Dopo la bagarre del Mundial, il Brasile riprende a vivere e a proporsi come meta emergente con luoghi ancora tutti da scoprire
Finito il campionato del mondo il Brasile fa i conti. E’ un brusco risveglio dopo l’euforia iniziale che sembrava aver sopito per un momento problemi e proteste. La doccia fredda dell’eliminazione, clamorosa e shoccante, ha assunto i toni della tragedia per un Paese dove il “futebol” sta inscritto nella genetica. E ora le polemiche sui costi economici e sociali dell’organizzazione della manifestazione hanno immediatamente ripreso forza, aprendo nuovi interrogativi sulle prospettive di sviluppo, ma anche sul cammino che dovrà portare alle olimpiadi di Rio del 2016. Eppure…eppure il Brasile rimane un Paese sorprendente e affascinante, il luogo della precarietà organizzata, della tristezza piena d’allegria, della fantasia istituzionalizzata, e molto altro.
E’ la settimana potenza al mondo per risorse, negli ultimi quindici anni ha fatto passi da gigante ed è fra i paesi emergenti quello con le maggiori potenzialità. Utilizza risorse rinnovabili e la ricerca ha un ruolo importante. Ma soprattutto non può essere considerato solo un insieme di stati: è un sub continente dalle mille facce. Così nonostante la crescita del PIL ci sono ancora moltissime sacche di povertà, e se alcune favelas continuano ad essere pericolose e invivibili, altre acquisiscono più dignità anche attraverso i tanti progetti di sostegno e scolarizzazione e opportunità di lavori creativi, vedi le scuole di capoeira, i laboratori di sartoria, i progetti per imparare a cucinare con tutta la frutta e la verdura compreso buccia e torsoli.
Questo accade specialmente nelle grandi città, che del resto per molti occidentali sono le uniche località conosciute e spesso – con molta cautela e qualche rischio – visitate, come San Paolo, Rio, Salvador de Bahia, Manaus. Ma basta allargare la prospettiva per incontrare un Brasile diverso, fuori dai circuiti più classici, dove la natura domina incontrastata, o le tradizioni raccontano una storia da conoscere, o ancora la vita scorre tranquilla davanti all’oceano scintillante. Un esempio è il Cearà, con Fortaleza rinomata capitale e le due località di punta, Canoa Quebrada e Jericoacoara, nicchie gettonate dai globe trotter.
Intorno a tale triade una costa dorata in parte ancora da scoprire, con qualche angolo fermo nel tempo, dove è bello ritrovarsi e vivere il mare in un’atmosfera allegra e rilassante. Novanta km a sud di Fortaleza c’è Uruaù, minuscolo villaggio di pescatori che ancor oggi sfidano il mare con le piccole jancadas, tipiche imbarcazioni nordestine. Qui le case non hanno serratura alle porte, la gente circola ad ogni ora senza problemi, un sorriso e una cerveja non si negano a nessuno. A ridosso della spiaggia, in posizione dominante, fra palmeti, oleandri e ibiscus si trova l’Hotel Villaggio Tudo Bom, un resort costituito da poche ville, elegante, confortevole ma molto alla mano, come vuole la tradizione locale. La proprietà è italiana e lo si percepisce immediatamente nella qualità del servizio e nella cucina, esaltata dal felice incontro tra le nostre grandi ricette e l’estro brasilero. La laguna adiacente e l’oceano sono l’ideale per kite e wind surf, e il passaparola li ha già inseriti fra i top spot degli appassionati. Chi allo sport preferisce la scoperta può esplorare con un buggy lungo spiaggia – in certi tratti l’unica strada percorribile – luoghi naturali, guadi e paesini , fermandosi magari in una barraca per uno spuntino goloso a base di gamberi e pesce freschissimo. Se invece sono ozio e relax lo scopo del viaggio Tudo Bom offre quiete, cortesia, trattamenti rigeneranti con prodotti locali presso la piscina, sedute di terapie olistiche per ritrovare l’equilibrio psico-fisico in un ambiente davvero speciale. E poi per tutti l’incontro con la cultura e le tradizioni: la capoerira, il forrò del nord est, i mercati rurali dal fascino perduto delle cose antiche.
Per raggiungere direttametne Fortaleza dall’Italia Air Italy effettua voli settimanali.
testo di Teresa Scacchi, foto Giovanni Tagini RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM
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