Costruita intorno e lungo il fiume Ljubljanika, la piccola capitale slovena è piena di ponti, tutti diversi. Da attraversare, da guardare, fotografare. Dove fermarsi a guardare sotto, fare una telefonata, mangiare un gelato, darsi appuntamento. Il più famoso è il Tromostovje, il triplice ponte: tre bracci di pietra con le balaustre bianche, che disegnano una trama geometrica e inusuale tra piazza Prešernov e il centro storico. Un gioco di archi disegnato dal prolifico architetto e urbanista sloveno Jože Ple?nik, che ha aggiunto due nuovi camminamenti all’originario ponte ottocentesco dello Špital. Subito dopo il grande mercato di Vodnikov Trg, invece, sta il Ponte dei Draghi, chiamato così per i verdi draghi alati in rame ormai ossidato, diventati simbolo di Ljubljana. Secondo la leggenda, ogni volta che passa una ragazza vergine, i guardiani del ponte muovono le ali. Tra queste due opere del passato, si trovano anche opere più recenti, anche se di gusto discutibile, come questi lucchetti appesi alla ringhiera del ponte Mesarski Most. Federico Moccia è arrivato fin qui.
Caro lettore,
Latitudes è una testata indipendente, gratis e accessibile a tutti. Ogni giorno produciamo articoli e foto di qualità perché crediamo nel giornalismo come missione. La nostra è una voce libera, ma la scelta di non avere un editore forte cui dare conto comporta che i nostri proventi siano solo quelli della pubblicità, oggi in gravissima crisi. Per questo motivo ti chiediamo di supportarci, con una piccola donazione a partire da 1 euro.
Il tuo gesto ci permetterà di continuare a fare il nostro lavoro con la professionalità che ci ha sempre contraddistinto. E con lo stesso coraggio che ormai da 10 anni ci rende orgogliosi di quello facciamo. Grazie.