“A che bell’ò cafè / pure in carcere ‘o sanno fa / co’ à ricetta ch’à Ciccirinella compagno di cella ci ha dato mammà” cantava De Andrè. Chissà, però, se a Don Raffaè assieme all’adorato caffè servivano la giusta colazione! Chi questa domanda se l’è fatta spesso, ha potuto cercare la risposta all’evento di Caffè Milani “Breakfast at Milani: a ogni colazione il suo caffè”.
Il caffè è una consuetudine che scorre nelle vene degli italiani da secoli, generazione dopo generazione: un rito che nella corsa al progresso rimane ogni mattina sempre uguale, semplice e confortante. Cercare di esaltare le proprietà di una tazzina di caffè senza snaturarne il rituale è stato l’obiettivo della degustazione offerta nel grande padiglione dedicato alle caffetterie. Il presupposto rimane sempre la ricerca della qualità: ogni miscela di caffè è una sapiente combinazione di tipologie pure, robusta e arabica, con diverse provenienze. Alla base c’è quindi la selezione dei caffè monorigine che, buoni nelle miscele, bevuti da soli svelano le loro note più segrete: il fruttato che si nasconde sul fondo della tazzine per alcuni, il profumo speziato di liquirizia per altri. L’ambiente di provenienza e la tostatura influiscono sul caffè e hanno diverse implicazioni per le papille. La sensorialista Manuela Violoni del Centro Studi Assaggiatori, invitata da Caffè Milani, ci ha portato passo a passo, spiegando e facendo degustare, verso l’innovazione: l’abbinamento.
Infatti come ogni vino ha un suo cibo d’elezione da accompagnare, come ogni vestito ha delle scarpe che lo valorizzano, così anche i diversi caffè monorigine arabica brillano accanto alla giusta colazione. Per ognuno dei cinque caffè provati abbiamo rispettato le tre fasi indispensabili a godersi un buon espresso: la prima è guardare il colore della crema, che dovrebbe essere di un compatto nocciola. È poi il momento di annusare la tazzina cercando di cogliere il sentore di pane tostato, frutta secca o fiori freschi. Infine si deve bere per capire se è presente il giusto equilibrio di acidità e amarezza. Carpite le caratteristiche principali si può procedere all’abbinamento con la colazione che deve da una parte smussare gli angoli troppo acuti, dall’altra sottolineare le caratteristiche del caffè: se l’arabica della Papua Nuova Guinea è forte e speziato l’accompagnamento ideale sarà un centrifugato di mele, dolce e non invadente, con una torta di mandorle speziata a richiamare la peculiarità del caffè.
Il gusto e l’olfatto di ogni persona hanno una sensibilità diverse, per questo non tutte le persone presenti all’evento erano sempre d’accordo sulle note di fondo dei vari assaggi: una dimostrazione che anche la scelta degli abbinamenti è il frutto di un lavoro di squadra nel quale ognuno può dare il suo contributo. Un rito antico e tradizionale come quello del caffè ha da poco incontrato il mondo dell’indagine sensoriale: un matrimonio recente ma appassionato che sta già portando alla luce un nuovo modo di rendere stra-ordinaria ogni colazione aprendo insospettati scenari.
Info: Caffè Milani
Testo di Greta Oggioni | Foto web
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