Repubblica Ceca, viaggio tra miti e leggende

Vivaci città, incantevoli paesaggi e un ricco patrimonio storico-culturale fanno della Repubblica Ceca una delle mete più ambite in Europa. A rendere il tutto ancor più speciale vi è anche dell’altro: infatti il Paese, grazie a inquietanti leggende sembra avvolto da una elettrizzante aura di mistero.

Un po’ ovunque si percepisce la forte sensazione di trovarsi a cospetto di un qualcosa che permette di andare oltre la razionalità, seguendo strade impervie che conducono in un territorio avvolto dalla nebbia dell’ignoto. La stessa capitale Praga è intrisa di storie da brivido, con le sue costruzioni gotiche che ne esaltano l’atmosfera suggestiva.

Questa è la città del Golem, un fantoccio d’argilla dotato di grande forza ma privo di un’anima, plasmato nel XVI secolo dal rabbino Jehuda Löw ben Bezalel con i poteri derivanti dalla Kabbalah. Lo strano essere aveva sia lo scopo di servire fedelmente il suo creatore, sia quello di difendere gli ebrei perseguitati. Per la sua natura obbediva solo agli ordini del religioso, ma quando si ribellò a quest’ultimo fu distrutto. Secondo antiche credenze, il suo corpo sarebbe stato conservato nella soffitta della sinagoga Vecchia-Nuova, punto nel quale ancora oggi è vietato entrare. E ciò non fa che accrescere le ipotesi più fantasiose.

Ogni angolo del centro abitato ha le sue storie; non possono mancare quelle legate a uno dei simboli della città, il famoso Ponte Carlo che collega la Città Vecchia con il quartiere di Malá Strana. Di giorno è popolato da frotte di turisti che passeggiano, ammaliati anche dalla bellezza delle numerose statue barocche poste ai lati della struttura.

La posa della prima pietra avvenne il 9/7/1357 alle ore 5 e 31 minuti: una scelta precisa per seguire un particolare allineamento cosmico. Non solo, perchè la data ha un valore altamente simbolico, in quanto corrispondeva alla sequenza di numeri dispari da uno a nove e viceversa. Una successione magica per propiziare al ponte resistenza e magnificenza. Qualità riscontrabili tutt’ora.

Anche al di fuori della capitale vi sono luoghi che offrono storie curiose. Una di queste è legata al Castello di Houska, imponente costruzione posta su uno sperone e ammantata da una parete rocciosa. Un giorno la quiete del luogo fu rotta da un fortissimo rumore di pietre in frantumi: dal pavimento si aprì una voragine dalla quale sbucarono il diavolo e altri demoni. Questa sorta di porta, sorvegliata da uno spaventoso monaco nero senza volto, condurrebbe direttamente all’Inferno. Non esistono prove al riguardo, eppure non sono pochi i visitatori della fortezza che affermano di avvertire strane energie e sensazioni di stordimento.

Nella Boemia meridionale sorge ?eské Bud?jovice, una piacevole città dalle antiche e romantiche atmosfere medievali. Il suo cuore è la piazza quadrata di P?emysl Otakar II, una delle più grandi d’Europa, racchiusa da incantevoli case barocche con portici.

A queste piacevoli e rassicuranti suggestioni fa da contraltare il non lontano bosco di Bor, teatro di presunte attività paranormali. Circa quattro secoli fa qui vi era un piccolo insediamento circondato da paludi malsane nelle quali annegarono molte persone. Per questo si diffuse la convinzione che le anime senza pace dei morti vagassero per l’acquitrino impaurendo chi vi si avventurasse. Ancora oggi ci sono testimonianze che segnalano improvvise apparizioni, inquietanti suoni e sensazioni di disagio e malessere fisico dei presenti.

Di tutt’altro genere è il grande mistero che aleggia sul castello moravo di Veve?í, non lontano da Brno; un enigma secolare che lega storia e religione e che ha come protagonisti i Templari. Si racconta che i Cavalieri, in seguito alla soppressione dell’ordine nel 1307, portarono proprio nella fortezza gli oggetti di valore, nascondendoli in punti segreti.

Nonostante tutte le ricerche compiute, questo tesoro non è ancora stato ritrovato, ma ad alimentare le speranze di rinvenire qualcosa vi sono i risultati di una recente ricerca che hanno confermato l’esistenza di cunicoli non conosciuti, forse collegati tra loro, al di sotto della chiesa del castello. A ciò si aggiunge anche un altro segno di assoluta rilevanza: infatti, sopra l’ingresso del luogo di culto vi è una sigla riconducibile al nome Molay, cioè colui che fu l’ultimo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari. Il sapore dell’ignoto e qualche piccolo brivido lungo la schiena sono gli ingredienti per un viaggio davvero indimenticabile.

Link utili: Sito ufficiale del Turismo in Repubblica Ceca

Testo di Gabriele Laganà | Foto web RIPRODUZIONE RISERVATA © LATITUDESLIFE.COM

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