Giungendo al porto di Rovigno, l’antica Castrum Rubini, raggiungiamo il cuore della cittadina, dove notiamo piacevolmente che la gente del posto si attarda a chiacchierare, senza confusione, senza dar fastidio, secondo il plurisecolare rito veneziano, che crea un simpatico scenario. Prendiamo il battellino dell’hotel Park Plaza Histria compreso nel soggiorno, che parte alle 18.30. In pochi minuti sbarchiamo all’isola Rossa davanti a un grande albergo anni ’60, mentre sulla sinistra, una graziosa chiesa benedettina dall’antico campanile ci ispira a visitarla!
Presa la stanza, confortevole e panoramica, scendiamo per la cena, ma con sorpresa scopriamo che si può mangiare a lume di candela anche nella “chiesetta” che è un esclusivo ristorante, la Lanterna. Incredibile! Varcata la soglia entriamo in un’atmosfera irreale: soffitti a volta, arredo raffinato con grandi dipinti, candelabri di peltro, rose sui tavoli: sembra di stare sul set del Gattopardo. La chef di sala Barbara ci fa accomodare al nostro tavolo di un bianco immacolato: siamo in un autentico chiostro a giorno, sul mare. La notte avanza e l’ambiente è mistico!
Una bella conclusione di serata allietati da una cucina raffinata. La mattina dopo prendiamo il solito traghetto per andare alla scoperta della città vecchia con la guida Sandro Petruz, un metro e novanta, di origine italiana, giornalista di cronaca sulla Voce del Popolo, il quotidiano delle minoranze italiane, si perché Rovigno ha il privilegio di avere due lingue ufficiali: il croato e l’italiano. Iniziamo una lunga passeggiata a piedi e ci rendiamo subito conto di quanto sia bella questa città: un pezzo di Venezia sulla penisola di Monterosso, con rocce scoscese di pietra bianca, dove si sono ammassate nei secoli una moltitudine di case dai tetti in cotto e un’infinità di tipici comignoli, coi muri che delimitano l’abitato a precipizio sul mare in un’esplosione di colori. Nata all’epoca romana su un’isola a forma tonda, successivamente appartenne ai Bizantini e poi ai Franchi, dal 1283 fino al 1797 entrò a far parte del territorio di Venezia.
Qui è un gran bel camminare, nelle stradine lastricate bianche che si diramano dalla piazza, tra edifici barocchi e rinascimentali, rallegrati da bimbi felici e da una splendida gioventù. Sembra un parco giochi, sulla cui vetta troneggia la bianca cattedrale di San Giorgio e Sant’Eufemia, dallo svettante campanile, dove saliamo per godere appieno dello spettacolare panorama: tanti, tanti scalini di legno, ma ne vale la pena! Mentre saliamo veniamo a sapere che nel 1573 un fulmine distrusse la punta di questo campanile e che nel 1654 il Consiglio cittadino decise di realizzarne uno nuovo, la cui ricostruzione durò ben 26 anni.
Sotto il dominio veneziano, il XVIII secolo fu ricco di avvenimenti per lo sviluppo della città, ad incominciare dal canale che divideva l’isola dalla terraferma che venne colmato, creando la piazza Pignaton… e Rovigno divenne una penisola! Finalmente siamo giunti in cima e una vista meravigliosa ci aspetta sulle campagne rovignesi ammantate di ulivi, con i due porti che abbracciano la città: quello di Valdibora e quello di Santa Caterina, il più pittoresco, dove vediamo allineate le Batane, le tradizionali imbarcazioni a fondo piatto, che sono ancora utilizzate per gare e feste, di cui esiste anche un piccolo museo storico, punto d’incontro dei vecchi pescatori.
Completano il panorama l’isola di Santa Caterina, l’Isola Rossa, lo scoglio dell’Asino e intorno tanto, tanto mare: nelle giornate limpide si possono intravedere Porec, il canale di Leme, Pola e le isole di Brioni. Giunta l’ora di pranzo, andiamo al ristorante Puntulina, ci dicono uno dei migliori della città, su rocce a scale con piccoli tavolini riparati dal sole e dal vento, da allegre tende bianche e blu. I piatti che ordiniamo sono molto gustosi, soprattutto quelli a base di pesce fresco, gustati col buon vino della casa, mentre lo sciabordio delle onde s’infrangono sugli scogli. Quando ci apprestiamo a salutare Giovanni il proprietario, ci invita a bere il bicchiere della staffa insieme alla moglie e a due suoi clienti norvegesi, una bella coppia di veri vichinghi che hanno ormai deciso di vivere qui, con questo clima mite e la romantica atmosfera di questa affascinante città di mare.
Testo e foto di Giuseppe Barbieri | RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM
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