Vista dall’alto l’Indonesia è un caleidoscopio di colori e, volando verso oriente lungo l’asse che corre a metà fra l’8° e il 9° parallelo, si scopre un mosaico di isole e isolette, ricchissime di vegetazione e circondate dalla barriera corallina. Le isole Sonda o di Flores sono una delle tante meraviglie del Paese e Labuanbajo ne è il gettonatissimo punto di partenza. Flores ha una bellezza struggente, di quelle che conquistano subito. Per raggiungerla si oltrepassa la cosiddetta linea di Wallace, tracciata nella seconda metà dell’800 dall’omonimo naturalista gallese, per dividere idealmente l’Indonesia, che milioni di anni fa era unita a ovest al continente euroasiatico e a est a quello australiano. La linea di Wallace, che passa pressappoco fra Bali e Lombok e fra il Borneo e Sulawesi, separa le grandi biodiversità che regnano in queste isole. A occidente la fauna è di tipo asiatico con tigri, leopardi, rinoceronti; a oriente del tipo australiano, con coccodrilli, varani e anfibi. 12.000 anni fa Flores era un mondo al contrario. I piccoli animali di oggi, come topi e lucertole, erano allora enormi (e i varani sono gli ultimi esemplari rimasti), mentre i giganti della nostra era, come gli elefanti asiatici, erano solo dei nani. E gli uomini? In questa terra degli hobbit viveva l’uomo di Flores, un ominide nano alto non più di un metro e con il cranio grande quanto un pompelmo, che potrebbe riscrivere la storia della nostra umanità.
Ma oltre a spiagge magnifiche, tramonti da cartolina, fondali marini, che sono un vero e proprio paradiso per le immersioni, Labuanbajo è anche un movimentatissimo porticciolo, base di partenza per le escursioni a Rinca e Komodo. Sono queste le due isole principali dove vive una delle creature più straordinarie del regno animale, l’endemico dragone o varano di Komodo, considerato un diretto discendente dei dinosauri, mentre ne è solo un lontano parente. Lungo fino a tre metri, e pesante anche 100 kg. a digiuno, è un animale dall’ appetito insaziabile, capace di raddoppiare il suo peso dopo un pasto completo. Uccide le prede con un morso, grazie a una saliva velenosissima e carica di oltre 50 tipi di batteri. Trasmette un’infezione letale alla preda, che muore lentamente e per emorragia. Un bufalo d’acqua dal peso di 700 kg. viene abbattuto in 3 settimane, dopo il morso letale. Il varano in questo tempo non fa altro che tallonarlo pazientemente per poi consumarlo in tutta tranquillità. Incastonata come una perla fra Giava e le Sonda occidentali, Bali è un universo a se stante per vita, cultura e tradizioni. Per molti, e a piena ragione, viene considerata una destinazione, piuttosto che una parte del viaggio, tanto che in media all’aeroporto internazionale di Denpasar atterra un aereo ogni 3 minuti. Per la loro vicinanza e passione per le onde che si infrangono sulle spiagge di Padang-Padang, gli australiani sono i turisti più numerosi e fanno di Kuta e delle sue coste il paradiso mondiale del surf ormai da 60 anni.
Validissima alternativa alle spiagge e al caos costiero di Kuta resta Ubud, arroccata fra dolci pendii e verdissime risaie terrazzate, alternate a lembi di foresta, meta per eccellenza di molti raffinati viaggiatori e culla della cultura balinese. Si può visitare in poche ore o trascorrerci piacevolmente una settimana. Dai profumi di spezie ed essenze, agli odori agro-dolci della cucina, Ubud riesce a conquistare subito: ci sono ottimi ristoranti e caffè a volontà, il wi-fi è gratis ovunque e la gente è di una gentilezza quasi imbarazzante. Ogni settimana vanno in scena oltre 60 spettacoli di arti tradizionali, rappresentazioni di poemi epici, dove le danzatrici rievocano, con la grande espressività del loro corpo, storia e cultura del loro Paese. A differenza del resto dell’Indonesia, a Bali prevale l’induismo con elementi buddhisti, come testimoniano le centinaia di templi. Le cerimonie religiose che vi si tengono, le lunghe e silenziose preghiere, le offerte agli dei, rappresentano altrettanti aspetti affascinanti di questo piccolo universo. Silenziosi, centinaia di aquiloni si librano nell’aria, volteggiando nel cielo in ogni direzione. La spiritualità balinese rivive nella metafora di queste grandi creazioni, talvolta lunghe anche più di 10 metri, che hanno il compito di cercare l’angelo che interceda presso gli dei e richieda loro la benedizione del nuovo raccolto. A Bali, le antiche tradizioni non moriranno mai.
Testo e foto di Luca Bracali © RIPRODUZIONE RISERVATA LATITUDESLIFE.COM
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