Un weekend mitteleuropeo a Gardone Riviera

Uno scorcio di Gardone Riviera

Il lago  è per gli intenditori. Non c’è afa, il clima è mite e il paesaggio indolente mantiene la sua naturalezza nell’aria tersa. Sulla sponda occidentale del Lago di Garda, in provincia di Brescia, salendo verso nord si incontra Gardone Riviera, fondata dai barbari. Cittadina che nel Medioevo passò alla famiglia Ugoni.  Alla fine dell’800, Gardone Riviera cominciò a diventare una località turistica, grazie alla presenza di alcuni viaggiatori tedeschi convinti che il luogo avesse benefici influssi sulla salute.

Fra questi, l’austriaco Luigi Wimmer trascorse a Gardone un lungo periodo di cura, se ne innamorò e decise di costruirvi il primo Grand Hotel che ha ospitato celebrità come re Giorgio di Sassonia, D’Annunzio, Churchill, Nabokov, Maugham e Sabin. Anche i membri della famiglia degli Asburgo con in testa l’imperatore venivano in questa zona, ma a caccia di fagiani. Proprio per questo motivo Francesco Giuseppe aveva fatto costruire una residenza di caccia con annessa la fasaneria , poi diventata il Gran Hotel Fasano, nelle cui camere vi sono ancora i segni di questa presenza regale. Fu così che la borghesia mitteleuropea s’innamorò del borgo, vi costruì ville con parchi sontuosi, alberghi sfarzosi e addirittura un casinò.

Molte aree verdi annesse alle ville sono oggi parchi accessibili al pubblico, come il giardino Heller, in fondo a via Roma, creato nei primi anni del ‘900, fitto di bambù e di molte piante pregiate. Su un terreno di circa diecimila metri quadrati, posto su un declivio del monte Lavino, si trova una raccolta di oltre duemila esemplari provenienti da tutti i continenti e da tutte le zone climatiche (in particolare segnaliamo le maestose fronde dell’Osmunda regalis, le varie specie di bambù e la stupenda fioritura primaverile delle Azalee). Il famoso medico e naturalista Arthur Hruska, dentista degli zar, sviluppò  questo paradiso tra il 1910 e il 1971 con ruscelli e laghetti artificiali coperti di ninfee e calli, pieni di pesce, il tutto immerso in un paesaggio dolomitico in miniatura.

Nel 1988 l’artista multimediale André Heller acquistò questo terreno con la villa annessa, per creare un centro di coscienza ecologica in cui hanno trovato collocazione anche opere di scultura contemporanea eseguite da artisti di tutto il mondo (il giardino è aperto tutti i giorni da marzo a ottobre).

Dopo la prima guerra mondiale, molte delle proprietà dell’aristocrazia straniera vennero confiscate e rivendute ad acquirenti italiani. Tra questi anche Gabriele D’Annunzio che a Gardone stabilì la sua ultima dimora (arrivò nel 1921 e vi morì nel 1938),  proponendosi come patrono di una ripresa della frequentazione del lago da parte del bel mondo degli anni Venti e Trenta. Il Poeta trasformò la “Casa di Campagna” del critico d’arte tedesco Henry Thode nel “Vittoriale” che viene considerato nel mondo uno degli esempi più affascinanti e preziosi di case d’artista e si configura come una delle espressioni emblematiche del gusto artistico del primo Novecento.

Nella “cittadella” creata dal poeta si possono seguire percorsi che fanno riaffiorare suggestioni anche a chi non abbia una conoscenza diretta del complesso monumentale, alla scoperta di un sito nel quale poesia, arte, architettura, storia e natura si fondono sotto l’egida di uno dei più grandi poeti del secolo scorso. L’aereo con cui D’Annunzio compì la trasvolata su Vienna è invece appeso al soffitto dell’Auditorium, dove dal 2000 è allestito il Museo della Guerra .

Ma a Gardone Riviera , a 500 metri dal Vottoriale, c’è un’altra realtà da scoprire : il “Museo del Divino Infante”, realizzato da Hiky Mayr, collezionista colta, di origine tedesca, proprietaria insieme ai figli del Grand Hotel Fasano, che ha dedicato più di trentacinque anni della sua vita alla ricerca, la raccolta e il restauro delle sculture raffiguranti il Bambino Gesù. Lei stessa racconta che la collezione iniziò per caso visitando la bottega di un antiquario:  “Stavo cercando delle vecchie pentole di rame che mi servivano per creare un addobbo nell’albergo di famiglia e fra queste pentole vidi spuntare due gambette nude, di legno e chiesi a chi appartenessero.  Il commerciante rispose. ”Al Bambino Gesù”. L’immagine era commovente, si trovava in pessime condizioni, sporco, pieno di escoriazioni, privo di alcune dita delle mani e dei piedi, ma una volta recuperato divenne il capostipite della collezione e ora si trova nel Museo”. La raccolta, unica al mondo, vanta quasi 300 sculture di quattro secoli e documenta attraverso i manufatti esposti, le tecniche, gli usi, l’iconografia legata al tema della scultura a tutto tondo avente per soggetto “Gesù Bambino” e in alcuni casi “Maria Bambina”. Le dimensioni dei Gesù Bambino si aggirano tra i sessanta ed i novanta centimetri. Qui c’è proprio tutto ciò che riguarda il Bambinello, lo trovate in fasce, nudo oppure abbigliato da “Piccolo Re” con vesti ricchissime ed un ampio corredo. Queste opere realizzate in legno, cera, terracotta o cartapesta dimostrano una religiosità rivolta al culto del Divino Infante che proprio dall’inizio del XVII secolo ha conosciuto una forte diffusione in tutta l’Europa cattolica. Nella stessa struttura è possibile visitare anche un “Presepe napoletano” d’epoca con più di centotrenta figure e numerosi animali.

Storia e ambiente si intrecciano con l’enogastronomia caratterizzata dai sapori alpini e mediterranei tipici del paesaggio dell’Alto Garda. Se nel pesce di lago, nel pregiato olio extravergine d’oliva e nei rinomati vini si scoprono i sapori della riviera, nei formaggi d’alpeggio, nei tartufi, nel miele e nella selvaggina si riscoprono quelli della montagna.Tra i vini del Consorzio Garda Classico, prodotti sulle dolci colline della Valtenesi, troviamo rossi dal profumo intenso, alcuni prodotti da vitigni autoctoni, come il locale Groppello e il Chiaretto un vino rosato prodotto con uve del Garda Classico Rosso ma vinificato in modo da ottenere un vino dal colore “petali di rosa”. Il basso lago offre invece i bianchi freschi e accattivanti, già apprezzati e cantati da Plinio e Virgilio, come il Lugana. Tra i riconoscimenti DOP (Denominazione di Origine Protetta) rilasciati dalla Comunità Europea per i prodotti alimentari pregiati c’è quello per l’olio del Garda. È un olio di gran pregio, leggero e fruttato, ricco di clorofilla, sapido e armonico, perfetto per il matrimonio col pesce di lago. L’olio del Garda è prodotto con le olive tradizionali, Casaliva e Leccino. I formaggi dell’entroterra riservano vere sorprese, come il Tombea della Valvestino, divenuto presidio Slow Food, le celebri formaggelle di Tremosine o i prodotti caseari di nicchia lavorati da piccoli allevatori secondo metodi tradizionali.

Il Grand Hotel Fasano, nato come dimora “a lago“ per le battute di caccia dell’imperatore Francesco Giuseppe, ora è una perla turistica di Gardone Riviera, accoglie i turisti con una serie di novità legate al benessere e al lifestyle. Aqua Parc è la nuova zona wellness all’aria aperta dell’hotel, un’area con due piscine a bordo lago, che arricchisce e completa Aqva Spa, il prestigioso centro benessere della struttura, una delle tre destination Spa Aveda in Italia. Il Grand Hotel Fasano offre ora uno tra i più grandi centri d’Italia: oltre 3.500 mq dedicati alla cura del corpo, al benessere, al divertimento e al relax. Tra le novità più spettacolari di Aqva Parc, il tunnel che collega la vasca a sfioro, in pietra naturale e a temperatura costante, con l’interno della spa che permette di passare,tramite un canale d’acqua, dagli idromassaggi a bordo lago alla zona saune. La sua particolarità è una suggestiva grotticella con idromassaggio nascosta all’interno. Di grande impatto anche la seconda piscina esterna, pensata per il divertimento attivo e per le famiglie, che consente principalmente ai bambini e ai ragazzi di giocare, grazie alla presenza di uno scivolo.

Testo e foto di Graziella Leporati | RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM

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