Slovenia: il Sentiero della Pace, la storia sui monti

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Per ricordare quegli orribili anni in cui la valle del So?a fu trasformata in un grande campo di battaglia tra gli eserciti italiano, austro-ungarico e tedesco, nel 2000 è stata istituita la Fondazione Le Vie della Pace dell’Alto Isonzo, che si occupa della manutenzione e del restauro di molte aree del fronte, rendendole visitabili. L’associazione, infatti, organizza diverse camminate a piedi con l’accompagnamento di una guida lungo alcuni tratti della Via della Pace (Pot Miru), un itinerario di 100 km che segue la linea del fronte isontino da Log pod Mangartom, a nord, fino al colle di Mengore, vicino a Tolmin, e che sta sviluppando nuove tappe per completare il tratto e raggiungere l’Adriatico, in collaborazione con l’Italia. È possibile programmare un viaggio a piedi seguendo le vie che usavano i soldati per raggiungere le loro postazioni, spostarsi da un lato all’altro del confine lungo i sentieri di crinale, esplorare le trincee, capire le dinamiche della guerra e attraversare i luoghi dove un secolo fa si combatteva senza sosta. Tra le visite guidate, sulle alture sopra a Kobarid si trova il museo all’aperto transfrontaliero Kolovrat, un breve percorso a circa 2mila metri attraverso parte della terza linea difensiva italiana, con punti di comando e di osservazione, postazioni per mitragliatrici ed artiglieria, caverne e una rete di trincee riportate alla luce come erano un secolo fa. Sulla vetta sopra a questa città militare sotterranea corre il confine con l’Italia, così come è stato stabilito dai trattati del 1947. Da questa cresta si gode di una vista stupenda su tutta la valle dell’Isonzo, sul  Friuli Venezia Giulia e, nelle giornate più limpide, fino al mare, e ci si rende conto di cosa, forse, poteva dare un po’ di sollievo ai soldati che facevano la guerra qui.

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