Il viaggiatore inglese

Nessun libro ha interpretato così bene lo spirito di questo magazine e di questa rubrica quanto Il viaggiatore inglese, romanzo pubblicato da Skira. Infatti vi si parla di viaggi, si svolge durante un viaggio, e si racconta dell’inventore… dei viaggi.

Masolino d’Amico, poliedrico autore di saggi, cattedratico di Lingua e Letteratura Inglese, giornalista, traduttore, romanziere, sceneggiatore, ci conduce con consumata grazia attraverso una trama sui generis, i cui piani narrativi si moltiplicano assieme alla suspense dei vari avvenimenti via via considerati. L’escamotage del racconto in primo piano serve in realtà a mettere in scena l’entusiasmante resoconto della vita di Thomas Cook, l’ottocentesco fondatore della prima agenzia di viaggi della storia, ideatore non solo del moderno turismo di massa, ma addirittura creatore di una vera e propria rivoluzione culturale. È stato grazie a questo vulcanico ometto inglese, grazie proprio alle sue ossessioni puritane, che da oltre un secolo e mezzo la società occidentale, in primis, ha imparato una cosa all’inizio sconvolgente: si può viaggiare per diletto.

Non solo per emigrare, quindi, e neppure per andare a morire ammazzati da qualche parte in guerre incomprensibili decise da altri, o per cercare lavoro o per fuggire a qualche persecuzione. No, con Cook si viaggia solo per divertimento, per distrarsi, per conoscere e vedere il mondo al di là del proprio paesello, della cittadina, della contea: dell’oceano, infine.

Ricco di documenti affascinanti, come le guide per il viaggiatore stampate all’epoca con consigli meravigliosi, il romanzo scandisce perfettamente i mutamenti psicologici sorti nelle persone e nelle diverse categorie sociali, evidenziando le pieghe di una società destinata ad abbandonare culture del passato per abbracciarne di nuove. Il mondo stava cambiando, e non è esagerato attribuirne a Cook parte non minore del merito.

Nell’intreccio romanzesco la vita di Cook sarebbe bastata per appassionare il lettore, con tutte le avventure impensabili che gli capitarono, ma d’Amico non si è voluto fermare, così decide di imbrigliare la voce narrante in un ulteriore protagonista contemporaneo che spera di vendere la sua sceneggiatura su Cook a un produttore hollywoodiano, e a sua volta questo racconto s’inerpica sui dialoghi tra lo sceneggiatore e il suo casuale compagno di viaggio, il cui giudizio darà o no la stura alla speranza di fare di questa storia un film. Elegante, divertente, istruttiva, curiosa, una lettura ideale per uscire dai soliti temi narrativi.

Il viaggiatore inglese, di Masolino d’Amico, Skira, 2014, pp. 90, euro 13,00.

Testo di Andrea Nardi | Foto Skira RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM

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