Provenza. Tutti i profumi e i colori del vento



La bicicletta è il vento che prende forma e diventa concreto, la bicicletta è dove trovano respiro i cuori semplici.

Al mondo esistono posti segreti che vanno condivisi, cose che bisogna far sapere che esistono perché fanno troppo bene. Uno di questi si chiama Vaucluse (Valchiusa), due linee immaginarie sulla cartina della Francia che racchiudono questo territorio del dipartimento francese a nord-ovest della Provenza. Percorrere questa regione in bicicletta è uno dei modi migliori per addentrarsi in un territorio ricco di contrasti. Il nostro viaggio parte in uno dei villaggi ai piedi del Mont Ventoux, la vetta più alta (1912 mt.), citata anche dal nostro Petrarca,  che soggiornò diversi anni in questa zona, nella borgata di Fontaine de Vaucluse, presso la quale risorge l’acqua del fiume Sorgue che ispirò al poeta versi che tutti noi conosciamo come  “chiare fresche e dolci acque”.

I circuiti con segnaletica per i ciclisti partono da Isle-sur-la-Sorgue, bellissima cittadina percorsa da diversi canali, punteggiati da antichi mulini in legno ricoperti di muschio. Ed ecco che siamo nella piccola Venezia francese, vicoli in pietra resi ancora più stretti dalle case basse con le persiane colorate, terrazze che sembrano essere sospese sull’acqua e tanti piccoli negozi di antiquariato. Prendiamo il circuito De la Source à la Venise Provencale in direzione della Fontaine de Vaucluse, 21 km percorribili facilmente in bicicletta, il terreno è pianeggiante e siamo immersi in piena campagna. La prima sensazione piacevole ci viene regalata dai profumi, diversi da quelli di qualsiasi altro paese, l’olfatto viene inebriato da qualcosa di buono che sa di natura e fiori freschi.

Il percorso dura circa un’ora e mezza ed è adatto a tutti, sportivi e non; sul territorio sono presenti delle strutture di accoglienza per i ciclisti, tra cui bar, alberghi, camping, ciclo-officine, punti di riparazione. Il Vaucluse si mobilita per i patiti della bicicletta e ci sta riuscendo bene. Se a Isle-sur-la-Sorgue tutto è orizzontale, un altro percorso sulle nostre due ruote ci offre un’immagine diversa del Mont Ventoux. Versante nord, saliamo a 760 mt. e ci fermiamo a Sault, un paese arroccato nelle colline di questa montagna, detta anche il gigante della Provenza.


Qui è dove si coltiva la “vera” lavanda e non solo. Agricoltura e allevamento permettono ai contadini locali di avere una buona quantità di prodotti per il commercio nel paese. Sulle colline crescono vigneti e ciliegi, la pianura trabocca di frutti, tra cui il famoso melone di Cavaillon. Così il vero fulcro per gli abitanti diventa iI mercato settimanale. Facile imbattersi tra bancarelle che ogni giorno offrono assaggi gratuiti ai passanti  dal sapore semplice delle cose più autentiche. Salumi aromatizzati alle erbe della Provenza, formaggi di capra, marmellate che uniscono frutta e verdura che mai mettereste insieme e dolci al miele di lavanda.

Ed è proprio a Sault, tra bancarelle e una vista mozzafiato, che conosciamo Jim, pittore di strada dalle origini texane. Scopriamo che ha studiato a Firenze e mentre chiacchieriamo in pochi minuti ci regala un pezzo della sua arte, ritraendo il fotografo in uno dei suoi disegni. Qui tutto riporta alla dolcezza di vivere. In ogni paese, artisti e artigiani rivaleggiano per talento, ed è un piacere conoscerli.

Ripresa la bicicletta, andiamo a scoprire il nostro circuito Le Plateau d’Albio. Sicuramente diverso dal primo, si può scegliere tra quello breve (23 km) adatto più o meno a tutti, e quello più lungo  (51 km) per i più sportivi. Questo percorso ci dà la possibilità di godere di un paesaggio incantato tra estensioni di lavanda (non ancora del tutto in fiore visto il bizzarro tempo di questo periodo) e piccoli paesini medioevali dove il tutto sembra essersi fermato.

Il territorio è un susseguirsi di discese e salite e i nostri occhi vedono solo campi dove non si capisce se è il verde che si infila tra le rocce o sono le rocce che si infilano nei campi. E da quassù, la terra è bellissima. A Sault passiamo tutta la giornata, abbiamo la fortuna di conoscere gente interessante tra cui Guillaume Liardet che, nella sua fattoria Aroma Plantes, ci spiega come lavanda, pini e spezie del territorio vengono distillati per la creazione di olii essenziali, saponi e cosmetici. Una fattoria familiare specializzata nella produzione di erbe aromatiche e alimenti bio, che offre ai turisti e ai curiosi una distilleria a cielo aperto che trasforma i profumi della natura e svela i suoi benefici.

La nostra visita continua con una dolce pausa alla Nougaterie André Boyer, torroneria artigianale fondata nel 1887, tramandata di padre in figlio. Assistiamo alla lavorazione del torrone, su richiesta anche i turisti a piccoli gruppi posso assistere alla creazione di questo semplice dolce. Per i nostalgici della cucina, la famiglia Boyer ha creato una piccola biblioteca, all’interno della pasticceria, che conserva libri di ricette dimenticate al sapore di miele, cioccolato e lavanda.

Sault riserva un ambiente unico in perfetta sintonia con la natura, dove le persone hanno sviluppato una forte tradizione di ospitalità all’interno di un autentico patrimonio culturale. Suonerà banale ma è proprio vero che sono i viaggi a fare le persone e non il contrario. Il giorno seguente siamo a Roussillon nella valle del Luberon, il paese dell’Ocra. Tutto è diverso, persino il clima. Fa molto caldo e il sole brilla sovrano nel cielo azzurro. Ma il vero protagonista di questo paesaggio è il piccolo borgo arroccato dipinto dai colori più caldi: il giallo, l’arancione e il rosso. Incastrato sulla collina dell’Ocra, presenta una vera e propria curiosità geologica: si può passeggiare nel cuore di questo dedalo variopinto seguendo i cartelli in cui viene spiegata la formazione e lo sfruttamento delle cave d’Ocra e delle pareti “sangue e oro”.

A un chilometro dal centro abitato sorge invece Il Conservatorio dell’Ocra, un ex stabilimento dove veniva estratto questo materiale tra il 1921 e 1963. Il Conservatorio è aperto al pubblico tutto l’anno per visite guidate, corsi e workshop pedagogici. Riprendiamo le nostre bici e ci dirigiamo verso il circuito Les ocres à vélo (15 km). Sotto le nostre due ruote la strada scorre veloce e tra una discesa e una salita ci fermiamo alle Mines du Bruoux, dove percorriamo un avventuroso cammino sotterraneo, alla scoperta delle vecchie miniere. Si possono percorrere gallerie lunghe 650 mt. e alte fino ad un massimo di 15 mt.

Questa è solo una delle tappe e vale la pena fermarsi. Le gallerie sotterranee sono situate all’interno di una rete di tunnel vasta più di 40 km. La temperatura media di questi cunicoli scende a 10° e dopo una pedalata sotto al sole è consigliabile portarsi qualcosa di pesante. Rese rettilinee a partire dal 1885 sono il risultato del lavoro congiunto degli uomini e della loro terra. Maestose e imponenti testimoniamo il rapporto tra l’uomo e l’ocra in modo suggestivo e spettacolare.

Oggi, l’estrazione d’ocra è permessa solo nelle miniere a cielo aperto. Il nostro viaggio si conclude a Lourmarin, a differenza dei villaggi della zona, questo borgo non è arroccato su una roccia ma è adagiato ai piedi della Combe de Lourmarin. Il paese è noto anche per il bel castello rinascimentale che lo sovrasta dall’alto di una collina, ed è famoso per il vivace mercato del venerdì mattina, dove ancora una volta ritroviamo i sapori, gli odori e i profumi del primo giorno, quando siamo arrivati in questa terra tutta da scoprire, meglio se in bicicletta.


Testo di: Samantha Lamonaca  |  Foto di: Alessandro Nicosia  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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