola dove si stappano più bottiglie di champagne di tutti i Caraibi.

Saint Barth, o per esteso Saint Barthélemy, è protettorato francese in terra caraibica, meta da sempre del jet set internazionale. Le quindici spiagge però sono tutte ad accesso libero. Il mare è, ça va sans dire, piatto e cristallino, il reef lontano e nei fondali bassi e sabbiosi si nuota tra centinaia di variopinti pesci tropicali a pochi metri dalla riva.

Opera del designer parigino Christian Liaigre l’hotel Le Sereno, 37 ville in legno chiaro, sorge nel cuore del Grand Cul de Sac, in mezzo al verde. Interamente ecocompatibile, offre agli ospiti il massimo dell’accoglienza e ogni possibile confort. Nell’acqua bassa della laguna, di fronte alle lussuose ville, le tartarughe marine nuotano indisturbate. Non hanno particolare timore dell’uomo, ma sono velocissime. Si lasciano avvicinare, poi d’improvviso scompaiono nel reef. Per seguirle bastano un paio di pinne e la maschera. Qui ovviamente è anche possibile cimentarsi nel diving o in qualunque altra attività marinara.

Per i più avventurosi ogni giorno c’è da scoprire una spiaggia diversa: quella di Saint Jean, per esempio, è perfetta per chi ama il wind surf.


Su un piccolo promontorio si erge uno degli hotel storici dell’isola, l’Eden Rock, che propone anche quadruple e suite con più ambienti.  Esperienza da gourmet un pranzo al Sand Bar, con i piedi quasi sulla sabbia. Aragosta caraibica – la migliore al mondo – ma anche gustosi hamburger con patatine fritte. E dopo il bagno con le tartarughe si apre la caccia fotografica alle iguana, piccoli dinosauri contemporanei, testimoni di ere geologiche lontanissime, che qui sono considerate alla stregua dei gatti. I ragazzi indigeni – discendenti di svedesi e bretoni, che nei secoli hanno colonizzato l’isola – le catturano e ci giocano quasi fossero animali da compagnia.

Le iguana autoctone attualmente sono a rischio d’estinzione. Qualche villeggiante incosciente ha importato illegalmente dal Sud America le “green iguana”, specie più grande e competitiva. Le nuove arrivate, infatti, depositano in media 80 uova contro le 30 delle più piccole. Così queste ultime, che attualmente a Saint Barth superano il migliaio di esemplari, potrebbe presto scomparire. Per osservarle da vicino il modo migliore è fare trekking lungo i sentieri della Reserve Naturelle de St-Barthélemy, un’ampia area verde gestita dall’associazione no profit Grenat, che si occupa della salvaguardia dell’ambiente terrestre e del Parco Marino, che comprende i fondali di larga parte dell’isola e gli atolli circostanti: Les Balines, Roche Le Boeuf, Frégate, Tortue, La Poule e Les Poussins.


Tra questi scogli si pescano tonni, mahi mahi e moltissimo altro pesce, che viene poi venduto fresco nei locali dove la sera il jet set si ritrova. L’Isola, ristorante top della capitale, di proprietà e gestione italiana, propone un memorabile piatto di spaghetti all’aragosta o al riccio di mare. E per chi scegliesse il mese di gennaio per recarsi a Saint Barth, dal 7 al 25 c’è il Festival de Musique, che ospita orchestre sinfoniche e artisti provenienti da tutto il mondo. Le performance si tengono quasi tutte all’aperto lungo il waterfront e tra le vie della capitale, Gustavia.

Gran finale a Shell Beach, incantevole spiaggia di sabbia bianca a forma di conchiglia, dove concludere (o iniziare) la giornata, con un indimenticabile bagno nelle acque color dello smeraldo.


Testo di Anna Maria Catalano |  Foto di Enzo Signorelli  © RIPRODUZIONE RISERVATA



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